Parlamento

M5S verso la “normalizzazione”?

12 Aprile 2016

Oggi è un giorno importante per il Movimento 5 Stelle. Al di là della naturale tristezza per la scomparsa di uno dei co-fondatori, si apre uno scenario inedito per i pentastellati. Uno scenario che, a mio avviso, non può che portare alla sua “normalizzazione”, cioè al suo diventare “partito” a tutti gli effetti, più di quanto non lo sia già oggi.

Premesso che ogni attore collettivo che compete alle elezioni per la gestione diretta del potere politico è un partito – e dunque lo è anche il M5S – ciò che ha fin qui distinto la creatura di Grillo e Casaleggio è stata la sua vocazione anti-partitica e anti-organizzativa, direi. Il non-statuto ne è la prova più grande. L’obiettivo è la democrazia diretta – o meglio la cyberdemocrazia – e pertanto non servono regole scritte, ruoli, responsabilità e gerarchie interne. Decide sempre il “popolo”, su tutto, a maggioranza. Questo almeno era l’intento iniziale.

In realtà abbiamo visto che il processo di normalizzazione si è andato dipanando fin da subito: il “popolo” vota ben poche decisioni online (e solo quelle decise da Grillo e Casaleggio, per l’esattezza), le riunioni “tutte in streaming” non sono mai nate (anzi ben poco può trapelare all’esterno per rischi di “epurazione”), all’occasione si è ricorso tranquillamente al voto segreto in Parlamento, la democrazia interna non esiste se non come un “tribunale del popolo” chiamato ad espellere i “traditori”, sempre su input dei co-fondatori…insomma, la linea tutta “Rete e trasparenza” ha subito dovuto fare i conti con la gestione di un organismo complesso, quale è un partito politico.

E la “baracca” ha retto fino a oggi proprio perché c’era una regola non scritta: in assenza di gerarchia formale, decidono i fondatori, Grillo e Casaleggio appunto. Con il particolare, noto ai più, che Grillo era la “faccia” nota del movimento, il testimonial pop, utile ad attrarre consenso sui media e nelle “piazze”, mentre Casaleggio era la “mente”. Era lui lo stratega e l’uomo-marketing. È lui che ha di fatto creato il marketing oriented party che è sempre stato il Movimento 5 Stelle. Un partito nato letteralmente dalle analisi di mercato: cosa chiedono i cittadini? Onestà, trasparenza, fine del finanziamento pubblico, riduzione dei costi della politica, delegittimazione e ricambio totale dell’intera classe politica, ecc. ecc.

Cosa succederà adesso che la “mente” non c’è più? Come farà un partito costituito da diversi milioni di elettori e diverse migliaia di aderenti a procedere in assenza di un’organizzazione e di regole interne? Neanche un condominio regge senza organizzazione, regole e responsabilità formali.

La leadership carismatica e “naturale” (in quanto fondativa) di Grillo e Casaleggio aveva di fatto trasformato un movimento democratico “dal basso” in un partito diarchico sin da principio, fino alla proprietà di simbolo, nome e blog (che è anche la “sede” del Movimento) intestati a Beppe Grillo. E la loro leadership è servita proprio a compensare l’assenza di strutturazione interna. Se il capo non si discute, un’organizzazione può anche funzionare senza regole e ruoli. Ma quando il capo viene meno? Come si evita l’anarchia e la guerra di tutti contro tutti?

Non vedo alternative. O nasce, in tempi brevissimi, un nuovo Casaleggio nel Movimento, oppure il prossimo passo sarà un congresso, che ovviamente si chiamerà “mega meetup” o qualcosa del genere, ma di fatto, al di là del maquillage terminologico, sarà un congresso. Per stabilire le regole di “convivenza” interne e (stavolta si, democraticamente) chi guiderà il partito.

A quel punto però la demarcazione tra “noi” e “loro”, tra i partiti e il Movimento, sarà ancora meno netta. Resterà solo il messaggio, il claim della diversità antropologica, basata sull’ “onestà”. Fino al primo indagato per corruzione o per peculato, ovviamente. Poi la favola potrebbe finire del tutto. A meno che qualcuno davvero pensi che la corruttibilità e la fallibilità siano caratteristiche solo dei “politici” di professione e non di tutti i “cittadini”.

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