Partiti e politici
A rischio il futuro di Giuseppe Conte e dei 5 stelle
Inutile girarci attorno. La verità è che il futuro politico del Movimento 5 stelle, e con lui quello di Giuseppe Conte, è ormai appeso ad un filo. Circa un mese fa, con l’appoggio a Draghi e l’avvio di un radicale mutamento nella proposta politica del M5s, grazie anche alla nuova leadership dell’ex-premier, le speranze di una sua ricostruzione su basi meno aleatorie e più inserite nel mainstream del sistema partitico si erano fatte improvvisamente concrete.
Un disegno di alleanza con l’area più progressista dello schieramento, tornando a puntare sugli elementi che avevano positivamente caratterizzato gli esordi (digitalizzazione, ecologia, sostenibilità ambientale) sembravano poter indicare un percorso in grado di suscitare un significativo livello di consenso, intorno a temi così cruciali soprattutto in questo periodo di ricostruzione, ma spesso dimenticati dall’offerta politica nostrana, al contrario di quanto è accaduto e accade in molti paesi occidentali.
Ma troppe figure di questo quadro potenziale sembrano essere andate improvvisamente fuori posto, in maniera molto repentina. Prima di tutto il conflitto, inizialmente sotterraneo poi sempre più palese, tra Casaleggio e Grillo, che scegliendo Conte ha introdotto una distorsione evidente nel funzionamento del vecchio soggetto politico; poi quello tra Rousseau e gli eletti pentastellati, invitati a versare le quote di denaro che questi ultimi non avevano alcuna intenzione di rifondere; la frattura tra gli iscritti sulla considerazione della partecipazione al governo di “unità nazionale”, con poco meno della metà che si è apertamente dichiarata contraria; il livello di gradimento particolarmente basso tra gli stessi elettori dei 5 stelle, infine, sulla fiducia a Draghi e al suo governo, inferiore perfino al giudizio espresso da chi pensa di votare Fratelli d’Italia, di fatto l’unica forza di opposizione a questo esecutivo.
Ultimo tassello, ma non certo il meno importante almeno a livello comunicativo, il messaggio video postato in rete da Beppe Grillo sulla situazione giudiziaria che coinvolge il figlio, un episodio che ha provocato all’interno del Movimento un deciso imbarazzo e, da parte di Giuseppe Conte, la chiara incapacità di ergersi con forza come il vero nuovo leader di questa forza politica: un (quasi) silenzio piuttosto assordante che la dice lunga sulla sua scarsa decisività ed autonomia nella (ri)costruzione del nuovo soggetto con forme inedite rispetto al passato.
La stessa ipotizzata alleanza con l’area di centro-sinistra progressista, sponsorizzata da Grillo, con Conte come nuovo “portavoce”, subisce a questo punto una pesante battuta d’arresto, vista appunto l’indecisione con cui l’ex-premier ha trattato l’interna faccenda, di fatto subendola senza riuscire a superarla in maniera positiva, cercando di tenere separato il messaggio e la posizione del M5s da quella del suo fondatore.
I prossimi giorni, in cui si dovrebbero poi costruire alleanze in vista delle amministrative autunnali, saranno dunque decisivi per comprendere se il Movimento 5 stelle riuscirà realmente ad attuare quella svolta che potrebbe rappresentare di fatto la sua ultima spiaggia, oppure sarà destinato ad una prematura scomparsa dalla scena politica che conta.
*Università Statale di Milano
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