Legislazione
Terremoto, servono scelte impopolari. Chi le farà?
Sto sistematicamente evitando servizi giornalistici e televisivi sul terremoto, nonché i post su Facebook.
Mi limito alla triste conta dei morti che prima saliva e ora si sta assestando e a quella dei miracolati che i soccorritori riescono a estrarre vivi dalle macerie. Il resto è, al 99%, solo ricerca dell’effetto, di un’emozione che i più dimenticheranno presto, dei clic, dell’audience, ma niente di “costruttivo”.
Se le stupide chiacchiere sul binario unico sono forse servite a convincere il Governo a stanziare 300 milioni per installare il sistema di sicurezza SCMT anche sulle ferrovie in concessione che ne erano prive, per evitare una nuova Andria, dubito che gli Italiani decideranno di investire molti miliardi per mettere in sicurezza le proprie case nelle zone a rischio.
Una norma UE (credo) obbliga a informare il potenziale acquirente della classificazione energetica degli immobili, per evitargli il rischio di spendere troppo nel riscaldamento, ma nulla gli dice se rischierà di morire a causa di una scossa modesta.
Nel paese dei miei nonni, duramente colpito dal terremoto dell’Irpinia nel 1980, adesso tutte le case sono o dovrebbero essere in grado di sopportare le prossime scosse, fra dieci o cento anni, ma altrove ci sono norme rigide per gli edifici pubblici e le nuove costruzioni, però nulla per quelle vecchie e lasciamo perdere quelle abusive, letteralmente costruite chissà come.
So che ci vorrebbero capitali enormi e tanti, tanti anni, so che in molti casi sarebbe molto difficile intervenire su edifici storici e artistici, ma se mai inizieremo, mai finiremo e continueremo invece a piangere morti per terremoto.
Le raccolte di fondi, la lacrima in TV, l’abnegazione dei soccorritori non possono sostituire una politica lungimirante.
Sarà però difficile che un politico costringa gli Italiani a spendere soldi e intervenire sulle proprie case per un evento catastrofico che potrebbe verificarsi fra qualche decennio. Una legge illuminata verrebbe rifiutata e considerata come una super IMU, una patrimoniale. Quindi piangiamo e facciamo poco, a parte gli scongiuri, in attesa del prossimo terremoto. Passata l’emozione, torniamo cicale.
La stampa estera si stupisce di constatare che siamo l’unico Paese del G7 dove un terremoto 6.0 fa centinaia di morti.
Quo usque tandem?
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