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Morta Hildegard-Hamm Brücher, gran dama dei liberali tedeschi
I media tedeschi danno oggi notizia del decesso avvenuto l’altro ieri della politica liberale Hildegard-Hamm Brücher. Nata l’11 maggio 1921 ad Essen, aveva 95 anni.
Era rimasta orfana di entrambi i genitori a soli 10 anni ed era poi cresciuta, con i suoi 4 fratelli minori, a Dresda dalla nonna; finché quest’ultima, travolta dalle leggi razziali, non si suicidò. Pur discriminata anch’ella come semi-ebrea dai nazisti, dal 1940 studiò chimica a Monaco entrando in contatto con gli ambienti della Rosa Bianca pur scampando all’arresto della Gestapo. Nell’immediato dopo-guerra per 3 anni fece la giornalista per il Neue Zeitung di Monaco finché Theodor Heuss, che sarebbe poi diventato Presidente della Repubblica, non la convinse ad entrare nella FDP. Nel 1948, a 27 anni, fu così tra le più giovani donne in politica anche se di lì a poco avrebbe ottenuto uno stipendio di dottorato per Harvard e se ne sarebbe brevemente distaccata.
Nel prosieguo della sua carriera giunse ad essere eletta nel 1967 Segretaria di Stato nel Ministero della cultura dell’Assia e due anni dopo nel Ministero federale per la cultura e la scienza durante il cancellierato di Willy Brandt; quindi fu dal 1970 al 1976 nel Landtag della Baviera; trampolino dal quale fu proiettata dal 1972 a vice capo nazionale del partito liberale per 4 anni; per approdare infine al Bundestag dove fu deputata per 14 anni, fino al 1990. Durante la coalizione social-liberale guidata da Helmut Schmidt fu voluta da Hans-Dietrich Genscher al Ministero degli Esteri. Quando il gabinetto di Schmidt cadde dal podio del Bundestag, come ricorda la ARD, non ebbe scrupoli verso Helmut Kohl e disse: “Ritengo che entrambi non lo abbiano meritato: Helmut Schmidt di essere fatto cadere senza voto degli elettori e lei, Helmut Kohl, di arrivare al cancellierato senza esservi stato eletto dall’elettorato”.
Hildegard-Hamm Brücher aveva conosciuto suo marito Herwin Hamm, politico cattolico della CSU, prima che questi fosse divorziato e ne era rimasta incinta al di fuori del matrimonio. Uno scandalo per l’epoca, che superò affrontando gli ultimi mesi di gravidanza in Olanda dal fratello. Il figlio nato nel 1955 crebbe poi per i primi mesi da una sorella finché nel 1956 non poté sposarsi. Nel 1959 ebbe anche una figlia.
Come nella vita privata aveva dimostrato fermezza nel non rinunciare alla maternità quando le convenzioni dell’epoca lo avrebbero imposto, anche nella vita pubblica fu altrettanto battagliera. In particolare nel 1964 si prodigò per le dimissioni dell’allora Ministro della cultura bavarese Theodor Maunz, tornato in cattedra nel dopoguerra nonostante i trascorsi nazisti e gli scritti con cui aveva avallato come non contrarie al diritto le leggi razziali e sostenuto che l’esistenza della Gestapo non aveva implicato alcun problema giuridico. Hildegard-Hamm Brücher si schierò poi di nuovo chiaramente quando, in polemica con la svolta populista di Jürgen W. Möllemann, nel 2002 dopo 54 anni di militanza lasciò la FDP per appoggiare i Verdi.
Nel 1991 lasciò gli incarichi pubblici ma tre anni dopo il partito liberale la candidò alla Presidenza della Repubblica. Fu però allora eletto in terza consultazione il cristiano democratico Roman Herzog.
Era vedova da 18 anni, suo marito era scomparso a 98 anni di età. Pur non potendo più coltivare le sue passioni sportive -fu campionessa di nuoto della Germania meridionale ed amava sciare ed andare in bici- ormai ridotta nei movimenti dalla vecchiaia, il 31 luglio non rinunciò a presenziare alla commemorazione nel Comune di Monaco per le vittime della sparatoria fuori dal centro commerciale Olympia.
Fedele al suo lungo impegno per l’istruzione, ancora in tarda età curava la co-presidenza della associazione che aveva fondato Demokratisch Handeln. Con lei viene a mancare, a detta di tutti i commentatori tedeschi, una voce autorevole per i valori liberali ed il coraggio civile.
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