Partiti e politici
Almirante e Berlinguer: quei fugaci e nascosti incontri
Probabilmente si sono incontrati tra le quattro e le sei volte nel periodo successivo alla morte di Aldo Moro.
Gli incontri avvenivano il venerdì pomeriggio alla Camera dei Deputati quando il palazzo di Montecitorio è vuoto, perché i Deputati ritornano ai collegi di elezione.
Non potevano essere visti, scoperti, lo scontro politico era durissimo: non sarebbero stati capiti dai propri partiti. Lo facevano di nascosto e fugacemente.
Si incontravano alla presenza dei rispettivi portavoce, sempre in quattro. Era Almirante che si recava da Berlinguer.
Pur essendo dunque avversari agguerriti e feroci in politica,questi due uomini avevano un reciproco e rigoroso rispetto.
Berlinguer era silenzioso, taciturno ma di una specchiata onesta’ della quale Almirante ne aveva deferenza e primaria considerazione.
Scrive Marcello Veneziani: “Almirante era il principe degli oratori, paroliere d’Italia, figlio del teatro e amante di Dante e d’Annunzio; Berlinguer era l’antioratore per eccellenza, sobrio.Giorgio eccedeva sul suo piccolo Msi, Enrico invece era sovrastato dal grande Pci. Almirante era ammirato e amato da tanti ma votato da pochi; Berlinguer al contrario fu amato e mitizzato da morto, ma votato da tanti, nel segno del Pci”.
In un bel libro Antonio Padellaro – Il gesto di Almirante e Berlinguer – sostiene che si siano incontrati per conferire una motivazione ad un gesto: quello di scrollarsi le appendici armate, eversive, illegali dei rispettivi ambiti politici; debellare il terrorismo rosso e nero in un contesto storico,ove l’infuocato clima raggiunse il suo apice con l’assassinio di Aldo Moro.
Non si sa quello che si siano detti, ma di certo le questioni trattate attenevano a come uscire dal terrorismo nero e rosso che aveva straziato l’Italia anche subito dopo la morte di Moro: si pensi alla strage del 2 agosto 1980 alla stazione centrale di Bologna.
Scrive Padellaro :”Ma un gesto fu compiuto. Non è importante sapere da chi. Non importa perché. Però sappiamo che fu proprio in quel periodo–fine anni Settanta inizio anni Ottanta–che il terrorismo in Italia cominciò la sua fase calante dopo aver raggiunto, con il sequestro e l’assassino di Aldo Moro, l’apogeo della potenza di fuoco.
Ci piace pensare che il gesto di Almirante e Berlinguer, quel gesto, sia stata una luce dopo tanta oscurità”.
Una cosa è certa: quando Berlinguer mori Almirante si recò a rendergli omaggio alle Botteghe Oscure, storica sede del partito comunista italiano.
E quando varcò il portone,tutti ne ebbero alta considerazione.
Così Padellaro descrive la scena: “Almirante cammina tra la gente. Lo riconoscono: «Lui che ci fa qui?» Lo lasciano passare. Nessuno fiata. Varca il portone delle Botteghe Oscure. Gli fanno strada i dignitari del grande partito in lutto. Ritto, con il suo abito grigio, sosta al centro della camera ardente. Si fa il segno della croce e leggermente s’inchina di fronte alla cassa di legno chiaro. Dirà: «Sono venuto a rendere omaggio a un uomo da cui mi ha diviso tutto ma che ho sempre apprezzato e stimato».
Due grandi uomini di politica e di cultura di cui siamo orfani, ma dei quali ne serbiamo un gran ricordo.
Padellaro spera che un giorno ad entrambi sia dedicata una piazza, una via, in segno di una pacificazione nazionale.
“Dunque perché non dedicare una via, una piazza a quanti presero seriamente la propria vita e quella degli altri? Sfidando il timore di non essere compresi. Di essere fraintesi. Mettendo al posto dell’odio, il rispetto. Della rivalità, la comprensione. Del sarcasmo, la lealtà. E forse, chissà, l’amicizia. Piazza Almirante e Berlinguer.
Una volta s’incontrarono a Villa Borghese. Soltanto loro due. Senza ombre. Senza scorte. Molti anni dopo Almirante lo raccontò a una persona cara. Mi piace immaginarli su una panchina. Uno accanto all’altro. Sempre di venerdì. All’imbrunire. Mentre il parco si faceva silenzioso. Magari non avevano nulla d’importante di cui parlare. Magari era solo per il piacere di stare lì. Come due persone che non hanno bisogno di dirsi altro”.
Ma uomini così, non ci sono più.
Biagio Riccio
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