Governo

Un semaforo e un decalogo per il dopo-emergenza

9 Aprile 2020

Il distanziamento fisico degli italiani, al momento unica arma efficace contro questa pandemia, sta funzionando: i cittadini, in stragrande maggioranza, hanno preso molto sul serio le direttive del Governo e in questo primo mese si sono davvero distanziati.

L’immediata conseguenza è che la diffusione dei contagi è in discesa.

Quando si potrà dire che la crisi è rientrata?

A mio avviso se si vuole prendere un singolo indicatore-chiave questo è il tasso di variazione delle persone in isolamento domiciliare, dato che tipicamente questo è il primo passo che intraprende chi ha subito un contagio.

La Figura 1 indica la situazione a livello nazionale nelle ultime due settimane. Il tasso di variazione è in discesa ma resta ancora positivo sopra al +2.5% al giorno. La crisi si può dire superata solo quando questo indice passa in territorio negativo e vi resta stabilmente. Di qui la colorazione “a semaforo”: la luce verde si ha solo sotto zero.

FIG. 1 Italia: tasso di variazione delle persone in isolamento domiciliare

 

Se guardiamo alla situazione nelle diverse regioni si nota una notevole diversità.

Anche la Lombardia è in zona “gialla” ma non ha ancora preso una direzione netta verso la riduzione.

FIG. 2 Lombardia: tasso di variazione delle persone in isolamento domiciliare

 

Analogamente, il Veneto appare lontano dai livelli di sicurezza, con crescite dei contagi ancora molto alte.

Un caso più virtuoso sembra essere l’Emilia-Romagna, apparentemente vicina al segno meno.

FIG. 3 Veneto: tasso di variazione delle persone in isolamento domiciliare

 

 

FIG. 4 Emilia-Romagna: tasso di variazione delle persone in isolamento domiciliare

 

Soprattutto in alcune aree l’uscita dalla fase critica sembra a portata di mano.

Per l’Italia nel suo complesso, se il trend corrente proseguirà, servirà tutto il mese di aprile e una parte di maggio per portarsi in zona “verde”.

Nel frattempo, mentre molti italiani sono in “smart working”, sarebbe bene predisporre, da subito, una “smart policy” che faccia tesoro della drammatica esperienza in corso.

Questi mi sembrano 10 punti irrinunciabili, il primo dei quali serve anche a finanziare gli altri.

Una smart policy in 10 punti

1)      Passare gradualmente a un’economia senza contante riducendo progressivamente l’evasione fiscale

2)      Potenziare l’informatizzazione della PA e la circolazione delle basi dati in suo possesso

3)      Rafforzare il sistema sanitario pubblico e la complementarietà costituita dal sistema privato

4)      Investire maggiormente nella ricerca sanitaria, biologica e tecnologica

5)      Chiudere il gap digitale e di rete tra le diverse zone del Paese

6)      Potenziare ed estendere i sistemi di smart working in tutte le amministrazioni pubbliche e private

7)      Sviluppare e realizzare un piano di salute e sicurezza nei posti di lavoro

8)      Snellire sensibilmente le procedure burocratiche nelle aree degli appalti, dell’avvio di nuove imprese e della giustizia civile e amministrativa

9)      Predisporre in via anticipata piani d’emergenza sanitaria e socio-economica contro pandemie, epidemie e focolai localizzati

10)   Ridefinire i settori strategici e attuare interventi di rafforzamento e autonomia incluso l’approvvigionamento di energia e materie prime

 

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