Governo

Oroscoperie 2024

7 Gennaio 2024

Sicuramente l’anno che si è appena aperto promette problemi per tutti i segni zodiacali. Costellazioni inquietanti si delineano sulla volta celeste soppiantando quelle titolari e zodiaci paralleli incombono, con segni nuovi, come il Coccordillo, il Basilisco, la Vipera, la Iena, il Mendicante, l’Edera velenosa e così via. Direte voi, e quando mai ogni anno nuovo non ne ha previsti di problemi. Avete ragione, dico io, ma siccome noi viviamo il presente, proprio quest’ultimo ci appare nebuloso e, soprattutto, insidioso. Perfino gli Arcani Maggiori dei Tarocchi hanno aggiunto altre figure tragiche a quelle che già c’erano, come il Ministro Cognato, il Superbonus, la Matriarca, il Patriarca, l’Esattore delle Tasse, la Bancarotta, il Coronavirus, e così via.

Dal punto di vista della Sanità sono state annunciate delle novità che fanno a botte col benessere annunciato in campagna elettorale, un benessere da Prima gli italiani, e così via, coll’usuale demagogia che contraddistingue la politica di questo paese, qualsiasi essa sia.

La Sanità pubblica è uno dei punti forti su cui un buon governo deve contare perché uno degli effetti di una Sanità pubblica funzionante sarebbe un maggiore benessere fisico della popolazione e quindi, paradossalmente, una spesa minore per una fascia di anziani malconci e disabili che andrebbe aumentando di spessore anche e soprattutto per effetto di una più difficile politica di prevenzione, sempre meno pubblica e più cara.

Chi governa codeste cose dovrebbe conoscerle bene e qualora non le conoscesse sarebbe bene che si facesse da parte per far governare chi le conosce, anche all’interno della stessa maggioranza (qualora esistessero delle persone competenti).

Quest’attuale governo, dove l’ignoranza, l’incompetenza e la mancanza di responsabilità sembrano essere le qualità fondamentali della coalizione, la quale, in soldoni, è tenuta insieme da un’incompetenza condivisa e incollata colla gomma arabica, ha dimostrato – malgrado il Presidente Meloni dichiari che abbiamo fatto questo e abbiamo fatto quello, che il paese è in positivo e ha riacquistato un suo posto in Europa eccetera – di non conoscere il Paese, i suoi abitanti e i loro lavori, le loro aspirazioni, le loro necessità di base. Di base, eh, non dico i desideri delle letterine a Babbo Natale perché già lì si va troppo oltre.

Il famoso “merito” così sbandierato nel settore scolastico tanto da cambiare il nome del ministero a cui la scuola fa capo, per fare un esempio, è stato confuso con qualcosa che di meritevole non ha proprio niente e che, confondendo ulteriormente docenti e studenti, li ha sempre più ingabbiati in una scuola che sembra aver smarrito la sua funzione educativa: l’essere più bravo a compilare i quiz. È il “merito” principale di un popolo di concorrenti perché la vita è tutt’un quiz, perché è col quiz che ci danno i milioni come canticchiava Renzo Arbore e questa dimensione televisiva ben si attaglia alla parodia della scuola nella mente del riformatore Valditara. Lo spiega per bene Maria Pia Baroncelli nel suo pregevole articolo:

Valditara, la tua riforma è un fallimento

Non occorre aggiungere altro.

Ovviamente l’istruzione carente si porta dietro una serie di conseguenze di corollario, giusto per fare aumentare i problemi, come se ne mancassero.

Ma, appunto, una totale mancanza di visione della classe politica, a 360°, espressione molto utilizzata da Meloni, come se volesse esprimere dei confini di cui non si riesce a vedere l’orizzonte, miniaturizza il nostro Paese, mortificando le sue eccellenze anziché farle crescere e valorizzarle per come andrebbe fatto. Non c’è mai un percorso chiaro su come procedere passo dopo passo, tutto è brumoso, tutto viene annunciato come rivoluzionario quando poi è tutto fatto di tagli che lasciano dei buchi neri, difficilmente sanabili qualora si volesse far marcia indietro rendendosi conto dell’errore, perché sono riforme non pensate e non riflettute, sono un po’ come giochi su scacchiere, dove un cavallo mangia un alfiere per prendere il suo posto, fino a giungere a uno stallo del re o a uno scacco matto, senza calcolare che dietro ogni mossa ci sono persone che lavorano colle proprie competenze, i propri studi, i propri progetti, i propri sogni. Via, mangiate, scartate, spazzatura.

L’elasticità che la gente dovrebbe avere, nella testa della classe politica dirigente, è che bisogna essere pronti a tutto, anche a dimenticare ciò per cui si è studiato o che si sa fare, di partire con armi e bagagli per fare ciò che il governo decide.

Senza pensare che ogni persona che già lavora da anni o che si affaccia al mondo del lavoro cerca di programmare un percorso di vita, che significa un luogo dove mettere radici, che a sua volta significa una casa, uno staff di lavoro, una microsocietà di amici, complici, amanti, magari una nuova famiglia, tema sacro così tanto a cuore del Presidente del Consiglio. Ma come si fa a pianificare alcunché nella totale insicurezza e precarietà, dove non si riesce nemmeno a difendere i lavoratori con un salario minimo dignitoso?

La maggior parte delle persone, soprattutto in questo Paese, è costretta a contemplare il cadavere dei propri sogni, cosa assai triste, e non per causa propria ma per la mancanza di un substrato che i governi potrebbero facilmente rendere fertile, se solo ci fosse un atto di volontà, anche solo un’attitudine, un’ideuzza. Vietato sognare. No, mi correggo, non è proprio così, gli incubi sono ammessi.

Questa destrissima che sa solo sparare minchiate, oltre che proiettili alle feste, non capisce il Paese reale, non l’ha mai capito, in primo luogo perché non lo conosce e in secondo luogo, il quale potrebbe anche scambiarsi di posto col primo, perché insegue nemici immaginari, come dicevo nel precedente articolo, magari individuandoli nei migranti, nel “gender”, nei “comunisti” – scomparsi dall’orizzonte – o nell’Europa, non meglio identificata, perché è ancorata a mitologie, a ciarpame reazionario, a visioni sociali ormai obsolete, di dimensione quasi condominiale – e già condominiale è un eufemismo, meglio dire di pianerottolo.

Una seria lotta alle mafie, alla grande evasione fiscale, alla fuga dei cervelli, alla povertà è impossibile con questa classe politica che naviga a vista senza aver consapevolezza delle scogliere nella nebbia. Oppure avendone consapevolezza ma cercando di vincere la lotteria puntando su azioni e numeri sbagliati. Fenomeni come la deriva di Caivano non si risolvono inviando mille o duemila poliziotti e basta, anche perché di Caivano ce ne sono centinaia sparpagliate nel Paese.

Se medici e infermieri vanno in pensione o fuggono altrove perché meglio pagati e lasciano sguarniti ambulatori e ospedali, significa, per chi pianifica il lavoro degli addetti alla Sanità, non conoscere la matematica e quindi andare incontro a uno tsunami sociale che non farà altro che acuire i problemi. Perché non si risolvono i problemi tagliando cose necessarie per far andare avanti una società e quindi un Paese pur di privilegiare grandi opere faraoniche che sono solamente un pozzo senza fondo che ingoia risorse anche nell’inattività, ancora prima di cominciare, senza effettivamente essere utili alla comunità e al territorio, come il ponte sullo Stretto.

Si pensi piuttosto a recuperare gli undici miliardi di ICI arretrata che la Chiesa deve allo Stato italiano per gli anni 2006-2011, secondo i calcoli dell’Unione Europea, anziché unicamente tagliare sulla sanità e applicare stangate sugli immobili degli italiani colla manovra 2024. Ma si sa che in un governo che corteggia una Chiesa che ha il suo quartier generale nel cuore della sua capitale, con accordi bilaterali rinnovati e controfirmati, è difficile metterla colle spalle al muro e obbligarla a pagare.

Un Paese colla maiuscola, che meriterebbe un governo colla maiuscola, investirebbe sul capitale sociale che ha, formandolo, coccolandolo, fornendogli prospettive, dando opportunità e ascoltando idee, progetti, difendendo il territorio, consolidandolo non scempiandolo, puntando sulle energie nuove, sulla ricerca scientifica, sul recupero di un’alfabetizzazione più capillare che, ormai molti anni fa, si stava raggiungendo e che sembra tornata a livelli di quarant’anni prima. Inventandosi lavori che ancora non esistono ma che esisteranno, perché significherebbe puntare sul futuro perché lo si capisce.

Questo avremmo voluto che ci fosse stato spiegato nei dettagli da Meloni nel discorso di tre ore alla stampa e non di quanto si stufa del suo “supposto” familismo dove ha parlato della sorella militante ma non del ministro cognato. Le bugie sulla presunta intoccabilità dei poteri del Presidente della Repubblica che, invece, nella riforma costituzionale proposta, li perderebbe, sebbene Giorgia Meloni sia convinto di no.  Falsi problemi, mentre quelli reali, che passano anche per le competenze specifiche delle persone chiamate a occuparsi dei problemi veri, non vengono assolutamente accennati.

Per esempio non vengono proposte persone con serie competenze per le elezioni europee, perché lì si giocano carte importanti, significa capire una linea energetica, sociale ed economica comune, ma se si devono mandare i leader dei partiti che magari non capiscono nulla di nulla, o che si sa già che saranno perennemente assenti, pur ricevendo lauti stipendi e privilegi, si salvi chi può. L’inadeguatezza passa anche di là.

Il taglio della spesa pubblica può essere una buona idea sugli sprechi, ma non se i presunti sprechi sono invece necessità, soprattutto con una Sanità ormai regionale che spesso è realmente fonte di sprechi (ma non quelli identificati) e di disparità enormi tra regione e regione, anche perché ci sono regioni assai più penalizzate di altre da questo sistema parcellizzato che si è visto non funzionare da ormai un bel po’ di tempo.

Gli sprechi che ci sono per ogni cittadino che deve spostarsi da una regione a un’altra, magari molto lontana, per auspicare una cura possibile, per esempio. E per una popolazione sempre più anziana e povera questi problemi non possono che acuirsi. La pacchia è finita, diceva Meloni tempo addietro. Ma l’inettitudine – qualità che è già un avanzamento di grado rispetto alla realtà di questo governo – aumenta le probabilità d’insuccesso e mi sa che adesso stia finendo la pacchia anche per Meloni che sembrava aver cominciato col botto.

Ovviamente i nemici immaginari, magari anche fuori dei patri confini, saranno i capri espiatori di quell’inettitudine non consapevolmente riconosciuta. È già stato larvatamente annunciato in conferenza stampa.

E io pago.

 

 

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