Parlamento

I Cinque Stelle e l’onesta incompetenza

3 Febbraio 2015

Una componente strategica del successo del M5S è riconducibile ad un principio molto semplice: dare l’opportunità a perfetti sconosciuti, politicamente ignoranti, provenienti dalla c.d. società civile di essere protagonisti sullo scenario locale e nazionale.

Chiunque, anche il più misero “analista politico da divano“, può immedesimarsi in questi “cittadini eroi” per lo più senza competenze, spesso e volentieri anche senza lavoro, per i quali il Parlamento risulta una sorta di ufficio di collocamento, c.v. dei parlamentari alla mano. E a casa quelli che sognano di poter essere un giorno al posto loro.
Non è che questo non possa avvenire e non sia mai avvenuto anche in altri partiti, anzi: il tutto, però, viene molto spesso “mitigato” dalle responsabilità di governo, ovvero dalla necessità di dover gestire la cosa pubblica con un minimo di competenza.

Diversamente, in un Movimento con quasi nulle “velleità governative“, è fisiologico che la selezione della classe dirigente sia sensibilmente più blanda.

L’assioma grillino imperante è che l’onestà sia condizione necessaria e anche sufficiente per amministrare la cosa pubblica; se poi si è incapaci di elaborare anche una semplice comprensione del testo scritto, va bene lo stesso. Anzi è pure meglio, magari. Così per  il “grande burattinaio” è più semplice indottrinare e “illuminare” le menti degli “adepti”.

Si è costruita una grande operazione di suggestione generale, un grande sogno per tutti: “Vota quelli come te, per diventare come loro“.
Un Partito di “Onesti Incompetenti” chiamato a votare le leggi dello Stato è lo status maggioritario del Movimento in Parlamento.

Rimane una curiosità: chi hanno votato i “duri e puri” del M5S in questi ultimi venti e passa anni?

Non hanno votato? O hanno optato per quelli che hanno “sfasciato il Paese portandolo alla rovina”?

Vi conosco mascherine“: non siete forse voi quelli che attaccano tutti gli altri con la nomenclatura dell’indottrinato? Questo anche a chi critica con onestà intellettuale il proprio partito.

Molti simpatizzanti e militanti cinque stelle, invece, si vede, fanno fatica. Fanno molta fatica a praticare la critica costruttiva anche all’interno del Movimento. E anche quando, sporadicamente, lo fanno, “usano i guanti”, per non disturbare troppo “Lord Blog”. Anche perchè se si discostano dalla sua linea, vengono espulsi dal Movimento senza tanti complimenti.

Lo stato attuale pare purtroppo essere quella dell’arcinoto “bue che dà del cornuto all’asino“.

Con quei badge nelle immagini di profilo, sono inconsapevolmente convinti di essere liberi di pensare, senza accorgersi che sono ormai dentro una setta, con l’uso generalizzato di quel linguaggio un po’ goffo e gretto, con quel tono aggressivo e illiberale, mutuato dal loro leader, per nascondere una certa mediocrità del pensiero di fondo.

Con argomentazioni banali, ripetitive e strumentalmente offensive, sempre a parlare di soldi con una sorta di livore sociale malcelato, sempre a guardare dallo spioncino, con rabbia.
A questo punto che dire? Ridateci i Comunisti, i Liberali, anche la Democrazia Cristiana?

Il Movimento degli Onesti Incompetenti e fieri di esserlo, potrebbe essere e fare molto meglio di come ha fatto finora: hanno perso una grande occasione di poter davvero incidere sulle riforme e tenere la rotta del timone governativo sui bisogni della società civile. Con l’elezione in parte condivisa del nuovo Presidente della Repubblica appare una certa maturazione di parte dell’espressione parlamentare del Movimento.

Dovranno decidere quale strada prendere: quella della lealtà al leader fino alla fine, costi quel che costi, o quella della responsabilità parlamentare e di governo del Paese? Ai posteri l’ardua sentenza.

Nel frattempo non ci resta che l’auspicio che nel futuro la strada percorsa dal Movimento possa essere diversa e fungere come da sua vocazione d’origine da anello di congiunzione tra la società civile e la politica. Questo potrebbe accadere nel caso in cui gli esponenti meno intransigenti e più equilibrati riescano ad affrancarsi dal “giogo” del “manovratore web” e a rendersi pienamente consapevoli di non essere espressione di un segmento della società ma “rappresentanti dell’intero Popolo Italiano“.

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