Legislazione
Rottamatori e Cinque Stelle, la corruzione si combatte con la semplificazione
Uno dei cavalli di battaglia con cui il movimento 5 stelle ha ottenuto un risultato elettorale che, al di là delle analisi più o meno sofisticate dei diversi politici e commentatori, nessuno può negare essere dirompente, è quello della lotta alla corruzione. Nella campagna elettorale – soprattutto a Roma dopo le brutte storie di Mafia Capitale – più volte abbiamo sentito chi più chi meno reclamare una politica più pulita e esente dai ripetuti casi di corruzione a cui, purtroppo, siamo ormai assuefatti da anni (nella mia memoria almeno da “Mani Pulite del 1992” in poi) e questo è stato uno dei cavalli di battaglia della neo sindaco Raggi.
Tutti punti di vista assolutamente giustificati e condivisibili anche se, una delle domande che si è palesata qua e là negli anni ma che nessuno dei politici che si sono alternati al potere ha mai veramente intaccato, è stata quella della semplificazione e della chiarezza delle leggi che vengono prodotte a livello nazionale così come a livello locale.
Qui viene in mio aiuto quella che chaimo “la legge dell’ascensore” (che cito a memoria per cui chiedo venia in caso di eventuali imperfezioni legali). Fino a qualche tempo fa in ogni ascensore italiano campeggiava un grande avviso che più o meno recitava così: “Divieto di Fumo: i tragressori saranno punti con un ammenda compresa tra i 50 ed i 500 Euro che potrà essere raddoppiata in caso di violazione del divieto in presenza di donne in stato interessante”.
Un mio collega inglese – che sapeva l’italiano ma era abituato a delle leggi chiare e semplici – un giorno mi dice: <<da un lato sono ammirato per il vostro desiderio di proteggere l’ambiente pubblico, ma non mi è chiaro come intendiate sanzionare i trasgressori>> Infatti: chi decide se l’ammenda è di 50 o 500 euro e su che base? come si fa a sapere se la signora che mi sta a fianco è in stato interessante o meno (salvo che non sia al nono mese e che la cosa sia evidente)? E quindi l’amico mi inchioda: «perché non potete semplicemente dire che chi fuma dove non si può viene punito con un ammenda da 500 euro e basta«.
Nello stesso carrugio si inquadra un’altra leggenda metropolitana, verosimile, ma non verificata. Un giovane e brillante neo laureato che ha finito la laurea nei tempi giusti, con il massimo dei voti e la lode decide di fare domanda di assunzione al ministero delle finanze. Viene assunto (questo semplice dettaglio fa pensare più ad una fiction che ad una cosa vera) e viene assegnato all’uffico legislativo. Il suo capo , una vecchia volpe ministeriale che lavora lì da oltre trent’anni, come primo compito gli chiede di rivedere il testo di un decreto attuativo di una legge appena approvata e gli consegna un fascicolo di circa 50 pagine. Il giovane brillante si mette d’impegno ad analizzare il testo e dopo qualche ora torna dal capo con aria mesta e gli confessa: <<ho riletto il testo tre volte, ho cercato di fare i collegamenti con tutte le leggi citate nel preambolo (il c.d. “visto”) e non sono riuscito a raccapezzarmi; a mio avviso andrebbe reso più chiaro e semplificato in quanto così potrebbe generare confusione>>. Il suo capo lo guarda con grande soddisfazione e gli risponde: << grazie mille hai fatto benissimo il tuo dovere. La tua risposta indica che possiamo approvare il decreto così come lo abbiamo scritto>> .
Battute (speriamo) a parte, perchè la cosiddetta semplificazione legislativa – regole chiare e definite e di semplice e diretta attuazione – non è mai entrata di buon diritto nel programma di alcuno dei candidati a qualsiasi elezione in Italia? Le notizie di questi giorni sono certamente figli di una mentalità becera di delinquenza ma sono anche il risultato di leggi che paiono scritte apposta per lasciare, a chi desidera farlo, piena discrezionalità nella loro applicazione con il conseguente proliferare di ricorsi (tempi della giustizia), avvocati (il maggior numero di avvocati per abitante in Europa), costi (competitività del sistema) e da ultimo ma non per questo meno importante, il dilagare dei favoritismi che spesso degradano in corruzione.
Vediamo se tra rottamazione renziana e novità pentastellata, si potrà arrivare ad ridurre il brodo delle complicazioni legali in cui la corruzione prospera trae uno dei suoi principali punti di forza.
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