Legislazione

Là dove c’era un tesoretto ora c’è… un buco

23 Maggio 2015

È passato poco più di un mese da quando il Premier ha annunciato che i conti dell’Italia erano talmente in ordine da poterci permettere addirittura un “tesoretto” da 1,6 miliardi. Un tesoretto virtuale, a dire il vero, visto che derivava dalla differenza tra una previsione (rapporto deficit/PIL pari al 2,7%) e un dato reale (2,6%). E, come è noto a tutti coloro che hanno lavorato a documenti di programmazione economica, le previsioni dei governi (nazionali o locali) tendono sempre a sovrastimare le proprie performance. Per tale ragione – avendo lavorato il sottoscritto ad almeno 8 tra DEF e DPEF – a quel tesoretto non ho mai creduto neanche per un nanosecondo.

In ogni caso, dopo averlo annunciato, Renzi aggiunse: “decideremo come utilizzare queste risorse nelle prossime settimane”.

Ebbene, qualcuno ha deciso al posto suo l’impiego di quel denaro. La Corte Costituzionale e la Commissione UE, nel giro di pochi giorni, hanno infatti costretto il governo ad intervenire per circa 2,2 miliardi sulle pensioni da “rimborsare” e per 730 milioni sul fronte della reverse charge dell’IVA.

Tirando le somme dunque: il governo partiva da un’ipotesi (e sottolineo ipotesi) di avanzo di 1,6 miliardi ed è approdato a uno scenario che contempla circa 2,9 miliardi di spesa aggiuntiva. Il tesoretto virtuale si è trasformato in un buco reale, pari a oltre 1 miliardo di euro.

Che impatto avranno queste decisioni sulla campagna elettorale in corso? Nessuno. Anzi, sono convinto che Renzi abbia giocato le sue carte, come sempre, molto bene. E il perché è presto detto.

Qual è stata la copertura mediatica dell’annuncio del tesoretto? Notevole direi, visto che tutti se ne ricordano a oltre un mese di distanza (di questi tempi è difficile ricordarsi anche di ciò che accade anche solo 24 ore prima). E come sono state la copertura mediatica e la percezione del problema sollevato dalla Commissione UE sulla reverse charge dell’IVA? Molto basse, sia perché la notizia è arrivata di venerdì sera, sia perché forse 1 italiano su 100 ha idea di cosa sia la reverse charge. Dunque, ciò che resta impresso nelle nostre opinioni/emozioni è il tesoretto. Peraltro più finto che vero, per cui doppi complimenti all’autore del racconto…

E sul fronte delle pensioni? Renzi ha immediatamente reagito alla sentenza inventandosi la formula del “bonus”, che bonus non è ovviamente, dato che si tratta di una restituzione obbligata da una sentenza della Consulta. In ogni caso, quasi 4 milioni di pensionati che con Monti e Letta non hanno avuto incrementi alla loro pensione, quest’anno l’avranno. E, non potendo ringraziare votando per i giudici costituzionali…sapranno eventualmente a chi rivolgere il loro ringraziamento.

Pertanto, tutti coloro che confidano in questi incidenti di percorso di Renzi per vederlo perdere consenso si mettano l’anima in pace. Che il tesoretto fosse virtuale lo sapevamo in pochi. Che oggi sia sparito non lo sa praticamente nessuno. Che al suo posto ci sia un buco men che meno. Viceversa, che in un mese e mezzo ha promesso un tesoretto e un bonus da distribuire lo sa tutta Italia.

Sono due invenzioni? Si. Ma quando il percepito conta più del reale, le invenzioni contano più dei fatti. Come diceva Baudrillard a proposito della pubblicità: essa è “al di là del vero e del falso”.  “L’agente pubblicitario è il maestro di una nuova arte: l’arte di rendere le cose vere affermando che esse lo sono”. E quando la pubblicità (propaganda) funziona e il brand (leader) “tira”, i consumatori (elettori) rispondono.

 

 

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