Partiti e politici
#Camorra5Stelle spaventa Grillo. Che cambia idea su Quarto…
Calcolo, convenienza, mosse e contromosse mediatiche. Anche questa è politica e il Movimento 5 Stelle ha dovuto impararlo in fretta. Il partito del comicoleader genovese, colpito per la prima volta da un sospetto di infiltrazione camorristica al suo interno, è dovuto correre ai ripari per evitare di dover pagare con una perdita di consensi la bomba di Quarto, o #Camorra5Stelle per gli amanti dell’hashtag. Lo fa – come spesso accade – in maniera un po’ goffa, con una palese retromarcia rispetto alle posizioni sostenute solo pochi giorni prima.
Andiamo con ordine. Il 23 dicembre i giornali pubblicano degli stralci di intercettazioni telefoniche che tirano in ballo Giovanni De Robbio, consigliere comunale eletto con il M5S, ipotizzando – oltre ai reati di voto di scambio e tentata estorsione con metodo mafioso – un ingente travaso di voti portati dai clan al partito di Grillo e Casaleggio. Inizialmente i grillini fanno quadrato intorno al sindaco Rosa Capuozzo, accusando la “solita stampa di regime” di aver attivato la macchina del fango e condividendo fino alla nausea un post del “sacro blog” dove – emulando il miglior Gigi Marzullo – si risponde della vicenda con otto domande e altrettante risposte. Ovviamente nessuno cerca di entrare troppo nel merito della vicenda, preferendo cambiare discorso lanciando strali contro l’odiato PD, tempio indiscusso di corrotti e mafiosi.
Ma qualcosa questa volta si inceppa. Più di un eletto e persino qualche attivista comincia a mugugnare, perché appare palese un po’ a tutti che tanto garantismo a senso unico è poco argomentabile, specie se si passa la vita a pubblicare foto segnaletiche degli esponenti dei partiti avversari senza far troppa distinzione tra un avviso di garanzia e una multa per divieto di sosta. Come se non bastasse ci si mette pure Roberto Saviano, che con un tweet chiede le dimissioni della Capuozzo, pena una “blackstar” da aggiungere sul simbolo del movimento. Il giovane tuttologo è uno di quei personaggi che fa breccia nel cuoricino del grillino medio e la sua presa di posizione costringe il M5S a un primo cedimento che si materializza con una nota del vicecapogruppo alla Camera, Michele dell’Orco, che specifica: “le dimissioni della Capuozzo non sono state scartate come ipotesi”.
Passano i giorni e la vicenda non accenna a sgonfiarsi, anzi. Verosimilmente alla Casaleggio Associati saranno arrivati studi sugli umori delle truppe e del gregge, magari anche qualche sondaggio con segno meno. Così la scelta di far marcia indietro, con un nuovo post pubblicato sul “sacro blog” dove – al netto del solito bla bla bla – si chiedono le dimissioni di sindaco e giunta e il ritorno alle urne. Una mossa che ad onor del vero poteva essere azzeccata se fosse stata tempestiva e magari accompagnata dall’annuncio della ricandidatura della stessa Capuozzo. Così è apparsa a tutti come un chiaro correre ai ripari dei vertici nazionali. L’eroina in lacrime acclamata solo poche ore prima, diventa ora il problema da risolvere. Un pasticcio mediatico reso ancor più evidente dal corto circuito con lo stesso sindaco, che appena un’ora prima aveva pubblicato un video dove annunciava di non pensare assolutamente alle dimissioni.
Nel frattempo, la magistratura prosegue le sue indagini ordinando perquisizioni in comune e a casa della Capuozzo. E stamane per il sindaco è partita la procedura di espulsione, annunciata direttamente dal capo sull’ormai schizofrenico sacro blog. Comunque vada a finire, il danno d’immagine per “la banda degli onesti” è ormai gigantesco. L’ombra di #Camorra5Stelle aleggia minacciosa sulle prossime elezioni amministrative e su tutta la narrazione di un’antipolitica che in pochissimo tempo è già diventata schiava di tutti i peggiori vizi della politica.
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