Parlamento
Sfiorita una Speranza se ne fa un’altra: Amendola nuovo capogruppo?
ROMA – Ultime dal Nazareno. Nei corridoi di via Sant’Andrea delle Fratte più di un parlamentare di fede renziana mormora che manchino poche ore alla scelta del capogruppo di Montecitorio. Le dimissioni di Roberto Speranza, dopo lo strappo che si è consumato all’ultima riunione del gruppo parlamentare, avrebbero aperto una ferita profonda all’interno della galassia dell’ex sindaco di Firenze. Matteo Richetti, renzianissimo della prima ora, avrebbe il physique du role per rivestire l’incarico ma viene considerato dal “giglio magico” «un battitore libero». E ciò, come conviene alla casa madre e alla narrazione dei vertici, non giova. Anzi. I fedelissimi del capo dell’esecutivo vorrebbero invece puntare su Ettore Rosato, franceschiniano, conoscitore come pochi dei giochi d’Aula, oggi vicepresidente vicario del gruppo, e che vanta da sempre un grande feeling con il ministro per le Riforme e per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Ma l’ultima parola, come sempre, spetterà a Matteo Renzi. Per tenere insieme area riformista, o per ridurre ai minimi termini le defezioni all’interno della corrente bersanianian-speranziana, il premier in veste di segretario sarebbe intenzionato a proporre Enzo Amendola come guida dei parlamentari democrat. «È antipatico al punto giusto», ironizza un deputato di fede renziano. Un tempo dalemiano, a Montecitorio descrivono il “giovane” Amendola come il ponte di collegamento fra la maggioranza e la minoranza del partito. Si vedrà.
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