Partiti e politici
Cara minoranza PD, andate senza meta. Ma da un’altra parte
Non credo più a quell’adagio continuo di chi dice:
“Io continuo nel Pd per cercare di correggere la rotta, perché quella di adesso è sbagliata sia per il Pd, sia per i lavoratori, sia per il Paese. Anzi, non solo è sbagliata: fa male sia al Pd sia al governo”
Pensare di cambiare il Pd dall’interno è come sperare che Paris Hilton vinca il Nobel per la Letteratura.
Ecco, cara minoranza Pd, anzi care,
1. Escludendo i vostri cari, fuori dai palazzi l’interesse nei vostri confronti (debole da tempo) ultimamente è calato parecchio. Diciamo che al momento siete seguiti grosso modo come il campionato di morra cinese. Neanche quello di LegaPro.
2. Avete e provate ad opporvi ogni giorno ma le vostre gesta vengono recepite, come scrive il mio amico Alessandro Gilioli, dalla stessa area del cervello che induce talvolta a cliccare sulle dichiarazioni di Sara Tommasi o sui siti sciichimisti.
3. Ogni volta che parla D’Alema, da Palazzo Chigi parte un ordine di Moët & Chandon; quando si aggiunge D’Attorre, arrivano anche le tartine. A ruota Speranza e tanti altri.
4. Le vostre reiterate “minacce” di scissione non vengono più quotate nemmeno dai bookmaker più spregiudicati di Londra, quelli che pure accettano scommesse sull’arrivo degli alieni entro la fine dell’anno (che poi finisce tutto a tarallucci e vino).
5. Bersani che invita Renzi a “non decidere da solo” sembra il cardinale Bagnasco quando invita i giovani a non fare sesso prima del matrimonio: tuttavia ha molte meno probabilità di successo.
6. In linea generale, chi tra voi ha fatto per anni la corte all’Udc di Casini (ma anche a Fini), poi ha votato tutte le riforme di Monti (compresa quella costituzionale) e infine ha fatto il governo con Berlusconi (magari entrandoci pure) quando rivendica di essere di sinistra risulta credibile come Pacciani che parla di rispetto per le donne.
7. Nulla di personale verso nessuno di voi, ma ho la sensazione che se voleste davvero servire le idee che oggi manifestate, e a esse risultare utili, per la più parte di voi un dignitoso ritiro a vita privata sarebbe la scelta migliore – e probabilmente gioverebbe anche a voi, sul lungo, in termini reputazionali. Andate senza meta, ma da un’altra parte.
E c’è anche una sottovalutazione di tutto ciò che quanto sta accadendo comporta per la politica italiana (come scrivevo qui, cliccate). Un fatto che non riguarda qualche punto percentuale, ma proprio tutto l’elettorato. Chi non vota più e chi non sa a che santo votarsi.
Penso che sulle ceneri del fu-centrosinistra italiano (bruciato più che rottamato) si può e si deve costruire qualcosa di nuovo: che parta da una diversa idea di Paese e da un programma scritto, da condividere e rispettare. Quanto può valere dal punto di vista elettorale una sfida del genere? Moltissimo. Certo bisogna provarci: rompendo lo schema che è già stato superato dai fatti sopra richiamati e rischiando, senza rete e soprattutto senza padroni. Cancellando – come si vorrebbe fare con i referendum – le cose sbagliate e progettandone di diverse, descrivendole e motivandole come non si fa più, tutti presi come siamo dalla polemica. Balneare anche quando non è stagione.
Un abbraccio senza rabbia, anzi con umana solidarietà per la vostra attuale difficile condizione.
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