Governo
Quando in nome dell’antirenzismo si sacrifica l’evidenza
La semplice fruizione passiva del dibattito pubblico degli ultimi mesi è sufficiente per imbattersi in strane sacche di opinione in cui improvvisamente le leggi della matematica e della logica come le abbiamo conosciute fin qui vengono sovvertite.
Leopolda e piazza San Giovanni
Può succedere per esempio che una parlamentare europea della minoranza interna al PD scardini il continuum spazio temporale dicendo in diretta tv che Renzi ha provocato il sindacato fissando la Leopolda (programmata già in primavera) il 25 ottobre, lo stesso giorno della manifestazione della CGIL.
Il risultato delle europee
Oppure ci si imbatte in parlamentari e analisti che nel disperato tentativo di svilire il successo di Renzi alle elezioni europee obiettino che solo una metà del paese si è espressa e quindi il famoso 40,8% dei voti ottenuto dal PD equivarrebbe in realtà al 20,4%. Non sfiora minimamente questi fini analisti del voto che se si postula ciò ne consegue direttamente che il movimento 5 stelle avrebbe preso la metà del 21,1% ovvero il 10,5%, forza italia l’8,4% e via andare. Non si avventurano nemmeno nel constatare che anche a cifre dimezzate il divario tra PD e il secondo partito sarebbe del doppio quando alle politiche era di un solo punto percentuale. Ogni appiglio denigratorio fa gioco, serve alla causa, non si butta via niente.
La legge di stabilità
La pretestuosità di queste posizioni si palesa poi in maniera inequivocabile laddove l’esponente antirenziano si esercita in secche reprimende della legge di stabilità. Si scopre così che defiscalizzare le nuove assunzioni è un regalo ai “padroni” e non si tiene in alcun conto che una nuova assunzione equivale a un lavoratore in più e un disoccupato in meno. A nulla vale far notare che si sta operando una riduzione del cuneo fiscale da 15 miliardi di euro (10 miliardi con il taglio irpef degli 80 euro e 5 miliardi di riduzione Irap per la componente lavoro). Non si curano di aver invaso i talk show negli ultimi 20 anni invocando la riduzione del cuneo. A che pro? L’importante è attaccare l’esecutivo, tarpare le ali all’usurpatore che ha osato prendersi il partito.
Il finanziamento al partito
Facilissimo poi per l’antirenzismo stigmatizzare come elitarie e disdicevoli le cene di finanziamento del PD da 1000 euro a partecipante. Incuranti di avere votato e promosso l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, costoro sparano a zero con facile populismo: “un operaio con 1000 euro ci campa per un mese”. Il principio che sembra guidarli appare essere: finanziamento privato sì, ma con contributi di piccolo cabotaggio. Forse sperano nel tesseramento da 20 euro all’anno. Di nuovo però non sanno far di conto. Con le cene di Roma e Milano il PD ha raccolto donazioni per 1,2 milioni di euro. Questo comporta che ci vorrebbero ben 60.000 nuove tessere al PD per arrivare al risultato delle due cene della discordia.
Un obiettivo che sarebbe anche raggiungibile, se solo la minoranza interna al PD invitasse la propria base a rinnovare finalmente la tessera, piuttosto che denigrare il partito ogni volta che un microfono si rende disponibile.
Devi fare login per commentare
Accedi