Governo
Sarà Berlusconi l’anti-Grillo?
Qualche giorno fa, alla convention di Publitalia, Berlusconi avrebbe annunciato la sua volontà di riscendere in campo, “costretto”, a suo dire, dalla pericolosa crescita dei cinque stelle. Così come nel ’94 la sua candidatura fu motivata con la necessità di fermare l’avanzata dei comunisti, oggi Berlusconi si propone come unico reale argine al populismo del Movimento 5 Stelle.
Certo, il campo anti-grillino sembra essere occupato già da tempo dal PD di Bersani prima e di Renzi ora. Dal 2013, infatti il PD è il principale obiettivo polemico del Movimento, e lo stesso Partito Democratico si è spesso autopresentato come l’antitesi alla demagogia e al populismo pentastellato.
Ma vedendo il risultato delle elezioni amministrative appena concluse, Berlusconi potrebbe non aver tutti i torti. I ballottaggi hanno dimostrato che nel paese esiste ancora un centrodestra, che, seppur indebolito a livello nazionale, ha un enorme potenziale nelle realtà locali. Al contempo, emerge in maniera chiara la crisi del PD, che perde comuni e capoluoghi storici in favore del centrodestra.
Non è questo il luogo in cui interrogarsi su questa crisi e sulle responsabilità del segretario Renzi, ma si può pacificamente ammettere che il ritorno del centro destra, se riuscirà a riverberarsi nelle dinamiche nazionali, potrebbe scardinare il testa a testa tra PD e Cinque Stelle visto negli ultimi tempi e creare una situazione simile a quella creatasi dopo le politiche del 2013.
Con la novità, però, che con un centrodestra di nuovo unito il PD non potrebbe più giocare il ruolo del partito antipopulista che ha spesso cercato di incarnare. Si apre dunque la possibilità di una perdita di voti in favore del centrodestra da parte di quegli elettori che hanno votato PD solo in funzione anti-Grillo. Al tempo stesso, è ipotizzabile che Berlusconi sottragga una parte di voti anche ai grillini, grazie al fatto che lui stesso non è esente da trovate demagogiche.
Se quindi il ricorso sull’incandidabilità di Berlusconi dovesse essere accolto a Strasburgo, e se il potenziale locale del centrodestra dovesse trovare rappresentanza nazionale, non è assurdo ipotizzare un ritorno di Berlusconi alle politiche del prossimo anno, e il risultato di Forza Italia potrebbe essere diverso da ciò che mostrano i sondaggi attuali. Forse la leadership di Berlusconi è ormai troppo consunta per grosse sorprese, ma sembra probabile l’innescarsi di un trend positivo per Forza Italia e negativo per il PD e il ritorno al sistema tripolare da cui prese le mosse Renzi (situazione che per quest’ultimo potrebbe non essere negativa, come racconta De Luca sul Post).
La notizia quindi non è tanto il ritorno di Berlusconi e il suo proporsi come unica reale opzioni ai Cinque Stelle: la notizia è che, se il PD non torna a crescere, potrebbe avere ragione.
Devi fare login per commentare
Accedi