Parlamento
Burattini chi? Chiedete tutti scusa – La punta dell’iceberg degli insulti
È veramente inaccettabile ciò che è avvenuto dopo il discorso di Conte al Parlamento europeo di martedì 12 febbraio 2019.
Molti devono chiedere scusa. Elenco qui i più importanti e spiego perchè ognuno dovrebbe chiedere scusa.
Primo. Ovviamente, l’eurodeputato Guy Verhofstadt. Infatti, egli dapprima ha lodato l’Italia e gli Italiani, ha riassunto educatamente le sue critiche severe al nostro governo (fin qui, nulla di male) e ha descritto i fatti come stanno e come sono riferiti da molta stampa internazionale. I fatti sono che l’avvocato Giuseppe Conte è un extraparlamentare, non eletto dagli elettori, è stato scelto dai suoi due Vice, ha di fatto un ruolo subordinato a Salvini e Di Maio dei quali esegue e legittima le scelte. La stampa internazionale a volte lo ha descritto come soggetto privo di carattere e di personalità, manovrato da altri (definizione di “burattino” nel dizionario).
Verhoftstad dovrebbe chiedere scusa per aver usato nell’ultima frase del suo discorso la parola che usò il Senatore Salvini (“burattino”) per definire due Presidenti del Consiglio (Renzi e Gentiloni). Con “burattino” Salvini voleva dire che Renzi e Gentiloni non erano stati eletti, ed erano manovrati da altri. Verhoftstad dovrebbe scusarsi soprattutto perché con una sola parola ha permesso al “governo del cambiamento” di creare una spessa cappa di indignazione che nasconde le migliaia di parole ingiuriose (ben peggiori che “burattino”) dette o scritte dai suoi uomini forti, dai loro colleghi di partito, dai media e dai social media della Lega e del M5S all’indirizzo dei loro “nemici”: Presidenti del consiglio italiani, ministri, capi di governo, capi di Stato stranieri.
Secondo. L’autobattezzato “avvocato del popolo” Giuseppe Conte. Perché ha detto “popolo” venti volte nel suo discorso, pur “non essendo stato eletto da alcun popolo”, come direbbe Di Maio. Conte ha voluto parlare a nome del popolo italiano. Cosa formalmente legittima, se non fosse che un suo Vice disse di più d’un Presidente del consiglio con scherno e disprezzo: non si è mai presentato agli elettori, non ha raccolto neanche un voto. Il che significa negare legittimità politica sostanziale a chi governa senza essere eletto direttamente dal popolo, come Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte (e come da 70 anni tutti i Presidenti del consiglio che non erano parlamentari).
Terzo. Il Senatore Matteo Salvini. Perché ha taciuto che la grande maggioranza degli europarlamentari, tutti eletti dai popoli, ha disertato l’aula per non ascoltare un “avvocato del popolo” non eletto da alcun popolo. Per confronto: quasi tutti gli europarlamentari gremirono l’Europarlamento per ascoltare capi di governo o capi di Stato veramente eletti dai popoli, come Macron e Merkel. E Salvini dovrebbe chiedere scusa anche perché non è andato lui a parlare al Parlamento europeo, quando da mesi si definisce il vero rappresentante del popolo, a volte convoca e presiede il Consiglio dei ministri, si comporta come “il ministro di tutto”, domina il governo e parla a nome di questo, è considerato dai media internazionali il vero capo del governo e da loro nominato molto più spesso di Conte, il suo nome è pronunciato dai popoli stranieri (vox populi) sommariamente informati, quando rispondono alla domanda “Chi è il capo del governo italiano?” Inoltre, perché Salvini è andato raramente alle sedute plenarie di quell’Europarlamento eletto da quei popoli che gli hanno pagato anni di stipendio (uno degli stipendi più alti tra quelli degli europarlamentari di 28 paesi).
Quarto. L’Onorevole Luigi Di Maio. Perché ha negato legittimità a molti degli ultimi Presidenti del Consiglio dicendo: non hanno ricevuto nemmeno un voto (degli elettori). E perché gli uomini e i media del M5S hanno insultato incessantemente un Presidente del Consiglio (Matteo Renzi) chiamandolo quasi mai Renzi o Presidente o Onorevole, bensì definendolo sistematicamente “bomba”, “ebetino” o, una volta, “ebolino” (nei giorni in cui in Africa la tremenda malattia ebola mieteva vittime). E perché l’Onorevole Di Maio se la prese quando un politico francese chiamò “lebbra” la minaccia che il populismo d’estrema destra contagi l’Europa (un rischio paventato da commentatori e studiosi italiani e stranieri). Ma qual è, per confronto, il rischio di contagio internazionale causato dall’”ebolino” Renzi? Di Maio non lo ha ancora spiegato.
Quinto. Le migliaia di persone che si dicono “patrioti” e si indignano solo ora per il termine “burattino”, ma che non aprirono bocca quando lo usò Salvini per altri Presidenti del consiglio, o quando i media del M5S o e/o della Casaleggio Associati chiamavano sistematicamente “bomba”, “ebetino” e “ebolino” un altro Presidente del consiglio.
Sesto. L’europarlamentare 5 stelle David Borrelli, allora Co-presidente del gruppo EFDD al Parlamento europeo, perché organizzò il tentativo di adesione del M5S al gruppo nell’Europarlamento ALDE, presieduto proprio da quel Verhofstadt che ha chiamato Conte “burattino”.
Settimo. La Casaleggio Associati per avere organizzato una votazione online degli iscritti al M5S con lo scopo (raggiunto) di fare approvare l’adesione (fallita) del M5S al gruppo ALDE di Verhofstadt.
Ottavo. Le moltitudini che sono cadute nella Rete dell’odio e dell’insulto sistematico, amplificati e viralizzati in internet dal web marketing del più nuovo e del più vecchio partito italiano (2009, M5S e 1989, Lega). Costoro sono riusciti nel loro disegno di indurre folle digitali ad adottare i propri linguaggi e i propri comportamenti ripugnanti, che non trovano eguale in alcun Paese democratico, né nella storia delle Repubblica.
Devi fare login per commentare
Accedi