Governo

Salvini debacle internazionale: scaricato sia dagli Usa che dalla Russia

28 Agosto 2019

Salvini ha subìto il colpo più grosso dall’inizio della crisi del Papeete: l’endorsement di Trump per ‘Giuseppì Conte’

La Lega sovranista, che aveva basato tutta la sua (poca) forza in politica estera sulla vicinanza a Trump e Putin, ha perso in poche settimane i rapporti con entrambi gli sponsor. Non possiamo sapere cosa sia accaduto. E non vogliamo neanche seguire le illazioni giornalistiche, secondo le quali il PC di Siri non va toccato perché ci sarebbero gli ordini di Bennon, mentre in quello di Savoini le prove delle tangenti Gazprom. Quello che è certo è che è impossibile che siano uscite delle registrazioni di un incontro riservato in Russia, dove si sarebbero discussi affari miliardari e tangenti in proporzione, senza l’avallo di Putin. Segno evidente che il presidente russo deve aver deciso di rompere ogni rapporto con Salvini. Forse quell’incontro era una “prova” che la delegazione leghista – parsa molto caciottara nelle registrazioni – ha fallito. O forse Putin ha fatto un favore all’amico Berlusconi – che di certo non ha ancora digerito il sorpasso di Salvini e la sua ingratitudine, dopo che le TV e i giornali berlusconiani hanno determinato quel sorpasso. Fatto sta che per Salvini la Russia è persa.

E dopo la Russia ha perso Trump. La cui mossa lascia intendere che gli interlocutori italiani ritenuti più affidabili siano i 5 stelle, non i leghisti. In questo può aver giocato il viaggio in America di Salvini a giugno e – perché no – la gaffe della scalinata di Rocky. Non per il valore assoluto della gaffe, ovviamente, quanto perché un imprenditore come Trump – che della sua abilità a giudicare le persone da assumere ci ha fatto un programma televisivo – non assumerebbe mai un fanfarone come Salvini.

Salvini ha mostrato la sua pochezza internazionale anche in occasione dell’elezione di “Ursula”: chiedendo espressamente una poltrona di commissario per Giorgetti in cambio del suo voto, è riuscito a giocarsi ogni rapporto con la nuova commissione e a mostrare la sua inattendibilità agli alleati, con i quali gli accordi erano ben diversi.

Questo dimostra che il sovranismo isolazionista ha senz’altro un effetto sulle masse locali, specie sulle destre estreme alla ricerca di un leader tutto “Dio Patria e Famiglia”. Ma che porta poi all’isolamento e alla messa all’angolo nel momento delle scelte che contano.

Ora l’unica speranza per Salvini è il PD: se qualcuno della direzione ascolterà le sirene del terzo Matteo in campo, Richetti, e boicotterà il nascente governo giallorosso, allora Salvini e i leghisti avranno qualche chance di rientrare in gioco. Altrimenti l’accordo giallorosso verrà esteso alle regioni, parti di Forza Italia lo benediranno in cambio della tutela delle TV di famiglia e Salvini verrà dimenticato a breve. E passerà direttamente a Matricole e Meteore. Dove magari ritroverà come conduttrice la Isoardi, senz’altro miglior consigliera dei Verdini.

Magath

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