Governo
Nomine Rai, le ragioni e i torti
Vedo Bianca Berlinguer a “In onda” ieri sera e, per un momento, provo guardare alla sua presenza in quella trasmissione utilizzando le categorie che hanno fatto parte della mia esperienza professionale.
Cosa accadrebbe – mi chiedo – se un dirigente di una grossa azienda, dopo avere concordato una ricollocazione, decidesse di recriminare su quell’accordo e di farlo pubblicamente in casa di un’azienda concorrente?
Perchè, in fondo, proprio questo ha fatto ieri sera Bianca Berlinguer.
La trasmissione riguardava quello che qualcuno già chiama il nuovo “editto bulgaro” di Renzi.
Ed è evidente che di quell’editto la “vittima” principale, anzi la vera vittima designata è proprio Bianca Berlinguer.
E a recitare quella parte, la parte di vittima, l’ex direttrice del tg 3 si è prestata senza remore, pur evitando, come è nel suo stile e come mi sembra giusto sottolineare, atteggiamenti sopra le righe.
Qualcuno mi dirà : la Rai è la prima azienda culturale del paese, appartiene a tutti, il tuo paragone regge per qualsiasi azienda, ma non per questa.
Bene, allora affrontiamo il tema da un altro punto di vista.
Come è avvenuto l’insediamento della Berlinguer 7 anni fa?
Non rispondeva alla stessa logica dell’avvicendamento attuale?
E non fu concordata anche in quel caso una ricollocazione alternativa con l’interessato?
E il direttore rimosso, Di Bella, indossò pubblicamente il ruolo della vittima sacrificale? Domanda retorica, quest’ultima, sappiamo tutti che la risposta è no.
Sia ben chiaro, il sistema delle nomine Rai va cambiato e diventa sempre più inaccettabile.
Sia altrettanto chiaro, ritengo questa tornata di nomine sbagliata nei tempi e nei modi, oltre che controproducente.
E Renzi dopo avere lanciato, in altri tempi – che sembrano ormai lontanissimi – lo slogan “Giù le mani dei partiti dalla Rai” adesso si smentisce clamorosamente ( e non è neanche la prima volta che lo fa).
Ma sarebbe stato bello sentir dire ieri sera da chi adesso si ritiene vittima di un avvicendamento manageriale che quel sistema di nomine così palesemente ingiusto non è diverso da quello che 7 anni fa ha favorito il suo insediamento.
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