Parlamento
La Grecia fa default? In Transatlantico si parla di De Luca
Mentre la Grecia affonda in Transatlantico si sprecano fiato e parole sul caso De Luca. Eccola lì la cifra del Parlamento italiano. La guerra delle carte bollate, che accompagna il popolo campano dall’indomani delle elezioni regionali, appassionail chiacchiericcio di un Palazzo che sotto sotto, per animare le sterili settimane da “impiegati del bottone”, fa il tifo per il ritorno alle urne. Con un particolare di non poco conto: «Se si tornasse a votare – ruggisce un pentastellato – potremmo giocare per vincere». «Boom» risponde il renziano che ascolta con la soluzione in tasca. «De Luca non è mai stato il candidato renziano, Matteo h auna carta top secret da spendere».
Poco più in là, si scorgono le sagome dei siciliani, coloro che ancora oggi ostentano il grado di “onorevole”. «Guai a chiamarli diversamente» sussurra un commesso. E fra i siciliani, dicevamo, è tutto un “Crocetta ha le ore contate”, “la Borsellino sta per dimettersi”, “lo scandalo sanità fa tremare palazzo d’Orleans”. Perché «la Sicilia è la Grecia d’Italia» urlano i destri ma anche i sinistri di rito renziano. Fa discutere anche la nomina dell’altro “peso morto ” di Matteo Renzi, il neo governatore di Puglia Michele Emilaino. Il quale con un colpo di mano ha indicato come addetto stampa della presidenza nientepopodimeno che la sua compagna. Particolare che allietano il caldo pomeriggio nei divanetti del Transatlantico.
Ma oggi è un grande giorno per il Pd. Ecco perché molti democrat si sparano un selfie, dallo scranno dell’emiciclo, con il primo numero de l’Unità firmata Erasmo D’Angelis: «Bentornata, oggi è un giorno speciale». Non per la Grecia. E, soprattutto, non per l’Europa. Peccati che agli “onorevoli” non importi né del dramma ellenico, né delle conseguenze sulla nostra economica. Viva i selfie!
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