Parlamento
Accountability, Senato e Province
Accountability è una parola difficile da tradurre in italiano. E’ la responsabilità dell’eletto rispetto all’elettore, che valuta, e quindi premia o sanziona, le scelte compiute dal suo rappresentante attraverso le elezioni. Ma non è solo una questione di traduzione, è che probabilmente il concetto è estraneo alla nostra cultura ed alla nostra pratica politica.
Con la riforma Delrio le province sono state depotenziate – pur continuando ad esistere – ed hanno perso la loro legittimazione democratica: gli elettori non votano più per i consiglieri ed il presidente, ma ora sono i consiglieri comunali ad eleggere tra di loro il Consiglio ed il Presidente. Nello scorso autunno ci sono state queste elezioni di secondo grado, passate sotto silenzio. Di fatto esiste un livello di governo irresponsabile al giudizio dei cittadini.
La riforma del Senato va nella stessa direzione: una camera depotenziata ma ancora esistente, ed un’elezione di secondo grado tra i consiglieri regionali. Un’altra scheda elettorale cui il cittadino rinuncia, politici irresponsabili di fronte all’elettorato. Una struttura bicamerale irragionevole: un Senato piccolo e con poteri poco chiari ed una Camera dei Deputati pletorica, con una maggioranza in linea di principio molto forte e deputati in buona parte eletti sulla base di liste bloccate (che, di nuovo, limitano la responsabilità dell’eletto rispetto all’elettore).
Alla fine di questo ciclo di antipolitica il cittadino italiano sarà più povero avendo perso due delle cinque schede elettorali con cui sceglie i suoi rappresentanti (dalle elezioni europee a quelle comunali) e la “casta” che si vorrebbe limitare nei suoi poteri sarà più libera di autoriprodursi.
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