Legislazione

Prostituzione legalizzata e controllata: la proposta di legge in Senato

9 Aprile 2015

Il manifesto bipartisan che punta alla regolazione della prostituzione è stato presentato questa mattina a Montecitorio, forte delle due proposte di legge (ampiamente simili nei loro aspetti) calendarizzate alla Camera ed in Senato.

La prima di queste proposte, presentata a Montecitorio, porta la firma del presidente della commissione Affari costituzionali Pierpaolo Vargiu (Scelta Civica), mentre la seconda è stata calendarizzata in Senato nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, e vede come prima firmataria la senatrice Maria Spilabotte del Pd.In totale il numero di parlamentari che supporta il progetto è di circa 70 , e tra questi si trovano numerosi esponenti di diversi movimenti politici: dal Pd al M5s, dalla Lega a Forza Italia e al Ncd.

Questo nutrito gruppo di parlamentari lavora su punti condivisi ormai da tempo, a partire dalla previsione della partita Iva e di tasse sugli incassi per i “sex workers” fino ad arrivare all’iscrizione alla Camera di Commercio per chi esercita la professione, a patto che si tratti di prostituzione volontaria. I progetti di legge prevedono altresì l’obbligo dell’uso del preservativo per i clienti e controlli sanitari periodici obbligatori, in modo da rendere più sicuri i rapporti sessuali che i clienti vorranno intraprendere con chi decide di prostituirsi.

Inoltre per contrastare l’osceno fenomeno della prostituzione in luoghi aperti al pubblico (spesso anche nelle ore diurne) che riguarda la maggior parte delle città italiane, l’intento dell’unione di deputati e senatori è quello di costituire aree individuate dagli enti locali in cui esercitare tale professione anche in forma “associata o cooperativa”, ossia la predisposizione di case chiuse da costituirsi nei cosiddetti quartieri a luci rosse. A ben vedere il giro d’affari risultante dalla prostituzione nel nostro paese vale 3,5 miliardi di euro, e si contano circa 70 mila prostitute a fronte di 9 milioni di clienti: si prospetterebbe un introito di tutto rispetto per le casse erariali.

L’obbiettivo è dunque quello di sostituire la legge Merlin, datata 20 febbraio 1958, che stabiliva la chiusura delle case di tolleranza, l’abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e l’introduzione di una serie di reati atti a contrastare lo sfruttamento dell’altrui prostituzione; inoltre, a detta di numerosi sostenitori dell’iniziativa, una revisione dell’attuale disciplina permetterebbe di sottrarre tale fenomeno al controllo malavitoso, formato attualmente da più di 60 cartelli che speculano sulla tratta di donne spesso obbligate a prestare servizi sessuali a pagamento.

La legge Merlin ha fallito– commenta l’onorevole Vargiu – e non è coraggioso fare finta di niente. Serve una nuova legge nazionale che metta al centro la dignità di chi si prostituisce. Non vogliamo riaprire i bordelli, ma garantire sicurezza e tutela sanitaria a chi fa questo mestiere. Ogni comune deciderà se limitare la prostituzione in un’area definita, come accade già a Mestre, o estenderla a tutto il territorio”.

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