Partiti e politici

Austria, chi è la donna forte di Kurz

13 Novembre 2017

Negli stessi giorni in cui in Italia la seconda e la terza carica dello Stato, complice l’imminente fine della travagliata diciassettesima legislatura, si sono definitivamente gettati nell’agone politico, nella vicina Austria impazza il dibattito sulla presidenza della Camera. Dopo le elezioni di qualche settimana fa, che hanno visto il trionfo del giovanissimo Ministro degli Esteri di centro-destra Sebastian Kurz, l’attenzione dell’opinione pubblica del Paese alpino è comprensibilmente focalizzata sulle trattative per il nuovo Governo. Dopo l’ennesima, deludente, esperienza di Grosse Koalition tra socialdemocratici e popolari, l’ambizioso Kurz (che ha conquistato la candidatura alla Cancelleria mettendo da parte la vecchia nomenclatura del partito e sottoponendolo ad un radicale rebranding) sembra intenzionato a portare a casa quanto prima un accordo di governo con l’estrema destra del Partito della Libertà. Seppur dichiaratamente euroscettici e apertamente xenofobi, gli eredi di Haider rappresentano l’unica speranza di sottrarre il Partito Popolare rinnovato di Kurz alla spirale negativa dell’ennesimo ciclo di governo con i rivali di sinistra, guidati dal Cancelliere uscente Christian Kern. Se all’alba del Nuovo Millennio la coalizione nero-blu (dai colori dei due partiti) venne vista con costernazione da gran parte delle Cancellerie degli Stati europei, oggi confinare al ruolo rassicurante di junior partner una forza anti-sistema populista e di estrema destra appare quasi come una soluzione inevitabile per governare la crescente disaffezione nei confronti dei partiti storici.

Dietro a Sebastian Kurz, Cancelliere in pectore della Repubblica Austriaca, che appare da sempre predestinato ad un destino di leadership (è stato nominato Sottosegretario quando era appena ventenne e titolare degli Esteri a 27 anni), c’è una grande donna. Non si tratta della sua compagna, defilata e quasi assente, quanto piuttosto di una delle componenti maggiormente in vista del suo “cerchio magico”: Elisabeth Köstinger. È lei il volto associato al nuovo corso del Partito Popolare e l’emblema di una legislatura che si preannuncia dominata dall’astro nascente di Kurz. Non a caso il giovane leader l’ha voluta candidata alla presidenza del Parlamento, per dare un segnale forte sia agli avversari sia ai potenziali partner di governo: le carte, ora, le dà il Nuovo Partito Popolare. Köstinger è la terza donna a sedere sullo scranno più alto del Parlamento austriaco e la prima del suo partito a ricoprire tale carica. Non sono ovviamente mancate le polemiche. I Neos, i liberali filoeuropeisti che ambivano a porre fine al dominio storico dei Popolari superando il vecchio schema della “Proporz” (la suddivisione consociativa di incarichi e aree di influenza con i socialdemocratici), sono stati quelli ad aver tuonato con maggior vigore contro la nomina. Il sospetto, ha dichiarato il loro leader Mathias Strolz, è che l’arrivo della Köstinger alla presidenza del Parlamento nasconda in realtà il primo tentativo di Kurz di soppesare il suo potere di manovra, in attesa di inserirla col rango di Ministro, nella compagine di governo che sta discutendo nei negoziati con l’estrema destra. Un “parcheggio” dorato, insomma, che costituirebbe il primo segnale di una criticabile sottovalutazione degli organismi parlamentari. Tanto più che non si tratta di un ruolo meramente cerimoniale.

A giocare a sfavore della Köstinger è anche la mancanza di esperienza in quella stessa aula che si è candidata con successo a presiedere.  I media austriaci hanno fatto a gara nel dipingere il suo passato “bucolico”, di ragazza cresciuta nelle potentissime organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori che sono uno dei più inossidabili bacini di voto dei Popolari.  Segretario generale del partito da maggio del 2017 (voluta direttamente da Kurz, che aveva da poco messo a segno la conquista della ÖVP ai danni dell’allora Vice Cancelliere e leader Mitterlehner), Köstinger inizia la sua carriera nel Land natio della Carinzia, dove si impegna sin da subito nell’associazionismo del settore agricolo. Dal 2002 al 2006 è responsabile delle sezioni giovanili a livello regionale e, forte del consenso sui territori derivante da tale incarico, viene eletta per la prima volta al Parlamento Europeo nel 2009. Riconfermata nel 2014, fa il pieno di voti e si guadagna sul campo la responsabilità dei temi agricoli e ambientali. È stato però il rapporto di ferro con il rampante Kurz a permetterle il grande salto e il primo, importante, successo a livello nazionale. Se il percorso verso la Cancelleria del più giovane Primo Ministro in pectore d’Europa si deve ancora concretizzare nell’effettivo varo del governo, è certo che a seguirlo ci sarà anche la giovane carinziana.

La loro rottamazione della “vecchia politica” austriaca è appena incominciata.

 

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