Partiti e politici
Addio Olgettine, quella lettera di B. scritta sotto dettatura di Boeri
«Cara, sarai venuta a conoscenza che da alcune settimane sono state depositate le motivazioni relative agli incredibili processi sulle cene in casa mia. Inutile dirti che non c’è nessun riguardo per te e per gli altri ospiti delle nostre cene e che continua su di noi l’ignobile denigrazione che tutti abbiamo assurdamente dovuto subire. Ma c’è qualcosa in più. C’è che l’aiuto che io, seguendo l’impulso della mia coscienza, ho continuato a dare a te e alle altre ospiti per lenire gli effetti della devastazione che questi processi hanno causato alla vostra immagine, alla vostra dignità, alla vostra vita, rischia di essere incredibilmente strumentalizzato ipotizzando addirittura dei possibili reati a carico non solo mio ma anche vostro. A questo punto i miei legali pur comprendendo la generosità e l’altruismo della mia iniziativa, mi invitano con assoluta determinazione, a non continuare con il sostegno economico mensile, perché si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da quella reale. Per queste ragioni sono obbligato a sospendere da gennaio ogni mio contributo. Ti voglio bene, Silvio».
Questa lettera, spedita a gennaio a tutte le signorine Olgettine, è stata scritta da Silvio Berlusconi sotto dettatura. Lui, è del tutto evidente, non avrebbe mai voluto scriverla. Ma non risponde al vero, come si sostiene nella missiva, che l’abbiano obbligato i legali, i quali, come sapete bene, nelle sue cose non ci hanno mai capito una mazza prima dell’arrivo di Franco Coppi – «un avvocato solo al comando» -. Del resto, a consegnarlo alla storia come l’impenitente puttaniere che tutti apprezziamo è stato proprio il professore, che ha mandato a ramengo in poche battute processuali tutte quelle baggianate di Niccolò Ghedini con cui avrebbe inteso farlo passare per un benefattore di vite complicate.
Quella lettera, in realtà, gli è stata consigliata caldamente da Tito Boeri, neo presidente dell’Inps, impegnato nel riordino infernale dell’istituto più importante d’Europa. Preoccupato per l’impressionante slabbramento provocato dalle precocissime pensioncine che le damine Olgettine succhiano da anni al povero Cav. a cui non avrebbero, secondo le ultime notizie, intenzione alcuna di rinunciare, pena una denuncia alla Corte internazionale dell’Aja, il professor Boeri ha chiamato l’ex presidente del Consiglio e gli ha imposto la nuova linea di condotta. Si tratta, secondo calcoli forse eccessivamente prudenti, di un risparmio di 2 milioni di euro che sino a questo momento sono uscite dalle casse del ragionier Spinelli, torturato, pena terribile depressione, da parte delle Olgettine che lo inseguono in ogni dove, scovandone senza pietà gli improvvisi cambi di residenza, che peraltro lo hanno portato a una dolorosa separazione dalla signora, la quale ora sta chiedendo tutti i danni arretrati.
Dunque, nella lettera si certifica che da gennaio il Cav. non versa più l’obolo. Tre mesi quindi. Per le ragazze un’eternità, venendo a mancare quella minimo di sussistenza che giustificava almeno uno sgavazzo bi-settimanale in via Montenapoleone e dintorni. Pare si sia anche creata una commissione interna, che ha subito preso un paio di decisioni di una certa consistenza: da una parte proteggere e far valere le proprietà di “lavoratrici” i cui diritti sono stati calpestati, gettando un ponte in direzione di «Coalizione sociale», la nuova formazione politica di Maurizio Landini, il quale sulle prime ha mostrato una qualche, motivata, perplessità. Le ragazze, furbescamente, si sono presentate in felpa rossa Fiom-Olgettina, peraltro con zip appena sospesa sul petto, in modo da sollecitare la curiosità politica del nostro. Il quale, superato un primo momento di comprensibile sbandamento, ha poi rapidamente aperto un confronto, concluso con la richiesta ufficiale di un incontro nel salone delle feste di Villa San Martino. La risposta del Cav. non è ancora arrivata.
Parallelamente, le nostre giovani sindacaliste hanno aperto un file proprio con l’ex signora Berlusconi. Ci è voluto una buona dose di coraggio per contattare Veronica, ma poi il ghiaccio è stato rotto dalla mitica Marysthell Polanco, quella che strapazzava il prefetto di Milano come fosse il suo zerbino. Marysthell ha toccato le corde giuste, come solo le donne tradite sanno trovare pur da posizioni diverse se non opposte, ha richiamato la mozione della concretezza spalancando di fronte alla signora Lario la possibilità di fargli “un culo così”, ha usato proprio questa espressione. Veronica, a cui come tutti sapete il postino bussa ogni mese depositando in salotto l’assegnuccio di un milione e trecentomila, che al Cav. costa una quintalata di bile, ha saputo persino consolare le nostre giovani amiche gettate ormai sul ciglio di un burrone da quell’uomo senza requisiti morali. Ha garantito loro assistenza psicologica in questo momento di grande fragilità, poi ha chiamato l’amico Massimo Cacciari, professore di filosofia, concordando con lui un corso breve di laurea che dovrebbe restituire interamente l’onore a queste giovani fanciulle smarrite e senza bussola: “Come sposare un milionario e vivere felici”.
* per chi ancora non l’avesse capito, il riferimento al presidente dell’Inps è chiaramente ironico e immaginario
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