Governo
Mattarella uno di noi
La cosa positiva di queste ore è che la Costituzione è tornata di moda, nei trends, come si dice oggi. Capitasse più spesso, tipo quando si parla (o non parla) del dovere dell’accoglienza, della rimozione delle disuguaglianze, del diritto al lavoro e alla salute, sarebbe meglio. Ma pazienza.
Ribadisco subito che Mattarella per me ha agito nel rispetto della Costituzione e del suo spirito e che questo non sarà un pippone giuridico, per quello bastano tutti i professoroni copia-incolla. Come diceva qualche amico, non essendoci l’Italia ai Mondiali, dobbiamo “tifare” e dividerci su altro. In ordine sparso:
Capitolo impeachment. Di tutte le assurdità lette finora quella più esilarante è certamente quella che paventa la messa in stato d’accusa di Mattarella. Per dirla alla Villaggio: è una cagata pazzesca. Anche se qualcuno giura di aver notato un insolito addensamento di scie chimiche sul Colle in queste settimane. No serio, sembra una ipotesi concreta. Per questo motivo non avrà mai seguito.
Capitolo poteri forti. Stamattina uno dei poteri forti più forti (ovvero una multinazionale del petrolio) ha cercato di ostacolarmi nel tentativo di compiere il mio dovere: andare a lavorare. Perché loro lo sanno che il lavoro è la prima forma di emancipazione delle masse. In pratica un tir ha avuto un “problema” sulla statale e per poco non mi faceva timbrare in ritardo. Ma secondo me lo ha fatto apposta. Maledetti.
Capitolo Savona. Secondo me qui non c’è un problema di opinione. O meglio, il problema è proprio il contrario, ovvero che le opinioni serie latitano in questo Paese di pecoroni incazzosi, e si è arrivati a questo. A Mattarella, meschino, il compito gravoso di non accettare come ministro dell’Economia il teorico dell’uscita dall’euro (senza che se ne sia mai parlato da nessuna parte), di un governo Conte incaricato di eseguire i compitini scritti da Salvini e Di Maio. Cosa questa che davvero rappresenta un unicum nella storia repubblicana.
Capitolo Lega. Salvini pare abbia vinto comunque. Cosa non si sa. Forse argomenti per un’altra vergognosissima campagna elettorale, dove forse i meridionali (meglio se palermitani) torneranno al centro del suo disgusto, più degli immigrati. “Vengono a Roma e si prendono le nostre Istituzioni”.
Capitolo 5 Stelle. Di Maio in peggio. La seconda cagata pazzesca di queste ore è la teoria secondo cui “qualcuno” non vuole che governino. Eddai, ebbasta. Si presentino alle ormai prossime elezioni insieme alla Lega, in coalizione. Facciano incetta di voti, mezzo programmino già è fatto. Dicano poi chiaramente cosa vogliono fare in Europa. E facciano questo referendum, magari, boh. Candidino pure Savona, se vogliono. Stiano, perciò, alle regole democratiche. Alla Costituzione. E poi se vogliono provino a cambiarla, se i contrappesi non piacciono. Ma attenzione, porta sfiga.
Nessuno ha vinto le elezioni. Nessuno. Nonostante quei milioni di voti, tanti, ma non abbastanza (per quella schifezza di legge elettorale, d’accordo). Si è poi trovata una maggioranza parlamentare tra forze opposte (per modo di dire opposte, ho sempre sostenuto la naturalezza dell’alleanza tra grillini e leghisti), che non ha portato a nulla perché le prime imposizioni sono partite proprio dalla strana coppia Salvini-Di Maio nei confronti del Colle. Ma ancora non avevano aperto la Costituzione, forse.
Ps. Capitolo PD. Elettroencefalogramma piatto.
Pps. Capito LeU. Lorem ipsum.
www.mircosiri.it
@mircosiri
Devi fare login per commentare
Accedi