P.A.
Vento bavarese a Bolzano: L’SVP si allei con noi Verdi, non con la Lega anti Ue
C’è un angolo d’Italia dove soffia, almeno un po’, il vento ecologista del Nord. Quello che ha già soffiato in Belgio, in Lussembrugo e soprattutto in Baviera, scongiurando l’incubo di un trionfo dei populisti di estrema destra dell’AfD nel Land più ricco e potente di Germania. Quell’angolo d’Italia si chiama Alto Adige: alle recenti elezioni provinciali i locali Verdi/Grüne hanno ottenuto 3 seggi in Consiglio provinciale, cioè solo uno meno della Lega. Il triplo dei seggi del PD.
E il consigliere di lingua italiana più votato non è stato un leghista, ma Riccardo Dello Sbarba. 63 anni, nato a Volterra, Dello Sbarba è di professione giornalista, sino al 2001 era corrispondente da Bolzano per “Il Manifesto”. Oggi è possibile vice-presidente della Giunta. Sempre che la SVP non preferisca (come probabile) stringere un accordo con la Lega, che governa a Roma con il M5S, e ha stravinto in Trentino. Ma Dello Sbarba avverte: «può l’SVP assumersi il rischio di allearsi con una forza politica che la porta a un conflitto con l’Europa? La nostra autonomia e la convivenza fra i gruppi linguistici, qui, salta per aria, se l’Italia rompe con l’Europa».
C’è stato un terremoto politico in Alto Adige, la SVP ha perso oltre diecimila voti. Che cosa è successo?
Qui in Alto Adige le tendenze che si verificano a livello nazionale arrivano sempre con un po’ di ritardo. Ebbene, alla fine è giunto anche qui quel cambiamento a livello politico e sociale che c’è già stato in Italia, e in Europa. Mi riferisco al fenomeno Lega e al fenomeno M5S, di cui la lista autonoma del consigliere Team Köllensperger è una sorta di versione in salsa tedesca. Alle elezioni di cinque anni fa il vecchio sistema politico dell’Alto Adige aveva retto, seppur con un ricambio nella figura del governatore (Arno Kompatscher n.d.r.). Su di lui erano state riposte molte speranze, ma non ha saputo mantenere le promesse di un nuovo corso. E a questo punto la società si è espressa come ha fatto anche in Germania, in Austria e nel resto d’Italia.
E quindi?
Nell’elettorato italofono (ma in parte anche in quello di lingua tedesca) è arrivata la Lega. Mentre nell’elettorato di lingua tedesca è arrivata soprattutto l’ondata del grillismo in salsa tedesca: appunto il Team Köllensperger. Qui in Alto Adige il M5S viene considerato un partito prettamente italiano, diciamo così. Sapendo che rimanendo con i grillini non avrebbe potuto sfondare nel suo elettorato di lingua tedesca, Paul Köllensperger si è messo in proprio fondando la sua lista. Che in sostanza ha i connotati del grillismo, ma non è collegata al M5S.
Ma non è un po’ forte definirlo “grillismo in salsa tedesca”? In realtà il suo programma è piuttosto centrista…
Certo, qui si tratta di grillini tedeschi che hanno appena iniziato, diciamo. E poi Köllensperger è un imprenditore, fa un discorso che non è né di destra né di sinistra, un discorso di efficienza dal punto di vista economico, e non allineato sulla questione dei migranti. Il suo programma a riguardo si intitola “meno migrazione e più integrazione”. Un classico cerchiobottismo che strizza l’occhio sia a chi pensa che ci siano troppi immigrati, sia agli elettori favorevoli all’integrazione. Fa un discorso di forte critica alla vecchia classe politica, per tutti i cinque anni ha rinunciato a una parte dello stipendio come fanno i grillini… Quindi io vedo la stessa connotazione e anche lo stesso elettorato che in Italia ha premiato il M5S, ma che in Alto Adige – Südtirol non poteva sposare un partito nazionale.
Lei parla di ritardo nell’arrivo delle tendenze che si verificano altrove, però in un certo senso sembra esserci stato anche un anticipo. Perché dopo queste elezioni pare che il nuovo vento ambientalista dalla Baviera e dal Nord Europa stia soffiando anche qui in Alto Adige, non solo tra i tedeschi ma anche tra gli italiani. La Lega ha ottenuto un ottimo risultato, ma il consigliere italiano più votato non è stato un leghista bensì un verde. Cioè lei.
Sì, le elezioni in Baviera ci hanno senz’altro aiutato: lì l’Alternative für Deutschland (AfD) – una sorta di Lega locale – è fortissima. E i democristiani della Csu erano corsi dietro alla AfD su posizioni addirittura contrarie alla Merkel. A questo punto chi era preoccupato per l’avanzata del populismo ha voluto mettere un freno. E la stessa cosa è successa qui, dove in molti hanno visto in noi Verdi/Grüne la possibilità di arginare questa spinta, che ormai era evidente. Infatti adesso la Südtiroler Volkspartei (SVP), che ha mantenuto la maggioranza relativa, con 15 consiglieri su 35, è di fronte a una scelta: o fa il governo provinciale insieme alla Lega (4 consiglieri) o lo fa insieme a noi (3 seggi). Non ci sono altre opzioni.
Considerando che il PD è ridotto al lumicino, con un solo consigliere, e che la SVP ha perso due consiglieri, è difficile fare altrimenti. Le vostre intenzioni quali sono?
Noi siamo stati eletti per offrire un’alternativa a un governo SVP-Lega, questo lo sentiamo benissimo nel nostro elettorato. La gente ce l’ha detto chiaramente. Proponiamo un’alleanza SVP-centrosinistra, nella quale stavolta il centrosinistra avrà come forza principale i Verdi e non più il PD, che ha conquistato un solo consigliere con queste elezioni. E del resto un governo SVP- Verdi/Grüne sarebbe lo stesso che ora in Austria sta governando sia il Tirolo (dove il vice-governatore è un verde) che la città di Innsbruck, che attualmente ha un sindaco verde (Georg Willi).
Ed è un trend che secondo lei potrebbe arrivare anche in Italia?
Da adesso daremo un contributo ai Verdi italiani, che con i Verdi europei stanno cercando di rimettere insieme una presenza in Italia. Senz’altro daremo una mano a questo progetto, anche perché in questi due-tre giorni ho ricevuto molti messaggi dal resto d’Italia proprio in questo senso, per ripartire. Certo, si tenga conto che siamo una forza politica di un territorio da 500mila abitanti, siamo piccoli. Inoltre noi siamo un partito autonomo, iscritto al partito dei Verdi europei come Verdi dell’Alto Adige – Südtirol. Vede, nel momento in cui nel resto d’Italia i Verdi hanno attraversato una grossa crisi, noi ci siamo mossi autonomamente. Abbiamo uno statuto proprio, siamo un soggetto giuridico autonomo. Quindi in Italia ci sono due partiti verdi: uno è quello dei Verdi nazionali e l’altro siamo noi. Esiste solo un altro caso così, in cui ci sono due partiti verdi affiliati ai Verdi europei, quello della Spagna e della Catalogna. Ovviamente noi, a differenza del caso spagnolo, abbiamo bisogno come il pane che ci sia un partito verde in Italia; quello che ci demolisce è non avere un riferimento diretto a Roma. Cinque anni fa un deputato dei nostri Verdi è stato eletto nelle liste di SEL, quelle di Nichi Vendola. Ora contribuiremo senz’altro al progetto di ricostruire una presenza verde in Italia.
Lei prima ha parlato di un’alleanza tra SVP e Verdi. Tuttavia molti – sia nella politica che tra i commentatori – danno come più probabile, anzi come quasi certa, un’alleanza della SVP con la Lega. Soprattutto se si considera che la Lega è al governo, e che è il primo partito in Trentino, dove ha espresso il nuovo governatore…
Siamo più che consapevoli del fatto che la tendenza principale vada verso uno scenario del genere. Anche perché in questo modo la SVP risolverebbe in un colpo solo il problema del rapporto con Trentino e quello del rapporto con Roma. Il punto vero però è l’Europa: può l’SVP assumersi il rischio di allearsi con una forza politica che la porta a un conflitto con l’Europa? Tenga presente che il processo di integrazione europea è fondamentale per la nostra autonomia. Che si basa sul fatto che questa terra, che era austriaca, ma che è in Italia, si autogoverna in un modo tale che il confine del Brennero non si vede più, diciamo, e che siamo tutti in Europa. La nostra autonomia e la convivenza fra i gruppi linguistici, qui, salta per aria, se l’Italia rompe con l’Europa.
Se vi fosse un’alleanza fra voi e l’SVP lei diventerebbe vice-presidente.
(Sorride) Mi spaventa un po’ guardare così lontano. Per il momento ci saranno dei colloqui. Ma indubbiamente noi saremmo il partner di giunta, anche se in maggioranza probabilmente ci sarebbe pure il PD.
Quali sono stati i suoi cavalli di battaglia con l’elettorato?
Tutte le questioni ambientali e riguardanti l’uso del territorio. Innanzitutto nel 2016 c’è stato un referendum per esprimersi a favore o contro l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano. E noi quel referendum l’abbiamo vinto con il 70% di contrari. Il secondo punto è stato la riforma dell’autonomia, visto che lo statuto dell’autonomia è stato scritto nel ’72 e da allora il mondo è profondamente cambiato.
Immagine di copertina: Pixabay
Devi fare login per commentare
Accedi