Governo

Un altro errore vaccinare gli anziani solo con AstraZeneca?

23 Aprile 2021

Dopo le preoccupanti politiche vaccinali italiane (delle Regioni, ma tollerate fino a pochi giorni fa anche dal governo), grazie alle quali non sono stati vaccinati subito tutti gli anziani e i fragili, ma prima i poliziotti, i carabinieri, gli insegnanti anche trentenni, il personale ospedaliero amministrativo in smart working, psicologi, biologi, avvocati e parenti tutti, adesso c’è un’altra novità. Agli anziani (di fatto gli ultrasessantenni) viene riservato quasi esclusivamente il vaccino AstraZeneca, dopo i casi di trombosi registrati nella popolazione giovane: 169 persone su 34  milioni di sommistrazioni in Europa, con una correlazione positiva per le donne per l’appunto giovani, sembra in relazione a una forte reazione autoimmune indotta dal vaccino.  Si indagano anche altre cause, relative all’assunzione di anticoncezionali, ma al momento non ci sono ancora evidenze scientifiche di un collegamento con i casi di trombosi.

Riassumo per chi non fosse a conoscenza degli ultimi avvenimenti: il Ministero della Salute ha diramato il 7 aprile una circolare secondo cui: “Il vaccino Vaxzevria (AstraZeneca ndr.) è approvato a partire dai 18 anni di età, sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da COVID-19 nelle fasce di età più avanzate, si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”.


In parole povere, siccome il vaccino AstraZeneca era somministrato
fino a poco tempo solo a fasce d’età più giovanili, in Europa, perchè negli studi preliminari  gli anziani erano poco rappresentati, si sono registrati dei fenomeni di trombosi venose profonde cerebrali che hanno portato alla morte di giovani donne (nella maggior parte dei casi) che avevano ricevuto il vaccino. Spiace essere cinici, ma se i pazienti a cui veniva inizialmente somministrato AstraZeneca in Europa erano giovani (perchè vi era l’indicazione a non vaccinare persone sopra i sessant’anni), anche i morti di trombosi non potevano che essere giovani. Una relazione causale piuttosto chiara: se si vaccinano solo i giovani con AstraZeneca, moriranno per i possibili effetti collaterali solo i giovani.

L’EMA (European Medicines Agengy), dopo uno studio sul fenomeno, ha concluso che i casi di trombosi evidenziati non erano abbastanza numerosi da giustificare la sospensione dell’utilizzo del vaccino. Si tratta anche in questo caso di calcoli cinici: vengono valutati i possibili rischi di morire per il Covid rispetto al rischio di morire per gli effetti collaterali del vaccino. E se il rapporto è molto sbilanciato a favore del rischio di morire di Covid, allora si prosegue nella campagna vaccinale senza bloccare le somministrazioni.
L’EMA ha quindi invitato a continuare le vaccinazioni, autorizzandone l’uso anche per gli ultrasessantenni. Ripeto: “autorizzando l’uso anche per i sessantenni”, non “consigliandolo”.

Alcuni governi europei, in prima fila il nostro, hanno invece adottato una misura più restrittiva: quell’uso preferenziale per i sessantenni di cui parla la circolare del Ministero.
Con il risultato che se qualcuno di voi ha un amico di un po’ di più di sessant’anni che è appena stato vaccinato, vi racconterà la verità: a tutti gli anziani (o quasi anziani…) viene somministrato AstraZeneca, mentre invece ai “giovani” che fanno parte di qualcuna delle categorie che continuano a ricevere i vaccini in anticipo sugli altri, vengono somministrati i vaccini di Pfizer e Moderna, basati su una tecnologia più moderna e a quanto pare più efficace nella protezione contro il virus. Sappiamo inoltre che in futuro chi verrà vaccinato (in Italia) e ha meno di sessant’anni, riceverà appunto i vaccini di Pfizer e Moderna, come ha recentemente dichiarato Giorgio Palù, attuale presidente dell’AIFA (Agenzia italiana per il farmaco).

Senza entrare in polemica sulla validità o meno dei diversi vaccini in questione, riporto solo alcuni dati NOTI. Il richiamo del vaccino di AstraZeneca deve essere effettuato 70 giorni dopo la prima dose, ma il massimo della protezione la si riceve dopo 15 giorni dalla seconda dose. Di fatto, perchè il vaccino AstraZeneca sia efficace, devono passare 85 giorni dalla prima dose, quasi tre mesi. Dopo di che la protezione conferita contro il virus dovrebbe essere al massimo dell’80%  secondo uno studio recentissimo di Lancet appena pubblicato, anche se in altri studi si parla del 65%.

Nel caso invece dei più moderni vaccini di Pfizer e Moderna, la seconda somministrazione è indicata dopo 20 giorni dalla prima e la protezione dal virus raggiunge il suo massimo dopo una settimana dall’ultima somministrazione. Di fatto, dopo solo UN MESE dalla somministrazione della PRIMA DOSE, chi riceve questo secondo tipo di vaccino può considerarsi protetto al 97%, secondo uno studio di Lancet, anche quest’ultimo appena pubblicato.

Bene, la novità è che da quando il vaccino viene somministrato anche agli ultrasessantenni, i casi (rari) di trombosi profonde cerebrali stanno cominciando a verificarsi anche tra loro. Com’è successo in Francia, pochi giorni fa, secondo quanto riferito da ADNKronos.  Il fenomeno è peraltro comprensibile: se si allarga il campione dei vaccinati anche agli ultrasessantenni, è probabile che si verificheranno gli stessi effetti collaterali registrati in campioni più giovani.
Con il risultato che tra breve il numero di anziani che statisticamente soffriranno di una trombosi venosa profonda sarà PROBABILMENTE uguale a quello dei giovani.
Ma che cosa succerà a questo punto, visto che siamo in Italia?

Probabilmente nulla. Gli anziani continueranno a ricevere il vaccino di AstraZeneca, mentre tutti gli altri riceveranno i più moderni (ed efficaci) vaccini di Moderna e Pfizer.
Ma con un problema: gli anziani riceveranno un VACCINO MENO EFFICACE  e di più LENTO EFFETTO  nel proteggerli, rispetto a chi è più giovane. Accumulando due mesi di ritardo nell’efficacia della protezione rispetto a chi invece riceverà Moderna e AstraZeneca, con il rischio appunto di RITARDARE ULTERIORMENTE l’efficacia della campagna della vaccinazione contro il Covid.

L’EMA (e cioè l’Europa) ci ha chiesto di seguire una tale sciagurata politica? NO, è stata l’Italia (insieme ad altri paesi) a scegliere la soluzione apparentemente più facile di dirottare verso gli anziani un vaccino come quello di AstraZeneca che spaventa TUTTI (diciamoci la verità), ma soprattutto ha un’efficacia minore rispetto a quelli di tecnologia più moderna.
Gli anziani però non hanno rappresentati sindacali e di categoria, non fanno pressioni, sono disuniti, deboli e quindi si suppone che si lamenteranno meno della scelta sciagurata che è stata fatta di destinare loro il vaccino MENO EFFICACE e più lento nel processo di protezione.
Con il risultato che se la campagna vaccinale procedesse ancora ai ritmi spediti di adesso, i PRIMI a essere protetti dal virus (al 95%) saranno i cinquantenni che riceveranno il vaccino tra un mese, mentre gli over-60 dovranno ancora aspettare DUE MESI (se sono stati vaccinati fino a un mese fa) per ricevere la  protezione (tra il 65 e l’80%) contro il virus.

MORALE: se dobbiamo correre tutti a vaccinarci (è una gara contro il tempo, prima che arrivino varianti ancora peggiori del virus), dobbiamo correre tutti alle stesse condizioni, anzi, facciamo partire prima chi è anziano e rischia statisticamente di morire di Covid in misura incredibilmente superiore a chi è più giovane.
Il Ministro Speranza ha preso invece una decisione pericolosa e impopolare: dividere per età una popolazione che deve restare unità anche nell’affrontare la vaccinazione, decretando di spostare tutti i rischi dell’utilizzo di un vaccino meno potente sulla categoria più a rischio: gli anziani.

Ancora una volta, dopo gli scandalosi mesi precedenti, quando tante morti avrebbero potute essere evitate se FIN DA SUBITO si fossero definiti a livello centrale i criteri con cui accedere alla vaccinazione. Ma ahimè, quando finalmente questi criteri sono stati decisi, a farne le spese sono ancora gli anziani, le vere vittime del Covid.

 

 

 

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