Legislazione

La vergognosa norma sui reati ambientali

16 Febbraio 2015

Se si vuole avere un’idea di quale sia il lavoro delle lobby basta guardare a quanto avvenuto alle 2 di notte del 26 gennaio, in commissione Giustizia al Senato. Non c’è bisogno di essere cospirazionisti per sospettare con forza che dietro il “ravvedimento operoso” inserito nell’articolo 452-octies del disegno di legge sugli ecoreati (qui il pdf integrale, precedente però all’inserimento del nuovo comma; il testo dell’emendamento in questione lo potete invece trovare qui) ci sia la mano di alcuni poteri che si battono contro la legge sui reati ambientali e che dall’inserimento di una norma di questo tipo trarrebbero enormi vantaggi, in termini economici e non solo.

Ma di che si tratta? Chi commette un reato colposo contro l’ambiente non viene punito in alcun modo se prima dell’inizio del processo di primo grado provvede alla messa in sicurezza della bonifica e “se possibile” al ripristino dello stato dei luoghi. In pratica, pentitevi, eco-criminali, e sarete assolti dai vostri peccati. Dopodiché potrete riprendere da dove eravate rimasti. I punti particolarmente duri da mandare giù sono due: quel “se possibile”, che indica come non sia nemmeno necessario che il danno causato sia reversibile, e quel “colposo”, che dovrebbe impedire a criminalità incalliti di usufruire della norma (che comunque deve ancora essere approvata in Senato e difficilmente lo sarà), ma lascia un enorme spazio di discrezionalità nella valutazione del caso.

Peggio ancora: è consentito reiterare il reato. Una, dieci, cento volte. E se ogni volta che il colpevole viene messo sotto indagine, questi ripara il danno fatto (“se possibile”), allora non sarà mai punito, potrà continuare a compiere reati ambientali in maniera (senz’altro) colposa. Di che tipo di reati colposi stiamo parlando? Se la norma passasse, l’archiviazione potrebbe colpire processi come quello dell’Ilva, del Petrolchimico di Brindisi e Porto Marghera, dell’amianto in Fincantieri e parecchi altri ancora.

In linea di massima, non c’è niente di male nel pensare che chi ripari ai danni commessi ottenga uno sconto di pena, anche importante; ma che basti il ravvedimento operoso per non andare nemmeno a processo potrebbe addirittura rendere vantaggioso commettere reati ambientali: se fila tutto liscio, bene; se vengo beccato, pago quanto devo pagare e ricomincio dov’ero rimasto.

Con ogni probabilità quella norma verrà cancellata, visto che nel giro di poche ore tutti stanno facendo marcia indietro. Ma chi l’ha votata in commissione? Si sa soltanto che inizialmente Pd, M5S e Sel erano contrari; poi qualcosa dev’essere cambiato e i favorevoli al ravvedimento operoso hanno trovato la maggioranza. Ora, tutti corrono ai ripari, tutti promettono che verrà cancellata. Il ritornello di chi sperava che nessuno si accorgesse di quanto combinato viene intonato da tutti gli interpellati.

Ma chi c’è dietro questa norma? Qual è la lobby interessata a evitare che i responsabili di reati “colposi” contro l’ambiente possano passarla liscia limitandosi a pagare il dovuto? I sospetti cadono immediatamente su Confindustria, che da sempre rema contro con tutte le sue forze per impedire che questa legge – da un anno esatto in attesa dell’approdo in aula al Senato – venga approvata. Una legge che già in sé presenta un vulnus non da poco, visto che un articolo decisivo così recita: “Costituisce reato ambientale l’alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema o l’alterazione la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali, ovvero l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza oggettiva del fatto per l’estensione della compromissione ovvero per il numero delle persone offese o esposte al pericolo”.

Reato ambientale è quindi l’alterazione irreversibile. Ma cos’è irreversibile? I danni causati nella Terra dei Fuochi sono irreversibili? Chissà. Di sicuro non è irreversibile la velenosità dell’aria di Taranto. Solo per questo allora, nel caso in cui il danno possa venire eliminato con provvedimenti non eccezionali, non lo si può più considerare reato?

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