Legislazione
Un impegno concreto: meno tasse per tutti
E insomma, ripartiamo dai fondamentali. Meno tasse tutto e anzitutto, meno tasse sugli immobili, con l’abolizione della Tasi, che ha sostituito l’Imu, sulla prima casa. Per chi avesse dimenticato, la promessa con addirittura promessa di rimborso era stata lanciata appena un paio di anni fa, così:
A fare la stessa promessa, questa volta, è però il presidente del consiglio in carica, che declina un piano triennale di taglio delle imposte, partendo da quelle sugli immobili. Lo ha promesso oggi Matteo Renzi all’assemblea nazionale di Expo 2015. Prima gli immobili, poi il resto, eventualmente l’impresa e il lavoro. Prima pensiamo insomma ai proprietari di casa, abolendo una tassa che c’è ovunque nel mondo, e poi il resto. Qui si spiega con precisione perché è sbagliato. A ciascuno lasciamo di valutare quanto la scelta sia coerente con la constituency politica di chi era nato per rompere col passato e cambiare verso. Per premiare il lavoro e non la rendita. Per rappresentare non diciamo solo, ma almeno anche, quanti una casa non ce l’hanno, ma lavorano molto. Solo che poi uno fa i conti, inizia a vedere che il piatto del consenso piange, che senza i voti dei proprietari di immobili (non giovanissimi, per mille ragioni) non si vince, e l’ordine delle priorità si inverte. Primum vincere deinde filosofari. O anche: prima vincere, poi pensare alle cose che servono davvero. Una domanda, infine, da tenere a mente nei prossimi giorni: quando costa la manovra? Tengono i conti? Che diranno in Europa? Se poi i conti tornano, noi torneremo a fare domande. Ad esempio: ma se i soldi per tagliare l’Imu, già progressivamente corretta e contenuta rispetto al “salasso” di Monti, perché non si è deciso di tagliare le tasse sul lavoro e l’impresa?
Perché rende meno elettoralemte, esatto: e alle elezioni i politici italiani di successo, si sa, vogliono essere sempre pronti. Le riforme, quelle vere, possono attendere, almeno fino a quando non ce le ordina Schaeuble e meno male che, prima di noi, c’è sempre la Grecia.
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