Governo
“Non expedit”: ecco perché tornare a votare è una cattiva idea
L’Italia non è l’unica nazione in Europa ad aver affrontato fasi prolungate di crisi politica negli ultimi anni. Spagna, Olanda, Germania e Belgio sono esempi illustri di Paesi che sono rimasti senza un governo per diversi mesi dopo il voto.
Esaminando la questione con un minimo di prospettiva, è facile rendersi conto che l’urgenza di tornare alle urne non è solo sbagliata, ma anche controproducente. Gli italiani hanno già espresso il loro voto, lasciando ai partiti vincitori il compito di accordarsi su una coalizione di maggioranza. La responsabilità della mancata formazione di un governo non deve quindi ricadere sui cittadini, attraverso nuove elezioni. Dovrebbe invece ricadere sui capi delle forze politiche vincitrici, i quali non si stanno assumendo le responsabilità di questo stallo, così come del deterioramento della dialettica fra istituzioni, politica, società civile.
Qui entrano in gioco i famigerati mercati: la mancanza di responsabilità politica, infatti, incide sulla percezione degli investitori, causando il disorientamento degli intermediari finanziari, con la conseguenza di un incremento degli interessi passivi sul debito pubblico italiano. Tutto questo fa aumentare la pressione istituzionale, mettendo l’Italia sotto i riflettori europei e mondiali.
C’è un modo per uscire da questo circolo vizioso: non andare al voto. I costi finanziari ed economici di uno stallo prolungato, ma istituzionalizzato, anche considerati gli imminenti impegni internazionali e le scadenze politiche interne, non sarebbero superiori all’incertezza derivante dal ritorno alle urne, dall’insediamento di un governo tecnico di transizione, o dalla formazione di un esecutivo “di rottura” giallo-verde. Quindi, a parità di costi e di rischi per i cittadini, un “non expedit” del Quirinale, attraverso cui venga esclusa la possibilità di nuove elezioni, scaricherebbe sui partiti l’onere e la pressione di giustificare ai propri elettori l’assenza di amministrazione della cosa pubblica. E forse metterebbe fine più velocemente alla insopportabile caciara mediatica che va avanti da settimane.
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