Governo
Renzi come “la Morte”
Premessa per gli amici renziani (se ne ho, uno di sicuro c’è): non auguro mai la morte a nessuno e tantomeno lo farò con Matteo Renzi. Non essendo un fine politologo come molti di voi (che hanno svestito momentaneamente i panni di virologo), vorrei solo raccontare che l’atteggiamento di Renzi a me ha riportato alla mente un episodio legato ai miei vent’anni o forse anche qualcuno in meno.
Nel mio paese, Gioia del Colle, vicino casa dei miei, abitava un tipo che per la sua magrezza qualcuno (non so se solo in casa mia o anche fuori) aveva soprannominato “La morte”. Non aveva un’attività ufficiale, di certo sapevamo che nei periodi in cui non lo si vedeva era in “collegio”, ma sempre per reati minori e sempre ovviamente innocente.
Bene, una sera d’estate stavamo cenando e abbiamo sentito un gran trambusto per strada. Ovviamente siamo usciti sul terrazzo per vedere cose stesse succedendo. Nella strada di casa c’erano i “sottani”, l’equivalente dei bassi napoletani, abitazioni a livello strada, dove ovviamente non esisteva molta privacy e che avevano l’unico “sfogo” direttamente sulla strada. Per cui ogni tragedia si svolgeva direttamente sulla via e diventava collettiva.
Vedemmo “la morte” che si disperava e, trattenuto da un fratello più grande, gridava in dialetto “Lassat’m, m’è lassat! (“lasciatemi, mi ha lasciato). La sua intenzione evidentemente era quella di andare a compiere un gesto che all’epoca sui giornali sarebbe stato catalogato come “inconsulto”. La dama che aveva ferito nel profondo il cuore della “Morte” (inciso: mai saputo il suo nome di battesimo), era soprannominata “la petroliera” e quello che ricordo è solo che l’appellativo nulla aveva a che fare con pozzi di petrolio e famiglia alla Dallas (che in tv doveva ancora arrivare); di certo, la biografia della stessa aveva poco in comune (anzi, niente) con Maria Goretti. Insomma, ci siamo capiti.
La cosa che ci colpì, però, fu che a ogni suo grido di disperazione, la Morte, prima di prendere il largo con la sua Giulietta, si assicurava con lo sguardo che il fratello fosse lì a trattenerlo. Dopodiché, rilanciava il suo grido di dolore.
Tornando a Renzi: chissà se si aspettava che lo trattenessero mentre minacciava di lasciare il governo. A me comunque ha ricordato questo episodio della mia vita.
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