Parlamento
Paracadutati Pd nella roccaforte di Modena, ancora 5 giorni di sacrifici
Coraggio, ancora cinque giorni e questo incubo sarà finito. Lorenzin, Fassino, De Vincenti, Fedeli, ministri e capi-bastone nazionali paracadutati in massa nell’unica (o quasi) provincia ancora sicura per il Pd: Modena. Ancora cinque giorni e il calvario modenese sarà finito. Cinque giorni e potrete smetterla di far finta di sorridere in questa terra che vi è stata presentata come ricca e provinciale, grassa e grezza. Cinque giorni ancora di viaggi in aziende autodefinitesi ognuna leader di qualcosa, cinque giorni ancora di polisportive piene di vecchi e di pareti ingiallite, di associazioni di volontariato buone buone, di parrocchie e di hotel a tre stelle con vista strada provinciale. Di visite in case da funerali e in aziende sponsor di candidati locali, di cerimonie con l’alzabandiera e di Messe del patrono. Di interviste, di flash e di filmati. Cinque giorni ancora di sacrifici in una provincia dove siete stati catapultati e che, per voi, ha l’unico pregio di rappresentare ancora una cassaforte di voti per il centrosinistra. Ultima oasi elettorale di un lago ormai prosciugato. Prosciugato dalla avidità del vostro stesso Sistema.
Anche la casa in affitto per un mese vi è toccato prendere. Un purgatorio che è sembrato un inferno.
Quanto è stato difficile Beatrice Lorenzin partecipare a incontri pubblici sforzandosi di farsi presentare come ministro in mezzo a quella plebaglia di candidati locali? Che pure la tosse e la bronchite doveva mettercisi… Il vaccino antinfluenzale non dev’essere bastato.
Quanto è stato difficile Claudio De Vincenti confrontarsi con candidati che a Roma sono stati al massimo per una gita scolastica? Lei, principe de Roma…
Quanto è stato difficile signora Valeria Fedeli tollerare l’ennesimo insulto per la sua mancanza di uno straccio di laurea… Via anche fosse in Scienze della Comunicazione. Che quella la danno a cani e gatti.
E Fassino, Piero Fassino… Quanto le è costato sopportare la retorica urlata, da vena grossa nel collo dei suoi interlocutori… Lei così superiore, austero, padre del Pd, sindaco di Torino. Uomo dello Stato!
Quanto è stato difficile? Ma nonostante tutti i vostri sforzi, perfino il vostro tentare di scimmiottare in modo patetico il dialetto modenese, lo abbiamo visto che questa terra non è vostra e che in fondo la disprezzate. Dietro alle vostre cravatte e alle vostre spillette. Difesi dai vostri compagni di partito, candidati pure loro, e fintamente amici. Dai Matteo Richetti, Stefano Vaccari e Edoardo Patriarca in tenuta da camerieri, guidati dal sindaco Giancarlo Muzzarelli o dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, a mostrarvi le eccellenze del made in Modena. Ma anche da quei vostri colleghi di partito modenesi a cui avete tolto il posto (ricordate l’inutile sacrificio del compagno Gianni Cuperlo?) e che vorrebbero sputarvi in faccia (fisicamente credetelo), ma non lo fanno perchè sperano ancora in una ricompensa da fedeli servitori.
E quelle cene. Quell’odore di gramigna e ragù che ormai vi deve nauseare e quel Lambrusco, vino imbevibile per i vostri palati. E poi vederlo intriso con il bensone col bicchiere trasformato in trogolo… Che schifo vero? E quella puzza di maiale che entra dai finestrini delle vostre auto blu che nemmeno lo si può dire, perchè quelle aziende che sgozzano i maiali aiutano… Eccome se aiutano.
Coraggio Lorenzin, Fassino, De Vincenti, Fedeli. Ancora cinque giorni ed è finita. Potrete riavvolgere il vostro paracadute e sparire per sempre da Modena. Voi e la vostra scorta che con spocchia vi ha seguito.
Potrete sparire e non farvi mai più vedere, dimenticando per sempre le promesse da marinaio che avete pronunciato in queste settimane. Verrete eletti probabilmente in Parlamento, obiettivo raggiunto: perchè Modena è così. Generosa. E non si offende per essere trattata come una prostituta.
Perchè sa di non avervi concesso nulla. Non vi ha mostrato il suo vero volto, perchè voi non lo meritate. Vi ha lasciato credere di essere solo la città dell’Accademia militare e del Sito Unesco, dell’aceto balsamico e della Ferrari. Vi ha mostrato quello che volevate vedere perchè comunque non avreste visto altro.
I Comuni dell’Appennino più orgogliosi e riservati delle Alpi, le campagne a ridosso della città che d’estate brillano ancora verdi e fresche nonostante l’autostrada e l’inceneritore, le vie del centro strette strette dalle quali la Ghirlandina si mostra come un faro spento ma vigile, la Bassa ferita ma non umiliata che voi avete usato come la ricostruzione fosse un gioco, le facce che vagano lungo via Emilia, sempre le stesse: sconosciuti divenuti ormai familiari, la solidarietà silenziosa dei singoli, fuori dall’associazionismo strumentale. Queste resteranno per voi sempre e solo parole vuote.
Modena si è lasciata insultare senza discutere, perchè mentre voi la insultavate Lei si prendeva gioco di voi.
Tra cinque giorni probabilmente vi regalerà anche il voto. Purchè vi leviate per sempre dalle scatole. O chissà, magari vi farà una sorpresa. Perchè, in fondo, a tutto c’è un limite. E chissà che a Roma non vadano quei bifolchi dei vostri avversari locali.
Giuseppe Leonelli
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