Infrastrutture
Hagas lo que hagas: PONTE bragas! Bragas Ponte!
Eccoci qui, aspettavamo il Capitano al varco. A dire il vero non immaginavamo niente di meglio, conoscendo il soggetto e i suoi sillogismi traballanti oltre che una sconoscenza totale di ciò di cui decide di parlare. La sua cifra è, ormai lo sappiamo, la demagogia nuda e cruda, sperando, prima o poi, di far centro.
Il Ponte sullo Stretto, la sua creatura prediletta che ancora non esiste ma su cui ha investito quasi tutte le sue energie, sebbene adesso sia stato quasi messo nel ripostiglio per evitare polemiche a causa di tutte le difficoltà emerse, ritorna sulle sue labbra a estate quasi finita per cercare di convincere gli elettori, ma forse più per convincere sé stesso. O forse perché il suo narcisismo necessita di un’esibizione di tanto in tanto.
Il video di Elly Schlein della scorsa primavera, che mostrava come ci volessero solo venti minuti per attraversare lo Stretto via traghetto, ha fornito al Capitano lo spunto per dimostrare, secondo la sua logica, come invece la gente, dice lui siciliani e calabresi, il resto sembra non interessargli, siano costretti a rimanere in coda per due, tre, addirittura quattro ore, prima di poter salire su una motonave ed effettuare la breve traversata.
Se ci fosse il ponte, continua, ci si metterebbero quattro minuti, ben trentasei in meno dei venti impiegati da Schlein.
Si pongono vari quesiti dopo l’ennesima uscita adolescenziale del vicepremier.
Il primo è: ma se nel frattempo il Ponte non c’è (e non ci sarà per chissà quanto tempo ancora, se mai verrà costruito) e perfino tu noti che c’è un disagio per chi deve attraversare il mare in un punto nevralgico, tu, che sei anche il ministro delle infrastrutture, che cosa fai per cercare di migliorare la circolazione? Non ti viene in mente di istituire corse supplementari in modo da smaltire meglio il traffico? Sarebbe compito tuo. Invece fai come il bambino dell’asilo, in questo caso una specie di Pinocchio, che ridacchia su quello che ha detto la maestra. Hai visto che il ponte ci vuole? Nel frattempo si tira a campare e a riscuotere il lussuoso stipendio montecitoriale pagato da tutti i cittadini, anche quelli che non lo hanno votato.
Il secondo interrogativo ha implicazioni anche più gravi, perché significa che la confidenza del Capitano coi numeri è assai scarsa.
Se si formano code di chilometri di gente che va e che viene alle due opposte sponde, significa che c’è una quantità di spostamenti oltre la norma, la stagione turistica è così, si sa, sempre stata così.
Ci sono code sulle strade statali e provinciali, sulle autostrade, ai musei, ai ristoranti, ai teatri per un surplus di gente in movimento. I lungomari delle città costiere spesso sono intasati, sia nelle ore di punta, sia nelle sere d’estate: spesso sui lungomari ci sono i gelatai o i ristoranti di pesce, i venditori di zucchero filato e di souvenir, di parei, di effetti da spiaggia, e di qualsiasi diavoleria estiva. Che fai, poiché c’è traffico dici che si dovrebbero costruire dei ponti o dei tunnel sottomarini da Rapallo a Gallipoli?
Non ti viene in mente che, con un tal numero di autovetture, pullman, camper, camion, anche sul Ponte sullo Stretto si verrebbero a formare delle code ai caselli e, possibilmente, anche sullo stesso ponte? Ma poi, davanti a un traffico così intenso, visto che il territorio intorno a Messina è quello che è, ossia colline scoscese e fragili, sei così sicuro che le vie di accesso alla città o alle autostrade verso Catania e Palermo riuscirebbero ad essere sgombre per far circolare tutti sempre e fluidamente? Sei mai stato sulle tangenziali di Messina nelle ore di punta?
Non credo, Capitano. Al traffico delle ore di punta si aggiungerebbe pertanto quello turistico che, invece, attraverso la diluizione degli arrivi scaglionati dei traghetti, e non massivi come sarebbero se ci fosse il ponte, bene o male si riesce a tenere sotto controllo.
Cercate di fare uno spiegone al Capitano, fategli un disegnino, magari fateglielo vedere su uno di quei plastici davanti ai quali gli piace farsi fotografare o immortalarsi nei suoi famosissimi selfie. È una questione di numeri, un argomento verso il quale colui è proprio refrattario.
Elly Schlein, puoi provare a spiegarglielo tu col tuo garbo e il tuo italiano ben più ricco di quello da bar sport del Capitano, visto che ti ha tirato in ballo? Ricordagli che se ci sono attualmente difficoltà allo Stretto se ne dovrebbe occupare lui, istituendo corse supplementari, aumentando il parco navi a disposizione e magari rendendolo pubblico e non privato (con prezzi calmierati, non così esosi come sono attualmente, per venti minuti di traversata), così com’è pubblica e gratuita l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, e di non fare il saputello e cercare di convincere i No ponte che ci vuole il Ponte e basta. Proprio a livello di asilo infantile.
Certo che questo governo è davvero formato da bambini capricciosi e scioccherelli, rissosi e viziati, i quali hanno una caratteristica prettamente infantile che esprimono di continuo: il vittimismo.
Per dirla con Cetto La Qualunque, in Qualunquemente, a cui Salvini sembra essersi ispirato:
Il Ponte sullo Stretto si farà! E se non basta il ponte faremo un tunnel, perché un buco mette sempre allegria!
P.S. la citazione del titolo proviene da un ribaldo film di Pedro Almodóvar dei tempi d’oro, Pepi, Luci, Bom.
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