Governo
Referendum: è vero che si fanno poche leggi e il Governo non decide? No
Il Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 propone “il superamento del bicameralismo paritario”, ovvero il fatto che le due Camere che formano il Parlamento hanno gli stessi poteri e che per diventare legge una proposta di legge deve essere approvata dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica nell’identico testo.
I sostenitori del sì dicono che in Italia si producono poche leggi e in tempi biblici e che il Governo ha poco potere decisionale, problemi che con la riforma Renzi-Boschi andrebbero a risolversi. In un articolo per l’Unità del 16 marzo, Maria Elena Boschi scriveva: «Già nell’Assemblea Costituente, Calamandrei intervenne ricordando come il vero rischio della democrazia è quello di governi che non sono in grado di decidere. Abbiamo bisogno di capacità decisionali e di procedimenti legislativi più rapidi e non di un sistema immaginato e pensato a quei tempi, in cui forse si credeva si dovesse decidere raramente».
È DAVVERO COSÌ? NO, LO DICONO I DATI UFFICIALI
L’Italia, dal 1996 al 2001, governata dal centro sinistra, ha prodotto ben 905 leggi; dal 2001 al 2006, con un governo di centro destra, ha prodotto 686 leggi.
Secondo i dati del senato, dal 2008 al 2013, con un governo prima di centro destra e poi con Monti, ha prodotto 391 leggi. Calcolando anche i sabati e le domeniche, per 1780 giorni di legislatura, l’Italia ha prodotto una legge quasi ogni cinque giorni. Di queste 391 leggi 298 sono di iniziativa governativa e 91 prodotte per volontà del Parlamento, 2 delle Regioni. Il tempo medio per approvare un ddl di iniziativa governativa tra il 2008 e il 2013 è stato di 116 giorni. Le leggi di iniziativa parlamentare hanno impiegato 442 giorni per l’approvazione.
Per il periodo che va dal 2013 ad oggi sono state prodotte 255 leggi: 48 di iniziativa Parlamentare e ben 205 volute dal Governo, una di iniziativa popolare e una regionale. Il tempo di approvazione medio è stato di 178 giorni per quelle volute dal Governo, e di 496 giorni per quelle volute dal Parlamento.
Nel 2014 (il Governo Renzi è in carica dal 21 febbraio 2014), le leggi volute dal Governo ammontano a 60 per un tempo medio di approvazione di 134 giorni, quelle volute dal Parlamento ammontano a 12 per un tempo di 282 giorni. Nel 2015 sono state 15 quelle volute dal Parlamento con un tempo medio di approvazione di 562 giorni e 71 quelle volute dal Governo con un tempo medio di 271 giorni. Per l’anno in corso 17 sono le leggi volute dal Parlamento con 686 giorni di tempo medio di approvazione e 41 quelle di iniziativa governativa con 249 giorni di tempo medio.
Oggi un progetto di legge viene esaminato dalla Camera dove è stato presentato, e poi trasmesso all’altra Camera: se vi sono modifiche il testo deve tornare indietro alla prima Camera (è la cosiddetta “navetta”). La procedura è chiara, i tempi dipendono dalla volontà politica di approvarla.
Se i numeri dicono che le leggi approvate in Italia sono maggiormente quelle volute dai governi, con tempi di approvazione comunque più veloci rispetto a quelle di iniziativa parlamentare è difficile affermare che il bicameralismo paritario riduca di molto il potere decisionale dell’esecutivo, che sembra disporre abbondantemente del potere di legiferare, da quello che dicono i dati, esercitato oggi molto meno dal Parlamento, organo preposto.
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