Partiti e politici

7 mantra per il referendum di ottobre

19 Aprile 2016

Essere un militante politico e frequentare i social network, nei giorni scorsi, è stata indubbiamente un’esperienza da non ripetere. Prima del referendum, dopo il referendum, durante il referendum: il balletto a cui si assisteva quasi ad ogni latitudine politica sembrava più generato da una perversa coazione a ripetere – argomenti, para-argomentazioni, battutine, insinuazioni ed insulti – che non a sana passione politica.

Io ve lo dico: non ce la si fa. Si sta dando uno spettacolo triste e non si va da nessuna – nessuna – parte.

Non valgono niente, ma ecco i miei sette mantra per sopravvivere ai prossimi mesi di delirio (mi scuso: dibattito) sulla riforma costituzionale.

1) Deciderò da che parte stare e accetterò serenamente che si possa stare anche dall’altra parte.

2) Cercherò di argomentare nel merito, per quanto potrò.

3) Accetterò che nella realtà le cose [che riteniamo] giuste non stanno mai tutte da una parte o tutte dall’altra, ma che, sempre nella realtà, a un referendum le sfumature non sono possibili. Per questo, cercherò di capire che in alcuni casi i punti di vista degli altri sono condivisibili, anche se nell’insieme si arriva ad una conclusione diversa.

4) Non insulterò nessuno, né direttamente né indirettamente. Non insinuerò che chi la pensa diversamente da me sia arretrato o fascista.

5) Non accetterò insulti da nessuno, né direttamente né indirettamente. Non accetterò che chi la pensa diversamente da me insinui che io sia arretrata o fascista. Se accadrà risponderò in modo educato ma assolutamente fermo.

6) Cercherò di non farmi ossessionare da discussioni, scenari, prospettive apocalittiche: la vita non è fatta solo di politica. Cercherò di dare il giusto valore alle cose.

7) Ah, per la cronaca, ho già deciso che cosa voterò. Voterò sì. Probabilmente mi si darà della renziana senza capacità di pensiero autonomo, e proprio per questo la mia regola d’oro sarà soprattutto una: prendere sul serio l’indipendenza e l’autonomia di giudizio dei miei interlocutori.

Buona campagna, e speriamo in bene.

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