Governo

Natale con i tuoi e dissonanze cognitive

2 Dicembre 2020

Da giorni il governo sta preparando il DPCM di Natale, ma già possiamo prevedere che il modo in cui si sta muovendo partorirà il completo fallimento.

Andiamo al sodo: i ricongiungimenti familiari.

Se c’è una cosa a cui gli italiani credono, se c’è una fede collettiva praticata senza eccezioni, è la  devozione alla famiglia. E questo vale per tutti, innanzitutto per i politici (credo che nessuno di loro, benché residente a Roma, rimarrà da solo per Natale), per i lavoratori immigrati, vuoi  i “cervelli in fuga”, vuoi i braccianti o i centralinisti, i camerieri o  i direttori vendite, i poliziotti o i magistrati, che abitano e risiedono fuori dallo spazio familiare nativo.

E’ praticamente impossibile, oltreché disumano, pensare che tutti questi (e mi ci metto anche io) restino soli nel periodo di Natale.

Quello che dovrebbe fare il governo è cercare di sensibilizzare al buon senso, non negare la realtà. Non si può così palesemente implementare una dissonanza cognitiva con l’ambiente culturale  in cui ci si  è trovati a nascere e vivere (dissonanza per costumi culturali)

Imporre per decreto il divieto di ricongiungimento è come combattere con i mulini a vento.

Visto che molti dei membri del governo sono campani, potrei ricordare il saggio di Vincenzo Cuoco, sul perché la Rivoluzione napoletana del 1799 fallì: perché si volle applicare un modello di razionalità astratta dissonante con le abitudini e le tradizioni culturali del popolo napoletano. Ampliando un poco la prospettiva, si potrebbe applicare il ragionamento cuochiano al contesto italiano generale, quando non oserei dire, europeo, e si vedrà il senso di quanto sto dicendo circa il contrasto tra l’ideale di una moralità prussiana, appiattita sul rigido adempimento di leggi biopolitico-tecniche, e il fondo consolidato degli habitus sedimentati nella esperienza esistenti di ciascuno e di tutti.

Nessuno rispetterà un divieto di ricongiungimenti famliare. Sia molto chiaro questo. E nessuno lo farà rispettare.

Lo vedete voi un carabiniere, che vive fuori  della provincia natale, multare una persona come lui, che sta tornando a trovare i genitori anziani che non vede se non a Natale? Che multa gli farebbe? Dovremmo accondiscendere all’ipocrisia nazionale di una legge che non corrispondendo all’ethos nazionale sarà sostanzialmente elusa, o peggio accettare la doppia morale delle élite politiche privilegiate che eluderanno tranquillamente le norme che esse stesse danno al popolo, e quest’ultimo costretto a ignorare queste stesse norme, neppure degnandole dell’odio che meriterebbero?.

Gli italiani non sono un popolo che pratichi la rivoluzione aperta e consapevole verso norme avvertite come ingiuste. La modalità con la quale il nostro popolo si oppone ad esse è semplicemente non osservandole, o riducendole a forma inessenziale, avvertita comunemente come ridicola: facendo finta.

E ancora, cosa molto probabile:  tutti si appelleranno alla deroga: chi non ha un papà, una mamma, un fratello, una sorella, una zia, sola e malata alla quale ricongiungersi?

Gli italiani sono un popolo che vive nell’eccezione, tutti tengono famiglia. E’ la Rosa e la Croce del nostro carattere nazionale. Chi non lo conosce studi la storia, o legga i Promessi Sposi.

Inutile pretendere che il governo cambi strada, vittima della dissonanza cognitiva tra il dover essere del fatto e il fatto del dover essere.

Sì, il virus c’è, sì i morti ci sono, ma combatterli appellandosi a leggi astratte è inefficace: anche questo è un fatto. Perché non fidarsi del bon senso? Gli Italiani hanno dimostrato che sanno essere responsabili, se trattati come individui adulti. Altrimenti si rivela il paradosso di un costume facilita patriarcale che tratta i i cittadini come minorenni, ma poi gli nega anche di esserlo fino in fondo, nel momento in cui gli vieta di realizzare affettivamente il loro legame di attaccamento ai loro affetti parentali.

Ma il realismo vuole che si accetti la realtà effettuale: tutto accadrà con la stessa naturalezza con la quale  (secondo la leggenda storica) nelle navi del Regno delle due Sicilie era scritto a chiare lettere in caso di abbordaggio e/o di visita di un’autorità:

«All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora:
chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
passann’ tutti p’o stesso pertuso:
chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno.»

Inutile ribadire che si tratti di un falso storico: coglie il nucleo profondo della distanza cognitiva di cui abbiamo parlato.

Contraddicendomi, faccio un appello: Governo, ravvediti, sei in tempo. Appellati al buon senso degli italiani, non fare l’errore dei giacobini. Trattali da adulti, da fratelli, da familiari!

 

Addendum del 4 Dicembre (dopo il CPCM)
La responsabilità dei tumulti in parlamento e di quelli che succederanno nel paese è del governo che ha preso una decisione incomprensibile e priva di visione politico-storica dell’identità sociale dell’italia . La gente si accalcherà per prendere treni o affollare strade e autostrade nell’imminenza del 21 Dicembre, causando, questa volta sì, assembramenti e ingorghi catastrofici. Gli inetti al governo, confortati dagli inetti all’opposizione, saranno costretti a rimangiarsi tutto, ma ormai avranno aggravato il già grave stato sanitario della nazione e anche (ma questo sarebbe il minimo) causeranno una risalita delle destre, che cavalcano  opportunisticamente il malcontento.  Paradosso di orbi che criticano altri orbi.
Oltretutto quando dici di essere europeista e prendi una decisione diversa da Francia e Germania, riveli d'essere in difetto di coerenza.


 

 

 

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