Governo
Parentesi Graffa: ho avuto un incubo, devo andare a votare
Ci sono io. Da solo. Come sempre, in una cabina elettorale. Io e la mia scheda davanti. Una lenzuolata piena di simboli che, semmai ho votato, non rivoterei.
Sono un moderato, forse anche un conservatore, ma se guardo dove “dovrei” non sono a mio agio. Fratelli d’Italia, probabilmente il primo partito in Italia, nella sua città, cioè Roma, dove alleva da anni classe “dirigente”, si trova un giorno sì e l’altro pure a fare i conti con un fascista antisemita che “casualmente” è in lista. La Lega? Già, ma voto il Giorgetti o Borghi? Salvini quando mi ha detto quale dei due gli somiglia di più? Come dite? Che nessuno gli ha mai fatto la domanda? Vero anche questo. Amen. Passiamo oltre. Silvio? sarei anche tentato ma direi di no. Ho detto oltre, non indietro.
Va bene, guardo dall’altra parte. Il primo che trovo è Renzi. Io sarei anche d’accordo con lui, abbastanza di frequente. Ma non conoscono nessuno a cui non stia sulle palle. Posso votare qualcuno che voto solo io? C’è Calenda. La pensa come Renzi, quindi come me. Solo che non stanno insieme perché si stanno sulle palle a vicenda. Ed è un buon motivo per non votare nemmeno lui.
Il Movimento 5 Stelle non è nemmeno un’opzione, nonostante la tendenza democristiana di Di Maio. Ma è troppo recente la richiesta di impeachment per Mattarella. Non mi bastano 3 anni per dimenticare.
Poi “l’Elevato” non mi ha mai convinto
Il Pd, certo, c’è il Pd. Oddio, ma davvero posso seriamente pensare di votare per il Pd? Proprio io?!
Sarà stato troppo realistico l’incubo, ma di colpo mi sono svegliato. Tutto sudato. Mia moglie mi teneva la mano. Va tutto bene, non si vota. Non oggi. Non ancora. Per adesso è solo un brutto sogno. Mi godo il risveglio. Qualcosa di simile un giorno non lontano succederà. Ma non è oggi e non è domani: mi accontento. Per ora!
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