Partiti e politici

2019: fuga da Forza Italia. E Renzi non farà prigionieri

18 Settembre 2019

A 10 anni dalla creazione del PDL, nato sul predellino per evitare il sorpasso di Fini, i pochi berlusconiani rimasti in Forza Italia pagano e pagheranno con gli interessi la loro scarsa visione strategica e l’entrismo degli ex missini. L’Emilia e soprattutto Bologna e Modena rappresentano il ‘Bignami’ del modello utilizzato: a ogni livello dirigenziale ed elettivo i posti sono stati occupati da ex An, che hanno negli anni eliminato ogni berlusconiano e ogni residuo di berlusconismo, coadiuvati da ex democristiani, ex Udc, ex Ncd, ex la qualunque compiacenti, e che adesso “nel nome della coerenza” tornano alla casa madre, lasciando il partito senza nessun eletto né dirigente.

Si tratta di operazioni studiate da anni e preparate nei dettagli tattici da mesi, ovviamente. Ma quello che non è stato previsto dai sovranisti è l’effetto congiunto che avranno sull’elettorato di mezzo il colpo di sole di Salvini e la mossa di Renzi.

Salvini, esasperando ogni situazione e polarizzando all’estremo, sa che sta spingendo l’elettorato moderato – quello che non ragiona solo di pancia e che quindi non gli serve – nelle braccia di Renzi. E Berlusconi, che prima di tutti ha capito il gioco e il problema, non ha però nessuna arma credibile per arginare la falla. Perché alla prova dei fatti con Salvini e con i sovranisti Forza Italia non ha al momento nulla in comune: nei Comuni, dove alle ultime elezioni non le è stato concesso manco uno strapuntino; nelle Regioni, dove gli altri hanno già candidati forti mentre Forza Italia pensa a come piazzare la Castaldini; in Europa, dove Forza Italia ha contribuito alla formazione della nuova Commissione europea; in Italia, dove Salvini ha causato da solo la crisi e poi ha sempre parlato e deciso per sé, mai per il centrodestra.

I punti in comune rimasti sono talmente pochi che Berlusconi ha dovuto riesumare lo spauracchio comunista per giustificare, più con i suoi che al Popolo, la mancata entrata nel governo giallorosso. Ma oggi che Renzi ha a sua volta rescisso i rapporti con la sinistra, anche questo spauracchio è destinato a cadere. Berlusconi non riuscirà a contenere i suoi, e dovrà scendere a patti con Renzi per le regionali. Ma Renzi, che oggi si sente forte e che comunque ha 40 anni di meno, non farà nessun patto e non farà prigionieri: si limiterà a prendere qualche dirigente locale e punterà a prendere tutti i voti moderati, se non oggi nel breve, senza legami con il passato di nessuno.

Magath

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