Governo
Sangiuliano, il silenzio, il senso dello Stato e la marpiona
Onore delle armi per Sangiuliano: si è dimesso.
Ma dovrebbe stare fermo, uscire di scena (ne ha presa troppa) e dedicarsi al suo lavoro, quello di giornalista.
Minaccia querele, ma commette un errore grossolano, perché alimenta il fuoco con benzina e fa propalare l’incendio: la fanciulla è consumata alla lotta (professionale nell’intervista a LA 7), è una marpiona ; se continua ad attaccare -fa comprendere la signora Boccia- il vaso traboccherà ; dirà di altri documenti riservati e scottanti e di altre donne di cui il Sangiuliano si circondava: sarà, dunque, come il vaso di Pandora, con veleni, ma anche miasmi.
Questa è stata una brutta storia, fatta di ripicche, ricatti, promesse non mantenute , soverchierie di potere.
Mentre Sangiuliano piange e si pente,si batte il petto, Boccia ride sorniona e pregusta di stare ancora sul palco che le offre lui: ma chi consiglia il povero Sangiuliano è dilettante allo sbaraglio, non mastica di strategia politica , perché sottovaluta la marpiona che sa il fatto suo ; la vicenda le ha dato visibilità smisurata, con suo immane godimento.
A Sangiuliano manca il Senso dello Stato: non ha il gelo, la freddezza, il cinismo dei cirenaici di Aristippo; la morale impone di agire per interessi superiori, avere come religiosamente sacro il rispetto delle istituzioni.
Perciò, non avrebbe dovuto dare credito alla signora Boccia, come ha scritto Mario Giordano su “La Verità”: impedire che entrasse al ministero ed offrirle un incarico gratuito di prestigio, poi rinnegato per il veto della moglie e non invece, come lui fa credere, per un presunto conflitto d’interessi, rappresentato dal fatto che fosse una sua amica , ”amante affettiva” ( nuova definizione).
Tra l’altro la relazione è stata negata dalla signora Boccia.
Ogni volta che lui parla e si dimena in dichiarazioni con tono stentoreo fa guai.
Stia in silenzio.
Le istituzioni sono un fatto serio: sono convinto che nemmeno un obolo sia stato sottratto alle casse pubbliche, ma il ruolo non è stato ricoperto con onore e disciplina,come esige la Costituzione( art.54).
Il ridicolo è al ministero della Cultura,lo ha detto bene lo scrittore Emanuele Trevi in un’ intervista a “La Stampa” e si può dispiegare un altro bunga bunga come fa presagire la marpiona, se le si dà la stura di parlare.
C’è troppo provincialismo doroteo nelle sue scelte: offrire cariche e prebende alla pletora fedele e adorante.
Ma non si fa così ; si mette nei guai Giorgia.
Fa venir in mente Diderot con il suo “Nipote di Rameau”. Sangiuliano, infatti, ci ricorda in questa pantomima di regime che “ la vita sociale è come una commedia, nella quale ciascuno assume una posa secondo il bisogno del momento”, come ha fatto lui, senza dire la verità ed incartandosi ad ogni piè sospinto.
Sangiuliano esca compunto : Boccia la marpiona è in agguato.
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