Partiti e politici
Cari dirigenti, scendete dalla torre d’avorio
(mi rendo conto di essere noiosa ma, come dice il vecchio proverbio, “la lingua batte dove il dente duole”)
Cari dirigenti della fu sinistra,
una sola cosa noi elettori vi avevamo chiesto: un partito unitario, nel quale finalmente si discutessero le cause profonde della crisi della nostra parte politica (quella che dite di voler rappresentare) e si elaborasse una proposta nuova, portata avanti da un nuovo gruppo dirigente.
Al contrario, avete preso quel poco che ci rimaneva di rappresentanza politica e l’avete pestato nel mortaio della vostra miopia e delle vostre ambizioni personali. E’ di ieri la notizia della fine conclamata di LeU e della nascita dell’ennesimo partitino che si aggiungerà agli innumerevoli “soggetti politici” già presenti o in incubazione: siamo alla polverizzazione definitiva, irrecuperabile e inescusabile.
E su che cosa dite di dividervi? Su qualcosa che non è più nell’agenda di nessuno: le alleanze. Riuscite a litigare sulla collocazione in un gruppo parlamentare europeo che forse non esisterà neppure, sui rapporti con un partito che è in via di disfacimento, sulle coalizioni nelle comunali di Minchia di Sotto. Quando di alleanze non parla più neppure il partito che su quel tema (e sulla sua purezza isolazionista) aveva costruito tutto, il M5S, voi vi ostinate a credere che alla folla indistinta che intravvedete dalle finestre della vostra torre d’avorio possa fregare qualcosa della vostra collocazione e del vostro posizionamento…
Beh, vi svelo un segreto: non ce ne frega proprio niente, semplicemente perché non ci crediamo più. Dopo aver visto il partito che giurava e spergiurava di non allearsi mai con nessuno scendere a patti (o, come dicono loro, “a contratto”) con la peggiore destra reazionaria, xenofoba e riciclona di vecchi potentati, le promesse di purezza ideologica e di autonomia strategica non ci incantano più.
Ma guardatevi un po’ intorno: c’è un mondo di gente che aspetta una parola da voi. Ci sono i giovani che si laureano e devono scegliere tra un posto precario e malpagato e l’espatrio; quelli che nemmeno ci provano più per la disperazione e subiscono pure l’insulto di essere additati come fancazzisti. Ci sono i medici e gli infermieri ospedalieri costretti a mandare avanti un’allucinante catena di montaggio, che si chiedono se potranno fermarsi prima di crollare e gli insegnanti immersi nel caos perenne di un riformismo che è solo il velo dietro il quale si nasconde la volontà di smantellare l’istruzione pubblica. Ci sono i terremotati, gli alluvionati, i residenti delle zone contaminate precipitati in un incubo senza via d’uscita e gli immigrati di lunga data che scivolano verso la povertà nell’indifferenza generale; ci sono le donne sempre più schiacciate e impaurite dalla violenza che dilaga, i rifugiati e i richiedenti asilo trattati come scarti della società, gli anziani sempre più soli e spaventati. Ci sono i pendolari che subiscono il calvario quotidiano di un sistema di trasporto pubblico in putrefazione e i malati che non possono permettersi la diagnosi e la cura e restano senza, se sono nati nella parte sbagliata dell’Italia. Ci sono i vecchi che muoiono troppo presto e i bambini che nemmeno nascono, i ragazzi che abbandonano una scuola che non riesce a non abbandonarli, i senza casa buttati per strada dai loro rifugi di fortuna e pure multati. Ci sono i piccoli commercianti che devono pagare persino l’ombra delle loro tende da sole che si chiedono se Amazon verserà mai un centesimo al nostro fisco, le commesse incatenate dietro al bancone di centri commerciali sempre più deserti e i fattorini e gli schiavi dei campi che si ammazzano nel cottimo, ultima trincea prima del nulla lavorativo. Ci sono i disoccupati che mendicano un posto e i lavoratori anziani che supplicano che arrivi la loro pensione prima che un incidente sul lavoro se li porti via…
Davvero non vedete e non capite che il vostro compito è questo? Davvero immaginate che un tesseramento, un “evento”, un “tavolo di discussione” che nasconde una trattativa sulle prossime liste elettorali possa avere ancora un minimo senso?
Cari dirigenti, ripigliatevi. C’è una sola cosa che potete fare a questo punto: scendete dalla vostra torre d’avorio e riunitevi tutti, nessuno escluso; scusatevi con noi e scansatevi, tutti insieme. Mettete umilmente le vostre organizzazioni al servizio di chi avrà voglia di andare a parlare con tutte le persone di cui sopra: non per dire loro che hanno ragione e che, se daranno il loro voto all’ennesima lista arcobaleno, sarà tre volte Natale; ma per discutere insieme a loro come tirarsi fuori, tutti insieme, dalle sabbie mobili nelle quali stiamo sprofondando.
E’ tardi, maledettamente tardi, forse già troppo tardi. Scendete da soli, provate a fermare l’onda che altrimenti vi travolgerà e ci travolgerà tutti…
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