Governo

Salvini europeista e “concretista”

8 Febbraio 2021

Stiamo assistendo alla conversione miracolosa di Salvini all’europeismo. Come dice il senatore Francesco Giro (doppia tessera Lega e Forza Italia): “Al sovranismo la Lega ha fatto una scelta: il concretismo e l’amore per l’Italia”. Il concetto è chiaro: sì al governo Draghi e magari anche un ministero. Salvini lo ha detto anche molto chiaramente:  farà di tutto per sedersi al tavolo dei 206 miliardi del Recovery Plan.

Anche per la Lega il fine giustifica i mezzi: meglio europeisti che fare opposizione per i prossimi due anni a un governo che gli italiani desiderano fortemente. Sarebbe folle bocciare il tentativo di Mattarella di dare all’Italia un governo stabile per andare al voto in giugno, lasciando il paese in preda a un’instabilità politica inaccettabile. Chi mai avrebbe potuto giustificare una simile scelta? Gli elettori avrebbero punito la Lega nelle urne, perchè la crisi economica conseguente alla pandemia non può essere affrontata a colpi di RIFIUTI IDEOLOGICI, che in questo momento sembrano decisamente fuori luogo.

Ma la conversione al “concretismo” sembra sincera: oggi la Lega ha persino chiesto l’espulsione dal gruppo «Identità e democrazia», di cui fa parte a Strasburgo, del partito tedesco Alternativa per la Germania, sovranista, antieuropeo e anti immigrati, con cui fino a pochi giorni fa la Lega andava d’amore e d’accordo. Il partitino tedesco sospettato di simpatie neonaziste aveva appena attaccato Mario Draghi e la sua difesa dell’euro. La reazione della Lega è stata immediata: «Alternativa per la Germania è un’anomalia all’interno del gruppo, se ne devono andare».

Le belle notizie non finiscono qui: interrogato dai giornalisti sullo sbarco della nave ong Ocean Viking, Matteo Salvini ha cambiato linea: “Sul tema immigrazione noi proporremo l’adozione della legislazione europea. A noi va bene che l’immigrazione in Italia sia trattata com’è trattata in Francia e in Germania. Con le stesse regole”.

Viene quindi il fondato sospetto che le battaglie contro l’euro e l’Europa della Lega, nonché contro l’immigrazione, fossero assai poco di sostanza, ma si trattasse soprattutto di marketing elettorale. Non sarebbe infatti possibile cambiare così in fretta la linea politica se riguardasse temi strutturali, abbandonati i quali il partito perderebbe la sua stessa natura. Faccio un esempio: la Lega sapeva già molto bene che abbandonare l’euro avrebbe significato per l’Italia essere esposta a ANNI di turbolenze finanziarie, sotto i cui colpi sarebbe perita la nostra economia. Prima che la nuova Lira si fosse stabilizzata, sarebbero caduti in povertà milioni di italiani.

La Lega non è quindi mai stata seriamente antieuropea,  ma si è limitata a usare i sentimenti antieuropei diffusi tra gli italiani (per ragioni storiche legate al fatto di essere stati dominati da altri paesi europei fino solo centocinquanta anni fa) per conquistare voti facili, così come lo stesso Salvini ha sempre usato le sue campagne politiche contro l’immigrazione a puri fini elettorali. Le migrazioni economiche e quelle legate alle guerre sono fenomeni mondiali che non si affrontano a colpi di slogan facili e orecchiabili: “Pensate agli immigrati e non agli italiani, siete vergognosi e indegni”, come aveva dichiarato Salvini lo scorso dicembre di fronte alle riforme dei decreti sicurezza che portavano il suo nome. E oggi Salvini si è arreso alle politiche comuni dell’Europa sull’immigrazione.

Ma senza il nuovo “concretismo” della Lega, di Forza Italia e in fondo degli stessi Cinque Stelle, gli italiani sarebbero dovuti andare alle urne il prossimo giugno. Un’ECATOMBE POLITICA per tutti partiti che avrebbero sostenuto una simile scelta. Meglio quindi che la Lega persegua fino in fondo la sua nuova anima “concretista” e abbandoni per sempre gli slogan estremisti su euro e immigrazione, diventando un partito moderato di centro, lontano delle polemiche facili di questi ultimi anni che portano voti ma hanno solo l’effetto di radicalizzare il clima politico, senza che peraltro nessuno all’interno della stessa Lega li ritenga obiettivi ragionevoli e perseguibili.

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