Governo

Renzi e il metodo Kaizen

21 Aprile 2016

Il metodo Kaizen – importato dagli Stati Uniti – è stato affinato in Giappone nel dopoguerra al fine di migliorare la qualità della produzione tecnologica.

Kaizen è, infatti, l’accostamento di cambiamento (kai) e buono (zen); ha un approccio bottom-up, cioè partendo dagli input della base, da chi materialmente fa le cose; prevede inoltre il miglioramento attraverso l’apporto di piccole e costanti migliorie allo status quo.

Si differenzia perciò da un approccio più “occidentale”, con caratteristiche top-down – cioè che prevedono decisioni dall’alto – e con modifiche sporadiche e radicali.

Il metodo Kaizen si rivelò efficace: infatti, dagli anni Sessanta l’importazione di prodotti giapponesi in Europa e USA aumentò significativamente, e la tecnologia nipponica cominciò ad essere conosciuta per la sua elevata qualità. Nei decenni seguenti, l’utilizzo di questo metodo non è rimasto confinato al controllo di qualità, ma si è esteso alle scienze sociali.

Ora, perché paragonare uno che viene definito rottamatore al metodo Kaizen? Perché, a ben guardare, Renzi non è così distante dalla classe dirigente che lo ha preceduto, e questo potrebbe non essere un male.

Proveniente da una famiglia agiata, laurea in Giurisprudenza, Scout e militanza. La partecipazione alla Ruota della fortuna costituisce la dose di piccolo cambiamento apportato da Renzi al percorso un po’ ingessato – il classico “cursus honorum – di tanti suoi colleghi; rappresenta, inoltre, il punto di contatto con un predecessore al quale frequentemente viene paragonato: Silvio Berlusconi.

Come Premier, Renzi ha saputo mantenere il decoro personale e ha evitato all’Italia momenti imbarazzanti, come ad esempio le foto ricordo con le corna.

Non mancano tuttavia perplessità sul suo operato, e su quello delle persone di cui si circonda. Renzi non possiede mezzi di comunicazione di massa, ma da più parti giungono critiche sul suo operato nei confronti dei media; non ultimo, il suo invito palese all’astensione dal referendum.

E, tuttavia, sono forse queste caratteristiche di contiguità nei confronti di un predecessore ingombrante che gli hanno permesso di cominciare ad apportare importanti cambiamenti nella politica italiana; ne indico due che – per me – sono emblematici e che si sono verificati – o si stanno verificando – nel 2016: la nuova legge sulle unioni civili – che regola anche quelle tra persone dello stesso sesso – e la discussione in Parlamento di ben 4 ddl sul fine vita.

Approfondimento sui ddl riguardanti il fine vita

Per molti, l’approvazione “incompleta” del ddl Cirinnà è stata una sconfitta; rimane tuttavia il fatto che è stato il governo guidato da Renzi a rendere effettivo un progetto rincorso dal centro-sinistra da diversi lustri.

È possibile che anche i ddl sul fine vita, in discussione in Parlamento, possano subire importanti modifiche; resta tuttavia epocale il solo fatto che siano discussi in contemporanea e nello stesso anno in cui sono state approvate le unioni civili anche tra persone dello stesso sesso.

Da ultimo, nell’attesa che si “formi” un possibile successore di Renzi, sarebbe auspicabile che l’attuale Premier accogliesse maggiormente il feedback che proviene dalla base – in perfetto accordo col metodo Kaizen.

 

 

Immagine di copertina tratta da http://healthexperienceproject.com/keep-calm-kaizen/

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