Governo

Perché i Cinque Stelle non potranno mai essere un’alternativa credibile?

16 Dicembre 2015

Ieri sera  ad Otto e Mezzo, il programma condotto dalla Gruber, era ospite il Vicepresidente della Camera, Membro del Direttorio e possibile Leader dei 5S in caso di elezioni, Luigi Di Maio.  L’On. Di Maio viene da più parti elogiato, soprattutto dalla stampa che fino a qualche anno fa i 5S definivano “di regime”, come la contrapposizione di Grillo. Tanto ruspante e prepotente Beppe, tanto moderato e seducente il Vicepresidente.

Ecco. Premettendo che, sulla vicenda ho già espresso il mio parere, che sicuramente non è filo governativo,  stanotte ho avuto modo di guardare il video della puntata di otto e mezzo (per chi volesse è qui in versione integrale) e devo dire che, ancora una volta, sono sempre più convinto che il Movimento Cinque Stelle non sia una credibile alternativa a nessuno dei partiti italiani, o meglio, probabilmente lo è perché, per quantità di disinformazione e slogan, non è da meno dei suddetti partiti.

Ma andiamo in ordine cronologico.

Tra 00.15 secondi e 00.25  l’On. di Maio parte lanciato e dice

“…abbiamo lanciato un mozione di sfiducia perché per via del conflitto d’interessi enorme che si è verificato nell’ultimo anno, il Governo con dentro la Ministra Boschi ha fatto tre atti, tre decreti…che intervengono sulla banca della famiglia Boschi..”

Tralasciando, per un istante, gli atti (poi ci tornerò), la prima grande “non verità” è che Banca Etruria sia di proprietà della famiglia Boschi. In realtà, ma non sono io a dirlo, ma lo stesso Movimento 5 Stelle,  sappiamo che:

–        Il padre, Pierluigi Boschi, è stato vicepresidente di Banca Etruria per 8 mesi, dal Maggio 2014 (tra l’altro la figlia, Maria Elena Boschi, era Ministra già da 3 mesi), ed era nel Cda di Banca Etruria dal 2011, decaduto poi nel Febbraio 2015.

–        Il fratello, Emanuele Boschi, è stato per 6 anni, dal 2009 al 2015, impiegato (responsabile del servizio cost management) ed ha cambiato lavoro nel Marzo 2015.

–        La ministra, Maria Elena Boschi, detiene circa 1500 azioni della società che valgono, al momento della scrittura di questo articolo, 0,6 € ad azione, per un totale di 900€

Ora definire Banca Etruria, la Banca della Famiglia Boschi, visti questi fatti, se non è falsità in malafede è quantomeno una grossa, grossissima esagerazione.

Al minuto 2.07, incalzato da Mieli che gli chiede quanto valgono queste azioni, di Maio risponde che “non conosce il valore attuale delle azioni” ma che con il decreto Banche Popolari, di cui parlerò dopo, il valore  delle azioni è aumentato del 65%. Ancora una volta, l’On. Di Maio dice una falsità, in quanto basta andare su Yahoo Finance, cercare “Banca Etruria” e ci si rende conto che da Dicembre 2013 ad oggi, il picco del valore toccato dalle azioni di Banca Etruria è stato di 1,03 € nell’Aprile 2014 (sotto il grafico, qui la pagina di Yahoo Finance per i controlli). Quindi il valore del pacchetto azionario delle Ministra passa da un valore massimo di 1500€ a quello attuale di 900€, non proprio “capitale di maggioranza”, se vogliamo definirlo così. Inoltre, l’on. Di Maio aggiunge che tale “speculazione” è avvenuta quando il padre del ministro era vicepresidente, ma se il picco è stato ad Aprile 2015 e il padre del Ministro è decaduto a Febbraio 2015, ancora una volta le date NON COINCIDONO.

Banca Etruria

 

Al minuto 2.30, l’On. Di Maio sostiene che il Governo Renzi ha attuato 3 decreti che “aiutano la Banca”.

Quali sono questi decreti?

Il primo decreto, il decreto Banche Popolari S.p.A., è un provvedimento che cancella alcuni articoli del testo unico bancario, in pratica elimina la possibilità di possedere non più dell’ 1% del capitale delle banche popolari (cioè le rende più esposte a possibili scalate) ed elimina il principio del voto capitario (cioè la rappresentanza “una testa, un voto” nelle assemblee delle banche popolari). Premettendo che personalmente non sono favorevole a questo intervento, non capisco però per quale motivo questo specifico intervento aiuti in qualche modo Banca Etruria, dato che ci sono 10 istituti interessati (Ubi, Banco Popolare, Bpm, Bper, Creval, Popolare di Sondrio, Banca Etruria, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Popolare di Bari) e dato che, proprio a fronte di questo decreto si è avuta la decadenza del padre della Ministra Boschi da vicepresidente, considerato che, con il passaggio da Banco Popolare ad S.p.A., Banca Etruria, così come gli altri istituti di credito, ha dovuto razionalizzare molte delle sue spese interne.

Il secondo decreto, ovvero il BRRD,  Bank Recovery and Resolution Directive, è un decreto di cui ho già parlato qui. L’on. Di Maio sostiene che con l’attuazione di questo decreto “siano stati azzerati i risparmi di 12.000 cittadini italiani”. Visto e considerato che il BRRD non è altri che il Bail in, ovvero il passaggio di responsabilità dai contribuenti (il cosiddetto bail out) ai privati (correntisti con valori >100.000€ e possessori del capitale di rischio, ovvero obbligazionisti e azionisti) non si capisce, ancora una volta, come questo decreto, tra l’altro di respiro europeo, possa avere aiutato nello specifico Banca Etruria. A MENO CHE, l’On. Di Maio non creda che, su pressione della Boschi, Renzi sia andato in Europa e abbia fatto pressioni sulla Bce e sui Ministri delle Finanze degli altri paesi, per far passare il BRRD per aiutare nello specifico Banca Etruria. Ed una trama del genere credo non sarebbe stata mai sognata nemmeno da Michael Dobbs.

Il terzo decreto, l’On. Di Maio lo definisce “la normativa dell’attuazione sul Bail in”. Tralasciando che al normativa di attuazione del Bail in era il BRRD, cioè il secondo decreto che è diventato anche il terzo (il famoso doppio potere dei decreti), il decreto al quale l’Onorevole fa riferimento è il “Salvabanche” (che non è l’attuazione del Bail in) e che, secondo LiberoQuotidiano, conterebbe questo comma:

 

Uno scudo legale per gli ex amministratori e l’impossibilità, per azionisti e obbligazionisti truffati, di rifarsi. Nel decreto (180/181), il Salvabanche che Padoan si ostina a chiamare “risoluzione”, salta fuori un comma che protegge gli ex vertici (tra cui il papa della ministra Boschi che è stato per 8 mesi vicepresidente della Banca Etruria), da qualsiasi azione di rivalsa. Di più: non solo gli ex amministratori delle 4 banche fallite e salvate non rischiano alcuna azione legale ma possono serenamente tornare nella cabina di regia di qualche istituto di credito dopo aver fatto precipitare miliardi di euro – e centinaia di migliaia di risparmiatori – in una voragine finanziaria.

 

Che dovrebbe essere contenuto nell’art. 35 comma 3 della legge 180, la Salvabanche appunto.

Peccato però che questo comma faccia riferimento all’AZIONE SOCIALE DI RESPONSABILITA’, ovvero responsabilità degli amministratori nei confronti della società, ovvero è l’assemblea societaria stessa che delibera nei confronti degli amministratori,  E NON verso i creditori sociali o verso i soci o terzi. Quindi le azioni legali sono possibili e il decreto non protegge gli amministratori. Da punto di vista penale gli ex dirigenti delle 4 banche, tra cui il padre della ministro Boschi, sono perseguibili penalmente. Per un approfondimento sul comma in questione, vi rimando all’articolo

Tra l’altro, sulla falsariga dello scudo per gli amministratori (che ricordiamolo ancora una volta, è una bufala)  l’on. Di Maio sostiene che BankItalia è la prima ad avere un conflitto d’interessi in quanto BankItalia sarebbe di proprietà delle banche. Ora è inutile sostenere, ancora una volta, che BankItalia è un istituto di carattere pubblico con partecipazioni di Banche Nazionali che, quando è stata creata BankItalia (1936), erano pubbliche, poiché la convinzione che BankItalia sia una Banca privata è fortemente radicata nella letteratura grillina, quindi vi rimando all’articolo.

Al minuto 7.37 si tocca quella che potrebbe essere definita l’apice di tutto il programma. L’on. Di Maio, in dieci secondi netti, sostiene che tutti i decreti legge, di cui uno di respiro europeo, ovvero il BRRD che è stato votato dai Ministri delle Finanze di 25 Paesi e solo recepito dall’Italia, siano stati votati dal Governo Renzi per spostare i “risparmi” dei cittadini (che in realtà sono investitori/obbligazionisti in quanto i risparmiatori, ovvero i correntisti, sono stati abbondantemente salvati) per salvare la Banca della Famiglia Boschi, ovvero il padre della Ministra. Io credo che fosse dai tempi di “Ruby nipote di Mubarak” che non si vedevano una simile quantità di falsità contenute in pochi secondi. Netti.

Al minuto 8.40, l’On. Di Maio, su domanda della Gruber “ma voi (5Stelle) cosa avreste fatto?”, risponde che loro (i 5Stelle) avrebbero seguito due delle tre strade.

La prima, il Bail In, ovviamente viene rifiutata (“se la sono votata loro”).

Come seconda, l’On. Di Maio, cita il fondo Interbancario, ovvero il FITD. L’Onorevole sostiene che, tramite il fondo interbancario, si sarebbero potuti salvare le persone che, ad oggi, hanno perso i risparmi. Tuttavia, sempre considerando che le persone erano obbligazionisti (E NON RISPARMIATORI) basta andare sulla pagina UFFICIALE del FITD e andare nella FAQ per leggere che:

COSA E’ GARANTITO?

 

R. Conti correnti, depositi (anche vincolati), assegni circolari, certificati di deposito nominativi.

 

LE OBBLIGAZIONI, LE AZIONI E I TITOLI DI STATO SONO TUTELATI DAL FITD?

 

R. Si tratta di investimenti e non di depositi e pertanto non sono tutelati dal FITD. 

 

Quindi ancora una volta, l’On. Di Maio, ha detto una falsità, oppure diciamo che ha fatto disinformazione.

Al minuto 10, l’On. Di Maio sostiene che loro (i 5 Stelle) avrebbero fatto intervenire il fondo interbancario per salvare le banche con i soldi delle banche e che, tale metodo, è stato utilizzato per le banche tedesche. Ancora una volta, l’On. Di Maio dice una falsità, poiché l’unico caso di Banca Tedesca che aveva questa natura (Kommerzbank) non è stata aiutata dalle banche tedesche. Ma, il Governo Tedesco vi è entrato e ha garantito alcuni asset (la stessa cosa fatta dal Governo con Cassa Depositi e Prestiti). La differenza sostanziale, e questo l’ho sostenuto anche nel mio precedente articolo, è che il Governo Tedesco è stato presente nella Kommerzbank sino alla risoluzione dei problemi svolgendo attività di monitoraggio sul management della banca, cosa che in Italia non è stata presa in considerazione.

Al minuto 14.13, l’On. Di Maio sostiene la tesi grillina per eccellenza, ovvero che il Governo non sia passato per il voto popolare. Ancora una volta, duole ricordare ad un ex studente di Giurisprudenza che, vivendo in una Repubblica Parlamentare, il PdC viene nominato dal PdR, una volta nominato, forma un Governo che viene fiduciato dalle Camere. Quindi, possiamo dire che, in quasi 70 anni di Repubblica Italiana, nessun Governo, o meglio nessun Premier, è stato direttamente votato.

Infine, l’On. Di Maio sostiene che lui “non vuole far confusione” e vuole essere chiaro per i cittadini. E’ anche questa è una falsità?

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