Governo
Due surreali settimane nella politica italiana
La politica italiana ci lascia spesso allibiti con scenette ridicole, che travalicano i limiti del surreale. Ma le ultime due settimane appaiono eccessive anche per il pubblico italiano.
La politica italiana ci lascia spesso allibiti con scenette ridicole, che travalicano i limiti del surreale. Ma le ultime due settimane appaiono eccessive anche per il pubblico italiano. Come se l’arrivo di Donald Trump avesse dato un segnale di liberi tutti agli alleati di una fantomatica internazionale nera, con particolare riferimento al nostro governo.
L’internazionale nera
Questa internazionale nera vuole rompere il sistema di relazioni internazionali che conosciamo, per dare inizio a una nuova era di rapporti bilaterali. In sostanza, gli stati si accorderebbero di volta in volta sulle varie questioni che emergono. In questa contrattazione, il più forte si porterebbe a casa maggiori risultati. Si vuole riportare il diritto internazionale alla legge del più forte, che al momento sono gli Stati Uniti.
Gli alleati, dall’Italia all’Argentina, diventerebbero vassalli pronti a spartirsi le concessioni dell’imperatore. Una politica miope, perché oggi abbiamo quest’assetto ma “di doman non c’è certezza” come scriveva Lorenzo il Magnifico.
Donald Trump e Javier Milei stanno cercando di smantellare questo sistema uscendo progressivamente dagli accordi internazionali. Scelte scellerate per la convivenza civile sul pianeta, ma legittime dal punto di vista politico. Al contrario, il governo italiano ha dimostrato maggiore creatività.
Giorgia Meloni, sia con la deportazione dei rifugiati in Albania che con il rimpatrio del torturatore libico Almasri, ha assunto una posizione spericolata per una politica surreale. Ha prima palesemente violato il diritto internazionale, per poi inveire contro la magistratura e l’opposizione che hanno contestato tali violazioni. Infine, ha invocato complotti di ogni sorta prima di sparire per qualche giorno dai radar e lasciare la parola ai suoi ministri e ai suoi parlamentari.
Il caso Almasri
Il rimpatrio di Almasri è palesemente una scelta politica dettata dal bieco cinismo, che mette la politiche di frontiera in mano a un torturatore ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI). Pur di non ammettere questo fatto, il governo ha cercato le scuse più assurde. Matteo Piantedosi ha affermato che Almasri è stato scarcerato perché troppo pericoloso, mentre Carlo Nordio che la richiesta della CPI fosse troppo lunga e scritta in inglese.
Il governo ha provato a mettere in dubbio la legittimità della decisione della Corte, perché avvenuta a maggioranza e non all’unanimità. Come se il governo italiano non sapesse come funzioni un organo collegiale.
Il momento più dadaista di questa politica surreale è avvenuto quando Fratelli d’Italia ha spedito in TV l’onorevole Augusta Montaruli per parlare di giustizia, malgrado sia condannata per peculato in via definitiva. Quando il deputato PD Marco Furfaro glielo ha fatto notare, si è messa ad abbaiare.
Quell’abbaio avrebbe dovuto ricordare i soldi trovati nella cuccia del cane da Monica Cirinnà e sottolineare come il PD non possa fare prediche. Ma la vicenda della Cirinnà non ha avuto alcun seguito penale, casomai è una storia strana che dimostra l’elitismo di una parte della sinistra. E poi che c’entra Furfaro?
Quella scena mi ha ricordato la canzone “Bau Bau baby” che Freak Antoni scrisse nel 1978 per quel capolavoro punk di “Mono tono”. Oggi diventa profetica, ma quella rappresentava una ribellione giovanile nell’anarchica Bologna. Qui siamo di fronte a una destra che dice di voler ordine, ma si rifiuta semplicemente di essere criticata.
Intrecci di spie
Chi critica il governo può avere conseguenze pesanti, come testimoniato dalla vicenda “Paragon”. Sette italiani sono stati spiati da un’applicazione israeliana che non può essere nelle mani di chiunque. L’azienda fondata dall’ex primo ministro Ehud Barak ha infatti un codice etico per cui i prodotti possono finire solo nelle mani di enti istituzionali per contrastare il crimine o il terrorismo.
Però sono stati spiati almeno due nemici del governo che non hanno niente a che fare con il terrorismo o la criminalità, ovvero l’ex tuta bianca Luca Casarini e il direttore di fanpage.it Francesco Cancellato. Alcuni apparati dell’intelligence e delle forze dell’ordine sono stati troppo solerti e hanno voluto fare un maldestro favore al governo? Oppure c’è qualcosa di peggio?
Non lo sappiamo, ma spiare giornalisti e rappresentanti delle organizzazioni non governative è gravissimo. Sappiamo però che Paragon aveva prestato i suoi servizi a un’agenzia di intelligence e a una forza dell’ordine italiana e che oggi l’azienda israeliana ha sciolto il contratto con il governo italiano. Perché l’Italia ne ha violato i termini? Occorrerebbe fare velocemente chiarezza.
Come nota di colore, sono uscite alcune vecchie chat di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia in cui si definisce Matteo Salvini con termini dispregiativi come “bimbominkia”. Lui sembra aver minimizzato ed essersela presa soprattutto per la parola “gonfio”, visto che in qualche momento provava a perdere peso.
Giorgia come Frodo
Nel frattempo, la destra e i suoi giornali fanno quadrato contro gli attacchi, invocando paranoici golpe e complotti internazionali pur di difendere le posizioni fantasiose del governo. Arianna Meloni si è spinta a definire la sorella Giorgia come Frodo, il protagonista de “Il signore degli anelli”. Anche Maurizio Lupi aveva azzardato questo paragone alla festa di Atreju.
La piena identificazione di Giorgia Meloni con Frodo spiegherebbe molte cose. Difatti, se la presidente del consiglio deve distruggere l’anello e sconfiggere il malefico Sauron, allora vale tutto. Se la missione rappresenta la salvezza nazionale, è naturale mentire spudoratamente in diretta social, scambiando una comunicazione al tribunale dei ministri per un avviso di garanzia.
Ovviamente, se Giorgia Meloni deve andare a monte Fato a distruggere l’anello, deve essere superiore alla legge e dovrebbe agire indisturbata da solerti magistrati, perché l’interesse primario è fermare Sauron. Però questa narrazione non sembra tanto costruita da un buon spin doctor quanto frutto di un delirio di onnipotenza.
La presidente del consiglio sembra aver cambiato un po’ troppe volte opinione, dialogando allegramente con tutti, da Joe Biden a Donald Trump, passando per Ursula von der Leyen e Vladimir Putin. Nella sua narrazione, noi poveri hobbit della contea siamo assediati da orchi rappresentati da giornalisti non allineati, i migranti, la comunità LGBT+, i comunisti, etc.
Ma per chi combattono? Qual è il male assoluto da sconfiggere? Difficile additare Elly Schlein, Giuseppe Conte o Romano Prodi. La narrazione di Giorgia Meloni rischia quindi di diventare debole perché non ha un grande nemico da incolpare. Si potrebbe quindi presto svelare il bluff di questa politica surreale, per cui noi hobbit potremmo renderci presto conto che Frodo non stia tanto cercando di tutelare l’interesse nazionale, quanto la propria sopravvivenza politica.
Immagine di Hua WANG
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