Governo
Sono orgoglioso di essere Populista
Oggi alla Camera dei Deputati è avvenuto un fatto dall’altissimo valore politico.
Il Movimento Cinque Stelle aveva presentato un Disegno di Legge a prima firmataria On. Lombardi che conteneva una grande carica eversiva: dimezzare le indennità parlamentari portandole da 5 mila euro netti a 5 mila lordi al mese, obbligando anche alla restituzione di tutto ciò che non viene speso o non rendicontato.
Il DDL, arrivato alla Camera tre anni dopo il suo deposito, era stato votato solo ed esclusivamente dal M5S; voto negativo o astensione per tutti gli altri partiti. Ma, con i suoi tempi da moviola, prima o poi ogni proposta di legge deve arrivare a essere discussa e oggi era il grande giorno della votazione.
La Camera ha deciso per rimandare nuovamente il testo in Commissione, azzerando tutto e, di fatto, facendo in modo che l’iter legislativo ricominci dall’inizio.
Beppe Grillo, leader del M5S, aveva creato una grande campagna mediatica lanciata sui social network per creare pressione mediatica nei confronti di tutti i partiti, in particolare il Partito Democratico, e invitando i cittadini ad assistere dal vivo alla votazione in Parlamento.
La decisione di bloccare il testo di legge era per molti un risultato prevedibile ed è stata attuata con 109 voti di scarto, quelli cioè del PD e dei suoi alleati NCD, ALA e UDC.
Compatti e in linea con il Movimento di Grillo, invece, hanno votato Forza Italia, Sinistra Italiana e Fratelli D’Italia. Questa premessa sui dati risulta necessaria per capire le forze in campo perché, a questo punto, sembra davvero che si stia giocando a rimpiattino.
Una delle più importanti battaglie di Renzi a supporto del Si al Referendum Costituzionale del 4 dicembre è l’abbattimento dei costi della politica attraverso un taglio netto del Parlamento più costoso d’Europa; certamente una iniziativa lodevole ma a chi scrive sfugge allora il motivo per il quale non appoggiare il testo della Lombardi che avrebbe fatto risparmiare dai 61 agli 80 milioni di euro contro i 58 della Riforma Costituzionale Renzi-Boschi.
E’ certamente un ennesimo gioco politico: il PD non può, a poche settimane dal voto più importante della storia di questo governo, garantire al M5S la prima grande vittoria parlamentare e pazienza se per fare questo bisogna rinnegare esattamente il messaggio referendario.
Nel frattempo l’Italia si continua a tenere il Parlamento più costoso del mondo Occidentale con uno stipendio per ogni singolo Parlamentare che tra indennità, rimborsi e diaria supera i 16 mila euro al mese (il 60 % in più della media europea).
Ciò che lascia francamente perplessi è ancora il clima del dibattito politico che continua a essere dominato dalla parola “populismo”. Sono stati additati come populisti i deputati Cinque Stelle che hanno proposto una legge per dimezzare lo stipendio dei Parlamentari Italiani e sono “populisti” perché chiedono un reddito di cittadinanza per ogni Italiano.
Questo modo di far politica non ha niente di nuovo probabilmente; la contrapposizione tramite opposti in perenne lotta c’è sempre stata e ha dimostrato di essere il metodo più semplice e efficace di far politica. Una volta era il Comunismo il grande pericolo per l’Occidente e la libertà; oggi lo è il Populismo, talmente pericoloso da far intervenire il Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari Moscovici in sostegno di Renzi e del Si al Referendum:
“C’è una minaccia populista. E’ per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi affinché sia un partner forte all’interno dell’Ue.”
Ma in un’ arena politica dove tutti urlano e sbraitano accusandosi gli uni con gli altri si è perso il senso vero della politica e delle sue parole: cos’è il “populismo”?
Ammesso che si voglia combatterlo forse sarebbe necessario prima definirlo dato che, come scrisse Sun Tzu nel celebre “L’ Arte della Guerra“, se conosci il tuo nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura.
E’ o non è populismo elargire 80 euro a determinate fasce della popolazione prima di una tornata elettorale? E’ o non è populismo abolire Equitalia e proclamare la quattordicesima per i pensionati prima di un importante Referendum?
Forse populismo è tutto o forse non è nulla. O forse la politica stessa, lo è per definizione; soprattutto quando attua manovre estemporanee e una tantum con l’unico obiettivo di creare consenso e senza, invece, una visione lungimirante che vada oltre i sondaggi del lunedì di Enrico Mentana al Tg La7.
Forse queste righe saranno giudicate populiste così come lo è chiunque decida di schierarsi contro i diritti acquisiti di una politica ormai lontanissima dal mondo terreno. L’unico vero messaggio che oggi è arrivato è che la crisi è al suo nono anno e mai nella storia una crisi economica si era perpetrata per così tanto tempo. Dunque è necessario che tutte le parti sociali facciano i giusti sacrifici ma, mentre dicono che non ci sono le coperture economiche per manovre assistenziali come il reddito di cittadinanza, la politica decide che è populista dimezzarsi lo stipendio perché ci tiene al primato di più pagati d’Europa.
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