Parlamento
Geometria variabile
Ci sono varie maniere di vedere la politica italiana attuale, che non sia quella strettamente politica. O forse lo sono maggiormente, varia secondo il punto di vista.
Osservando attentamente i comportamenti un po’ bizzarri dei politici e soprattutto dei parlamentari, sia alla Camera che al Senato, ma anche le più ordinarie giunte regionali e comunali, che in piccolo rispecchiano comunque la gerarchia più elevata, sempre secondo uno schema piramidale, mi sono soffermato alle analogie che la politica ha, sebbene non solo nel nostro paese, colla religione.
Ebbene sì. In un paese come il nostro, dove la Chiesa e le monarchie hanno avuto successo fino a ottant’anni fa, lo schema possibile era proprio quello. Una Chiesa, in origine, dalla quale sono venute fuori tante sette. Anche il Partito Nazionale Fascista era una Chiesa, l’unica, a cui bisognava essere fedeli e se non lo si era erano guai. Le chiese principali, nella neonata Repubblica Italiana, superato l’oscuro e monocratico Ventennio fascista, furono un paio: la Democrazia Cristiana, che di Chiesa se ne intendeva, anzi, diciamo che era il partito politico longa manus del Vaticano nella Repubblica, e il Partito Comunista Italiano, altra grande Chiesa, ben lontana dall’andare, almeno in quel momento da Che Guevara a Madre Teresa (oggi i suoi frammenti sono andati ben oltre, ingaggiando anche Gambadilegno e Paperoga). Lo schema bipolare, io direi anche piuttosto schizofrenico, proprio perché in seguito ha creato varie crisi identitarie nei fedeli dell’una e dell’altra Chiesa, sembrava essere quello classico a cui i fedeli meno attrezzati d’intelligenza erano abituati: il Bene e il Male. La perenne lotta delle due entità che governerebbero il mondo fin dalla creazione dell’uomo. Il Diavolo ci mette sempre la coda, che ci volete fare.
La storia di queste due entità politiche in Italia è stata a poco a poco disturbata da apostati, che pur restando fedeli ai punti principali delle dottrine, ne disconoscevano la realizzazione secolare. Nacquero così le varie sette e settucole che poi, nel corso del tempo, si sono ingrandite, sono scomparse, hanno cambiato nome e simboli, esattamente come le sette religiose che hanno caratterizzato il Medioevo.
Chi si ricorda del Partito Cristiano Sociale, i socialisti cristiani, sicuramente di sinistra, che però non si riconoscevano né nei democristiani, troppo legati al capitalismo, né nei comunisti, troppo marxisti, né nei socialisti, ancora troppo legati al materialismo (se avessero visto cos’è successo dopo…)? Ebbe vita breve, dal 1944 al 1948, ma fu una setta assai attiva, anche perché animata da ex partigiani, che allora erano tanti. Potrebbe esserci una corrispondenza in qualche setta moderna oggi? Non mi pare.
E chi si ricorda del più fantasioso Partito Nettista Italiano, conosciuto anche come Partito della Bistecca, con una mucca nel blasone (a proposito di simboli vegetali e animali usati variamente nel corso della Storia), di vita brevissima, dal 1952 al 1953, il cui programma era quello di assicurare una bistecca (fiorentina) quotidiana al cittadino. Perché Nettista? Perché l’originale creatore, l’editore fiorentino Corrado Tedeschi, pubblicava un giornaletto enigmistico, la Nuova Enigmistica Tascabile (N.E.T. che esiste, udite udite, ancora oggi!), che accoppiava ai suoi numeri i flexi-disc dei cantanti in voga. I numerosissimi lettori si chiamavano nettisti. Non superò, purtroppo, i 4500 voti totali. Oggi avrebbe un successone, magari con uno slogan di un milione di bistecche al giorno per gli italiani. Sicuramente avversato dalla setta dei Verdi.
Ci fu anche il Fronte dell’Uomo Qualunque, anch’esso derivato da un periodico, e da cui proviene il termine qualunquismo. Potrebbero forse dirsi i partiti ispiratori del moderno Movimento Cinque Stelle, forse, anche se qui il periodico non c’è, c’è una più moderna Piattaforma Rousseau, che, è pur vero, a volte ha dell’enigmistico.
Ma andiamo alle sette moderne. Le grandi Chiese sono ormai scomparse, tra i diluvi universali e i terremoti politici che hanno sconvolto il mondo negli ultimi anni del XX secolo. Le sette che ne sono scaturite sono invece molte e mutevoli, coi soliti transfughi, apostati, traditori che spesso si sono fatti e si fanno l’intero semicerchio parlamentare, saltando da una setta all’altra come fosse uno sport. Le sette moderne sono fornite di una qualità che ha sempre distinto la modernità, ossia la velocità. Come per i futuristi, boooom, roooooar, fiiiiiiiii, ecc. In un battito di ciglia passano da destra a sinistra, da sinistra a destra, magari facendo una piccola sosta al centro, centro che poi si sposta in periferia, poi ritrovi la setta da un’altra parte, magari in un momento di riflessione prima di essere annientata da votazioni ingrate.
Una setta particolarmente attraente fu il Partito dell’Amore, vita breve anch’esso, dal 1991 al 1994, fondato dalla pornostar Ilona Staller, nota in tutto il mondo come Cicciolina, parlamentare per la X legislatura. Un vero peccato che non ci sia ancora, perché sentir chiamare Andreotti “cicciolino” anziché “onorevole” da colei, mentre presiedeva la Camera l’austera Nilde Iotti, fu davvero un grande momento. Forse la pornostar l’aveva scambiata per la Camera da letto. Era della setta dei Radicali.
Le sette più moderne sono prive di attrattiva, a dire il vero, perché manca la fantasia. Si sono uniformate un po’ su argomenti troppo seri per loro, la cui serietà non è compresa nemmeno dai capi di partito. Forse, la più fantasiosa resta sempre Forza Italia, anche perché il suo fondatore e comandante in capo ne tira fuori dal cilindro di continuo, senza sosta, tra una barzelletta e l’altra e l’evocazione di un fantasma comunista che si aggira per le Camere, magari facendo risuonare le sue catene a mezzanotte. Sì, forse è quella più fantasiosa anche per l’ostentazione, da parte del suo leader, di atteggiamenti facilmente imitabili dal maschio italiano, ossia una predisposizione innanzi tutto al tifo calcistico, essenziale, e poi all’edonismo degno di un sultano: harem a disposizione, con ballerine, meglio se minorenni, cene eleganti, elargizioni di milioni di qualcosa, travestendosi se necessario da presidente operaio, da presidente pensionato, o da presidente canterino. Per tutti i gusti, i suoi balli in maschera sono celebri. Meno male che Silvio c’è. Non c’è confronto col grigiore dei Fratelli d’Italia, che col frusto slogan Dio, patria e famiglia, ce l’hanno abbrustolita a torroncino. Sono vecchi, nemmeno antichi, vecchi, superati.
La setta della Lega, prima Liga veneta, poi Lega Lombarda, poi Lega Nord, poi Lega e basta, pure lei ha un leader originale e modaiolo, che indossa sempre però solo felpe e magliette, fantasiosamente decorate, si vanta di amicizie nell’Europa dell’Est di persone poco raccomandabili (così come sono anche descritte nei film di 007) e assai discusse a livello internazionale (forse un presunto anticonformismo vorrebbe essere la chiave di lettura del Capitano di ventura che i suoi conduce contro il palo della luce?). Ma alla fine è anch’essa abbastanza squallida, priva di esibizioni di qualità, sono solo performance di ubriachi in spiaggia.
Dalla setta edonista del Supersilvio ultimamente, forse stanche di tanto edonismo, forse perché l’età passa anche per loro, si sono staccate due delle costole femminili più affezionate e combattive. Basta, siamo cresciute, adesso andiamo verso il futuro. La setta Azione, di Carlo Calenda, logorroico capo della cellula, le ha accolte a braccia aperte, perché lui adesso è il Centro. Centro che in tempi antidiluviani era occupato dall’antica Democrazia Cristiana. E al Centro accorre anche un altro ipercinetico personaggio della stessa setta precedente di Calenda, il funambolico Matteo Renzi, anzi, oggi che un giudice ha stabilito che “mitomane” non è diffamazione, possiamo attribuirgli anche noi questa qualità. E sul rignanese e le sue sette non si finirebbe mai. Ci sono stati avvicinamenti, ispirazioni al modo di essere dell’ex cavaliere d’Italia, con frequentazioni, visite, cene (forse eleganti, forse no) senza però mai raggiungerne lo splendore. Caricature. Però continua a proporre la sua setta insieme a Calenda. Fino a quando Calenda (o Renzi) non cambia idea, ispirato dallo spirito guida.
La bizzarria dei nostri tempi è che uno dei rappresentanti più noti della Democrazia Cristiana di quel tempo, Pierferdinando Casini, sostenitore in passato anche dell’ex cavaliere d’Italia, adesso sia candidato dal Partito Democratico (altra setta dove ormai c’è di tutto, c’era perfino Paola Binetti, austera difensora dei costumi sessuali, che poi traslocò, inspiegabilmente, in Forza Italia, la setta del superedonismo brianzolo) a Bologna per le prossime elezioni del settembre 2022.
Il Movimento Cinque Stecche, non a destra né a sinistra né al centro, ha dato mostra di grande movimento, appunto, sfilacciandosi in sette, ma anche otto, nove e dieci, stando un po’ di qua un po’ di là, Conte sì, Conte no, Grillo sì, Grillo no, Di Maio sì, Di Maio no, Di Battista boh! Giorgio Gaber e anche Elio ci avrebbero scritto fior di canzoni.
La setta delle Sardine non la sto nemmeno a considerare…
Fluidità, è la qualità che contraddistingue questi tempi di rimescolamenti, apostasie, ripensamenti, gender, direi. Ecco, i veri transgender sono i politici, capaci di ribaltare alleanze, identità, credi politici nel nome della poltrona e di grida propagandistiche, sul primato degli Italiani. In alto a destra, in basso a sinistra, al centro, tangenziali, sulla bisettrice, non importa. Geometria variabile.
Nel frattempo il partito della Povera Italia, tutt’altro che una di queste sette fantasiose, accresce le sue fila di adepti. E comincia ad attrezzarsi con lanciafiamme. Altro che draghi.
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