Benessere
La favola del paese immobile
C’era una volta il paese immobile.
Era così immobile che non c’era un filo di vento. Le nuvole se ne stavano tutte sempre lì, al loro posto, e il Sole veniva tirato su, ogni mattina, ma con la garanzia che al tramonto una carrucola riportasse la notte più fonda.
Nel paese immobile non succedeva niente e tutti erano immobili al loro posto, prendendo polvere.
Il gioco ufficiale del paese immobile era il Subbuteo, ma nei prati di tela le statuine se ne stavano immobili, perché i giocatori immobili non avevano voglia di prendere l’iniziativa e spingere con l’indice la palla verso la rete.
Un bel giorno, nel paese immobile, arrivò però l’Omino Velocissimo.
L’Omino velocissimo, che si faceva chiamare Baleno, arrivò nella piazza e tutti rimasero colpiti profondamente, non foss’altro perché si muoveva.
Baleno aveva la battuta pronta, correva per le piazze, stringeva mani e annunciava rivoluzioni: “L’ora del cambiamento è giunta, amici del paese immobile. Seguitemi e vedrete che saremo felici”.
Gli abitanti del paese immobile non è che iniziarono a correre, ma un battito di ciglia bastò a Baleno per essere interpretato come consenso.
E fu l’inizio di una grande corsa.
C’era, nel paese immobile, il problema delle prigioni troppo ferme, in cui i carcerati immobili occupavano le celle e i galeotti immobili continuavano a farla franca perché i giudici immobili non riuscivano a terminare il processo immobile.
Baleno venne e disse: “Apriamo tutte le celle, azzeriamo tutto. Diamo ai secondini il diritto di sparare a chi fugge e al carcerato quello di difendersi con una balestra. Il processo deve durare al massimo un quarto d’ora, per cui è bene che i giudici facciano il loro mestiere”.
Fu il caos. Secondini feroci e con la pistola facile spararono sui carcerati mentre i giudici bestemmiavano contro il Dio immobile perché, dopo un quarto d’ora, si era avviato il pc con Windows 98 e non avevano nemmeno aperto la pratica.
I giornali immobili, però, con le rotative che ricominciarono a girare, titolarono: “Baleno riforma le carceri”. E tutti erano concordi e unanimi nel giudizio: beh, almeno Baleno ha affrontato un problema che nessuno, nel paese immobile, aveva mai considerato fino ad allora.
Prima che, nel paese immobile, le menti immobili potessero cominciare a ragionare sul provvedimento, Baleno pubblicò un video su Youtube, affittò 60 milioni di smartphones e lo mandò ad iPhone unificati:
“Cari amici del paese immobile, la scuola è la fabbrica del futuro. E le nostre scuole cadono a pezzi. I bambini si addormentano davanti a lezioni soporifere e i dinosauri, invece di stare nei libri di testo, fanno lezione. Adesso è arrivato il momento di cambiare le cose”
E fu allora che, in tutte le scuole del paese immobile dove, da un tempo smisurato, non suonava la campanella e i bambini erano addormentati in classe, con l’insegnante che teneva il gesso fermo sulla lavagna nera e in attesa che qualcuno gli dettasse la lezione, giunsero dei corrieri che installarono delle lavagne super-tecnologiche con il collegamento a Internet, il riconoscimento della retina, l’aiuto da casa per le domande difficili in interrogazione.
Quando però un dirigente scolastico della scuola immobile fece notare che mancava la presa immobile per la corrente elettrica, nel paese immobile serpeggiò un leggero sbadiglio di delusione.
I giornali immobili schierarono presto una legione di editoriali, che decantavano le lodi di Baleno: “Baleno scuote le scuole”.
E tutti erano concordi e unanimi nel giudizio: beh, almeno Baleno ha affrontato un problema che nessuno, nel paese immobile, aveva mai considerato fino ad allora.
Prima che i bambini, però, tornassero a casa, dopo che la campanella immobile era stata finalmente suonata dal bidello immobile, Baleno riprese la parola e scrisse millemila cinquecento cinguettii in un minuto:
“Troppi banchieri e pochi soldi. C’è qualcosa che non torna”.
E lanciò l’hashtag: #piùsalvadanainellepiazze
E Baleno finanziò un programma per cui fece distruggere tutte le banche immobili, in ogni comune immobile del paese immobile, e le fece sostituire con degli enormi maiali di porcellana dotati di fessura di 10 metri per 2.
Chiunque poteva versare le proprie monete o le banconote e, alla fine dell’anno, un enorme martellone avrebbe rotto i salvadanai per distribuire a tutti il giusto ed investirlo nei territori.
Gli enormi maialoni, però, rimanevano vuoti, perché nessuno si fidava a mettere i propri ultimissimi risparmi là dentro, senza contare che alcuni signorotti immobili si erano fatti costruire il maiale di avorio in alcuni cantoni della Svizzera.
Prima che nel paese immobile, però, si verificasse la corsa agli sporcelli, i giornali titolarono: “Baleno affossa le banche”.
E tutti erano concordi e unanimi nel giudizio: beh, almeno Baleno ha affrontato un problema che nessuno, nel paese immobile, aveva mai considerato prima.
Un bambino che, finalmente, aveva raggiunto casa dopo il suono della campanella, mentre aspettava che mamma servisse il pranzo, disse: “Mamma, ma perché Baleno non si ferma un attimo a chiedere alla gente se è felice? Non sarebbe meglio pensare un attimo prima di fare qualcosa?” il bambino fissò gli occhi immobili sulla mamma che scolava gli spaghetti e poi aggiunse:
“Ma come si fa nel paese immobile a scegliere una persona in gamba che possa cambiare davvero le cose?”
Il papà del ragazzino immobile aprì la prima pagina del giornale, che titolava: “Baleno è il leader più bravissimo di sempre”.
E tutti erano concordi e unanimi nel giudizio: beh, almeno Baleno, anche rispetto alla leadership, aveva affrontato un problema che nessuno, nel paese immobile, aveva considerato prima.
Prima che il bambino immobile potesse fare un’altra domanda, suonò il campanello e con sorpresa la famiglia immobile si trovò di fronte Baleno. Salutò mamma, papà, la sorellina immobile e poi chiese al bambino immobile di fare una foto:
“E dai, bambino immobile, non sai farti neppure un selfie”
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