Parlamento
Giorgia Meloni al governo della “Terra di Mezzo”
Come ampiamente previsto, Giorgia Meloni ha vinto le elezioni con larga maggioranza. Ora dovrà governare il paese. Il suo risultato è andato poco oltre le aspettative mentre l’alleato leghista è precipitato. Solo grazie all’assenza di un centrosinistra unito, Meloni avrà una maggioranza solida ma lontana dalla soglia necessaria per le agognate riforme costituzionali.
La leader della Garbatella sarà chiamata a governare dopo aver utilizzato gli ultimi cinque anni per imporre la sua narrazione. Visto che ama il genere fantasy, si potrebbe dire che si è comportata come un game master dei giochi di ruolo. Il game master è proprio colui che costruisce lo scenario fantasy dove ambientare il gioco e gestisce tutti gli eventi che nascono dall’interazione dei giocatori.
- La narrazione tolkieniana di Giorgia Meloni
Dall’opposizione, la leader di Fratelli d’Italia ha ambientato il suo gioco di ruolo in una “Terra di Mezzo” popolata da razze create dal suo amato scrittore J.R.R. Tolkien. Nella sua narrazione, pacifici e laboriosi Hobbit abitano in prevalenza le campagne del centro-nord. I Nani, brutti sporchi e poco raccomandabili, popolano le periferie cittadine e il profondo sud.
I luoghi più infidi sono però i centri cittadini, dove operano i temibilissimi Orchi: i deviati che mettono in pericolo gli Hobbit. Gli orchi sono al soldo di Sauron, oscuro signore del regno di Mordor, malvagio e potentissimo. In questa ottica, il game master Giorgia Meloni aiuta i suoi bravi Hobbit a sconfiggere gli Orchi e tenere a bada i Nani. Gli alleati degli Hobbit potrebbero essere sia i potenti e intelligenti Elfi che gli Uomini, creature grezze ma dal grande coraggio.
Traducendo il gioco nella vita reale, Giorgia Meloni ha tentato di cementare un’alleanza per sconfiggere Mordor, l’Unione Europea. A Bruxelles e Francoforte, Sauron ha infatti coniato una moneta unica volta a schiavizzare tutti i popoli della “Terra di Mezzo”. I suoi emissari sono banchieri, tecnocrati e finanzieri, oltre che donne pro-choice, attivisti LGBT+, rifugiati, comunisti, insegnanti e intellettuali. Tutti uniti per cancellare l’identità degli Hobbit.
Per combattere i suoi nemici, la leader della Garbatella prova a fare sponda con il popolo più potente, gli Stati Uniti in versione elfica, e con quei valenti Uomini dell’est, che dominano Polonia e Ungheria. Giorgia Meloni ha però sofferto il cambio di presidente a Washington. Il nuovo presidente degli Elfi le ha chiesto di riposizionarsi e di sostenerlo nella guerra contro quei Troll russi che non avevano mai torto un capello agli Hobbit.
- Gli Hobbit
Tanti elettori di Fratelli d’Italia si sono fatti abbindolare da questa sciocca narrazione. Alcuni di loro hanno creduto in buona fede che la loro identità potesse essere minacciata da una sirenetta nera o da una maialina con due mamme. Su questo sentimento fa infatti leva la frase più famosa della leader di FdI “Sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono cristiana, non me lo toglierete!”.
La parte finale della frase acquisisce senso logico solo se serve a infondere paura nei cittadini. Quel “Non me lo toglierete” indica che i barbari al governo stanno per togliere ai popolani il diritto di esercitare la loro religione tradizionale o il proprio sesso biologico.
Al contrario, il cardine del progressismo liberal è un individualismo tale che se una donna vuole avere una figlia fuori dal matrimonio è liberissima di farlo. E Giorgia prontamente l’ha fatto. Ma un’analisi limitata alle paure evocate da Fratelli d’Italia (con l’aiuto di trasmissione televisive e giornalisti complici) non focalizza il problema.
Il popolo che si è lasciato abbindolare non è una massa di ignoranti da disprezzare, ma persone che devono essere ascoltate e riportate quantomeno nel gioco parlamentare democratico. Questi cittadini devono essere compresi e interpellati per non farli cadere ancora di più nelle braccia dell’uomo (o della donna) forte.
- Come reagire?
Per evitare di spingere il paese verso una brutta deriva presidenzialista, non è possibile riproporre le solite ricette economiche politiche che hanno fallito miseramente. Per anni, le élite dominanti hanno incolpato la politica di non essere in grado di applicare le ricette neoliberali. Peccato che le medesime teorie non abbiano funzionato neanche quando la politica è stata commissariata, sia che il commissario si chiamasse Lamberto Dini, Mario Monti o Mario Draghi.
Per risolvere il problema alla radice, le élite hanno attaccato direttamente i cittadini. Poco prima del voto, sono comparsi articoli raccapriccianti in cui si comparava il reddito di cittadinanza al voto di scambio mafioso. Insomma, fare politiche redistributive sarebbe un atteggiamento mafioso. Immagino invece che rappresenti una scelta illuminata il mega taglio di tasse proposto dalla neo-premier britannica Liz Truss, tutto a favore dei super ricchi.
- Come governare la “Terra di Mezzo”?
Il 25 settembre, un’orda di elettori/Hobbit, esasperati dalla sordità delle élite, ha plasmato il parlamento più a destra della storia repubblicana. A causa di questo risultato, la prima premier donna dovrà governare realmente, anziché ritagliarsi il semplice ruolo di game master. Governare implicherà prendere decisioni.
Come reagiranno i cittadini a un’eventuale stretta sull’aborto? Passare dalle parole ai fatti comporterà grossi malumori tra gli stessi Hobbit, come negli Stati Uniti? La flat tax beneficerà i laboriosi popolani o la finanza internazionale, principale alleata di Sauron? E gli Hobbit piombinesi potranno avere un porto degno di questo nome, oppure dovranno rassegnarsi a ospitare il rigassificatore perché interessa agli Elfi di Washington?
Ci aspettano anni duri per noi semplici cittadini. Ma potranno essere anni duri anche per chi ci governerà, una destra a trazione post-fascista, senza alleati solidi. La Lega esce acciaccata e bisognosa di una nuova leadership, quasi scavalcata da un redivivo Berlusconi. Seppur sulla via del tramonto, il vecchio seduttore di Arcore continua a essere votato da un certo gruppo di elettori, come se ponessero la croce su Forza Italia per un riflesso incondizionato.
In campagna elettorale, Giorgia Meloni ha attaccato insegnanti, sindacati e lobby di sinistra. Ricordo che governare la scuola, la cultura e gli altri comparti nemici sarà impossibile, se non si passa dall’attacco all’ascolto e al compromesso. Altrimenti, la parabola di Matteo Renzi è dietro l’angolo.
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