Parlamento

Meno extracomunitari=meno consumo di carne: l’ultima “battaglia” di Di Battista

22 Novembre 2014

Quanti modi ci sono per presentare in video una legge sull’inserimento dell’alternativa vegetariana nelle mense scolastiche, universitarie e ospedaliere? Alessandro Di Battista, parlamentare a Cinque Stelle noto per il suo linguaggio populista che lo ha reso uno dei volti più conosciuti e apprezzati del Movimento, sceglie di partire dall’immigrazione, tema caldissimo nel Paese e che in diverse città italiane è il substrato delle proteste più disordinate. Immigrazione e consumo eccessivo di carne dunque, due fenomeni solo “apparentemente distanti” si affretta a precisare Di Battista, ma che invece nascondo una “profondità di ragionamenti, ragionamenti a Cinque Stelle” dice. Il video è stato rimosso da Facebook dopo circa quindici minuti, eppure aveva già ottenuto più di 170 condivisioni, un’ondata di like e commenti in maggioranza positivi, tranne qualcuno che si è lanciato in una difesa accorta degli onnivori (non degli immigrati, per carità) e a cui Di Battista si è premurato di rispondere che “nessuno sta cercando di vietare l’uso di carne” e che lui stesso, nonostante il proposito di diventare vegetariano, in fondo ci casca sempre.

Ma come iniziava il discorso agli italiani del cittadino Di Battista? “Da una parte c’è il buonismo tipico di sinistra, boldriniano, che dice agli extracomunitari venite venite che qua c’è posto per tutti – diceva in video il parlamentare – dall’altra parte una pericolosa deriva razzista di chi è stato al governo oltre dieci anni e non hanno fatto niente per contrastare l’immigrazione clandestina e oggi sfrutta la povertà degli italiani per racimolare qualche voto all’insegna del chi non salta clandestino è! In mezzo ci dobbiamo stare noi, cittadini italiani che accendono il cervello e che mettono in relazione fenomeni apparentemente distanti. Ad esempio il consumo di carne con l’immigrazione”. La relazione sta in quello che avviene nel “Sud del mondo, da dove vengono maggiormente gli immigrati” secondo Di Battista: le multinazionali “rubano terreni per destinarli alla produzione di mangimi per allevamenti intensivi di bovini”. E così gli “extracomunitari” sono spinti a venire nel nostro Paese.

Un tema serissimo quello dello sfruttamento delle risorse naturali, della terra (il “land grabbing”, l’accapparramento delle terre, che pure Di Battista non cita esplicitamente) e dell’acqua (su cui invece spende due parole) che la Fao per prima, seguita dai movimenti per l’accesso alla terra, ha denunciato e che non meriterebbe semplificazioni. Un fenomeno che riproduce povertà, distruggendo un’economia locale e comportando la perdita irreversibile di risorse non riproducibili. Stefano Liberti, giornalista e regista, ha scritto un libro importante che aiuta a fare chiarezza: “Land grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo” (Minimum Fax), il primo reportage sulla corsa frenetica all’accapparramento che vede impegnati i Paesi, come quelli arabi, ricchi di liquidità ma privi di terre fertili, accanto alle multinazionali dell’agrobusiness interessate a creare enormi piantagioni per la produzione di biocarburanti, o ancora società finanziarie convinte che l’investimento in terre possa garantire guadagni sicuri. Il risultato è l’avvento di una nuova forma di colonialismo che rischia di alterare gli scenari internazionali, come dimostrano per reazione le recenti rivolte nordafricane, legate all’aumento dei prezzi delle derrate alimentari.

Di questa complessità Di Battista non fa menzione, la legge sulle mense pubbliche semi-vegetariane, che ha come primo firmatario il suo collega Mirko Busto, infondo ha bisogno di una spinta popolare che vada perfino oltre gli effetti del consumo intensivo di carne sulla salute, oltre la fascinazione dei vegetariani. Anche il land grabbing è affare di una nicchia di ambientalisti, non funziona se punti a ottenere il massimo dei like su Facebook. E’ l’immigrazione che entra prepotentemente nelle orecchie dei “cittadini che accendono il cervello”, non ad esempio lo sfruttamento dei migranti nelle campagne italiane sotto caporali (per restare in tema di alimentazione), ma questa invasione orticante del Sud del mondo nelle città italiane. Quello che interessa a Di Battista è l’equazione “meno consumo di carne=meno extracomunitari in Italia”. “Un ragionamento a Cinque stelle”, appunto, che nella tavola degli italiani brava gente di questi tempi può fare venire l’acquolina in bocca.

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