P.A.
Il prossimo anno scolastico, 3milioni di banchi, 200mila assunzioni…
Il paese è travolto dal grande problema di come si potrà mai far iniziare il prossimo anno scolastico e riaprire finalmente le scuole. Chi avrebbe mai detto che le tanti mente eccelse parcheggiate da anni presso il Ministero della Pubblica Istruzione, il Miur, migliaia di amministrazioni che si occupano di educazione, formazione, scuola e università, fossero colte in contropiede e messe in difficoltà dall’enormità del problema.
Anche la straordinaria capacità manageriale riconosciuta in tutto il mondo ai nostri dirigenti scolastici non sembra sufficiente; pure il notissimo ed impeccabile spirito di collaborazione che da sempre contraddistingue l’atteggiamento dei sindacati del settore non sembra sufficiente a sciogliere l’impasse.
Una classe politica ed amministrativa al di sotto di ogni sospetto naviga a vista, in mezzo ad una serie di affermazioni e progetti strampalati per cercare di garantire un regolare inizio al nuovo anno scolastico, dopo essere stato l’unico stato, tra quelli di decente economia a non aver ripreso le lezioni dell’anno appena chiuso.
Mettiamo in fila qualche numero: secondo i sindacati della scuola servirebbe l’assunzione di almeno 200.000 nuovi insegnanti, non si capisce perchè.
Secondo la mirabolante ministro dell’istruzione protempore e l’ineffabile commissario all’emergenza è necessario anche acquistare 3milioni di banchi!! (anche l’IKEA è sembrata perplessa…).
Allora proviamo a vedere i numeri dell’Istat, quindi con la dovuta prudenza, che ci dicono che:
- nel 2018 alla scuola primaria si contavano 2.589.000 discenti e 278.640 docenti (rapporto 1:9,3);
- nella scuola secondaria di 1° si contavano 1.666.000 discenti e 197.770 docenti (rapporto 1:8,4);
- nella scuola secondaria di 2° a fronte di 2.584.000 discenti si schieravano ben 295.722 docenti (rapporto 1:8,7).
Ad una prima occhiata non sembrerebbe esserci tutta questa urgenza di intruppare altri 200.000 pseudoinsegnanti.
Sarà anche utile notare come quei rimbambiti, razzisti,antidemocratici abitanti dei paesi frugali abbiano, di solito, un rapporto docenti/discenti pari più o meno al doppio di quello italiano, ma pur tuttavia producono un numero di laureati, tecnici, e persone normodotate infinitamente superiore, tra la’ltro con qualche legame con la domanda espressa dal mondo del lavoro e dell’impresa.
Eh si, perchè nei paesi frugali e normali c’e’ la balzana abitudine di indirizzare gli studenti con qualche speranza verso facoltà che danno maggiori opportunità di lavoro, invece di produrre un consistente numero di sicuri disoccupati fin dal giorno dell’immatricolazione, con la loro brava laurea in lettere o in scienze della comunicazione.
Ma veniamo ai banchi… se abbiamo circa 6,8 milioni di discenti e si intende comprare 3 milioni di banchi ci si domanda dove stavano seduti l’anno precedente la metà degli studenti? stavano in piedi ?
Aggiungiamo un’informazione resa pubblica proprio dal ministero PI: negli ultimi 5 anni anno stati chiusi almeno 3.000 istituti, per mancanza di alunni: dove sono finiti i banchi? li hanno ricettati ai carabinieri di piacenza?
Se poi qualcuno vuole riflettere un attimo sul trend demografico italiano in caduta libera da almeno 10 anni – grazie alla impossibilità di procedere alla riproduzione, vista la logica fiscale del paese dei miraggi – se un visionario capitato per caso a decidere gli acquisti della p.a., indice una gara per l’acquisto di 3 milioni di banchi probabilmente ha saturato la domanda di banchi fino al 2350/2351.
Potrebbe esistere un diverso approccio per far funzionare la scuola italiana e portare il rapporto docenti/ discenti a 1:15.
In questo caso ne basterebbero 453.000 mila, diciamo 500.000, tanto sono soldi pubblici, quindi ad oggi ve ne sono 271.000 di troppo che dovrebbero urgentemente cercarsi un altro lavoro, avendo mediamente una laurea, perchè alla scuola italiana non servono.
Un buon inizio potrebbe essere per esempio, all’inizio dell’anno scolastico dare 24 ore a qualunque docente per presentarsi alla cattedra assegnata, su scala nazionale, non regionale, ed in caso di assenza, magari per eccessiva lontananza dal paese di residenza oppure per sede sgradita, procedere all’immediato licenziamento.
Poi ci si chiede come mai i sani cittadini, elettori, contribuenti di Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia e Austria abbiano pensato che gli italiani avrebbero ricominciato a giocare il loro gioco preferito, non appena si fosse vista una parvenza di elemosina in arrivo: il chiagni e fotti.
Ah questi frugali, così cattivi, barbari, razzisti, ignoranti, protestanti… Ma perchè non fare un contrattino di temporary management per 6 mesi al ministro della pubblica istruzione tedesco? al direttore generale delle scuole olandesi? al responsabile dell’università svedese? ad un normodotato qualsiasi?
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