P.A.
Minenna (Dogane): “Nessuna doppia truffa su mascherine semmai sventata truffa”
«Trovo grave creare suggestioni giornalistiche per screditare l’operato dell’Agenza Dogane e Monopoli (ADM) che sta garantendo la legalità sul territorio e tutelando la salute pubblica con la sua attività. È evidente che la nostra rigorosa determinazione nei controlli su un giro di affari di centinaia di miliardi di euro che va dalle dogane ai prodotti energetici, dai giochi ai tabacchi sta creando difficoltà ai tentativi di raggiro al sistema pubblico. Tutto questo grazie all’impegno di tante donne e uomini che con grande professionalità agiscono per far rispettare la legge». È questo il commento di Marcello Minenna, direttore dell’ADM alle notizie di stampa su una presunta doppia truffa subita dall’Agenzia per acquistare 100mila mascherine Fpp2 destinate al personale, per un valore di circa 30mila euro. È risultato che le mascherine, che sono state comunque consegnate sulla base di un anticipo versato dall’Agenzia, non rispettano gli standard pur essendo comunque utilizzabili come mascherine generiche o di comunità. «Già nel corso della transazione di vendita – si legge in un comunicato – l’Agenzia aveva comunque provveduto ad inoltrare specifica informativa all’autorità giudiziaria di Roma, ravvisando anomalie nel comportamento delle controparti e attualmente pende un procedimento per tentata truffa», affidato al pm Carlo Villani. Le mascherine sono costate 36 centesimi l’una «e quindi in linea e non addirittura meno degli attuali valori di mercato».
L’ADM smentisce inoltre che il pagamento delle mascherine sia avvenuto in paradisi fiscali «nel loro luogo di produzione e nel luogo dove risiede la società venditrice (dovrebbero essere Malesia e Malta, secondo quanto scrive Repubblica), tramite un conto corrente della Banca d’Italia, con operazioni a normali condizioni di mercato. Va peraltro precisato che né la Malesia né tanto meno Malta figurano nella «lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali», la cosiddetta black list.
«Le rigorose procedure di controllo nell’importazione del materiale sanitario COVID 19 hanno scongiurato e scongiurano tentativi di frodi e raggiri. I fatti esposti dimostrano come sia possibile, attuando specifiche condotte antifrode, tutelare economicamente gli interessi pubblici nei confronti di tentativi di raggiro, perseguendo allo stesso tempo gli autori di tali condotte», conclude l’ADM.
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